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Butia yatay

Butia yatay

La palma yatay (Butia yatay (Mart.) Becc., 1916) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Arecaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Liliopsida,
Sottoclasse Arecidae,
Ordine Arecales,
Famiglia Arecaceae,
Sottofamiglia Arecoideae,
Tribù Cocoseae,
Sottotribù Butiinae,
Genere Butia,
Specie B. yatay.
È basionimo il termine:
– Cocos yatay Mart..
Sono sinonimi i termini:
– Butia capitata subsp. yatay (Mart.) Herter;
– Butia missionera Deble & Marchiori;
– Butia ponae (Hauman) Burret;
– Butia quaraimana Deble & Marchiori;
– Calappa yatay (Mart.) Kuntze;
– Syagrus yatay (Mart.) Glassman.

Etimologia –
Il termine Butia deriva dalla dizione portoghese del nome indigeno che significa spinoso, dentato, in riferimento alle spine presenti sui piccioli.
L’epiteto specifico yatay è adottato dalla parola in lingua guaraní per tali palme, yata’i, che a sua volta si riferisce al frutto piccolo e duro.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Butia yatay è una palma Butia originaria del Brasile meridionale, dell’Uruguay e dell’Argentina settentrionale.
In Brasile cresce allo stato naturale solo nello stato più meridionale del Rio Grande do Sul, e lì solo nei comuni di Giruá e Quaraí. In Argentina è presente nelle province centro-settentrionali di Chaco, Corrientes, Entre Ríos, Misiones (nei comuni di Candelaria e San Ignacio) e Santa Fe. In Uruguay è presente solo a ovest, nei dipartimenti di Paysandú e Río Negro.
La più grande area protetta pubblica dove è presente questa specie è il Parco Nazionale El Palmar, situato nella provincia argentina di Entre Ríos, dove occupa più di 8.500 ettari, mentre il più grande serbatoio di questa specie nel demanio privato è conservato nel Rifugio Faunistico, Riserva Provinciale Multiuso La Aurora del Palmar, con più di 400 ettari.
Bauermann et al. hanno studiato la possibilità di utilizzare il polline delle palme, inclusa questa specie, in palinologia, per cercare di fornire maggiori dettagli sugli antichi cambiamenti nell’habitat nello stato del Rio Grande do Sul in Brasile monitorando i cambiamenti nella distribuzione e nell’abbondanza delle palme, ma non sono stati in grado di fornire molti dettagli sull’argomento.
Il suo habitat è spesso quello di estese colonie nelle praterie (pampas) su terreni prevalentemente sabbiosi, da acidi a leggermente alcalini, fino a circa 500 m di altitudine.

Descrizione –
La Butia yatay è una palma sempreverde dal tronco solitario.
Il tronco spesso cresce in pendenza ed è compreso tra 3 e16 metri, eccezionalmente alto 18 metri, anche se di solito cresce più corto in Brasile (fino a 8 metri).
I tronchi crescono da 30 a 55 cm di diametro, solitamente conservando uno strato di vecchie basi fogliari che non si perdono facilmente in modo naturale e che rimangono persistenti per molti anni.
La chioma è costituita da foglie pennate fortemente ed elegantemente arcuate, imbricate, lunghe 1,6-2,5 m, con foglioline rigide, lineari con apice acuto, disposte regolarmente lungo il rachide e rivolte verso l’alto a formare una V; picciolo lungo 0,6-0,7 m con margini provvisti di spine sparse di circa 3 cm di lunghezza alla base, decrescente verso l’apice. Le foglioline sono lunghe nella parte mediana 70-80 cm e larghe 2-2,4 cm, di colore grigio bluastro.
L’infiorescenza in via di sviluppo è protetta all’interno di una spata legnosa e glabra, leggermente striata e lunga 105–135 cm, con la parte rigonfia di questa spata lunga 40–110 cm e larga 7–14 cm. L’infiorescenza ramificata presenta un peduncolo (gambo) lungo 40–75 cm e largo 1,5–2,2 cm. Il rachide dell’infiorescenza è lungo 40–72 cm e presenta 68-155 rachille (rami) lunghi 16–72 cm.
I fiori sono di colore giallo, giallo-viola, giallo-verdastro o interamente viola. I fiori staminati (maschili) sono lunghi 9-10 mm; i fiori pistillati (femminili) misurano 13–17(–18)mm.
I fiori sono disposti in triade (un fiore femminile tra due maschili), tranne nella parte terminale dove sono presenti solo fiori maschili. L’infiorescenza presenta il fenomeno della proterandria (i fiori maschili maturano prima di quelli femminili) che favorisce la fecondazione incrociata.
Rispetto ad altre palme esistenti nella regione, Butia yatay ha in media i granelli di polline più grandi. Sono bilateralmente simmetrici, a forma di suboblato, l’estremità piriforme (a forma di pera) e monosolcato. La superficie è ricoperta da minuscoli motivi reticolati di 2 μm di larghezza.
I frutti sono i più grandi del genere e sono delle drupe ovoidi di colore giallo o giallo arancio a maturità con apice prominente appuntito, di 3,5-4,8 cm di lunghezza e 2,2-2,8 cm di diametro, con endocarpo legnoso, duro, ovoide con una sorta di “becco” all’apice, di 2,2-3 cm di lunghezza e 0,8-1,3 cm di diametro, contenente 1-3 semi oleosi.

Coltivazione –
La Butia yatay è una pianta sempreverde che viene raccolta allo stato selvatico per uso locale come cibo e medicina.
Oggi viene piantata a scopo ornamentale ed è stata introdotta a tale scopo in altre regioni subtropicali del mondo. Si confonde facilmente con la specie strettamente imparentata B. capitata, conosciuta anche come yatay o butiá, che è più corta e ha frutti commestibili.
Questa specie è la più imponente tra le Butia, ma rara in coltivazione, meriterebbe una maggiore diffusione per le notevoli caratteristiche ornamentali, paesaggistiche e l’adattabilità a diverse condizioni climatiche, dal tropicale al temperato caldo, anche umido, dove da adulta può resistere a temperature, se eccezionali e di breve durata, fino a circa -8 °C, qualche grado in meno se asciutta.
Per la coltivazione richiede pieno sole e non è particolarmente esigente riguardo al suolo, da acido a leggermente alcalino, purché drenante, anche se preferisce quelli sabbiosi, profondi, ricchi di sostanza organica. Resiste ben radicata a periodi di secco, ma cresce più velocemente se periodicamente irrigata nei climi caratterizzati da lunghe estati calde e secche.
In natura cresce in climi con una stagione secca pronunciata, ma può avere successo in una serie di condizioni, dalle zone subtropicali secche alle zone temperate calde con precipitazioni moderate.
Fruttifica abbondantemente in estate e i semi germinano allo stato selvatico in primavera o in autunno.
Questa pianta si riproduce per seme in terriccio drenante mantenuto costantemente umido alla temperatura di 25-28 °C, con tempi di germinazione variabili, da 3 mesi ad oltre un anno; la crescita, in particolare nella fase giovanile, è lenta.

Usi e Tradizioni –
La Butia yatay è una palma conosciuta con vari nomi comuni; tra questi ricordiamo: jatay palm, jelly palm, yatai palm (inglese); butiá, coco, palma yatay, yatay (Argentina); butiá, butiá-yataí, coquiero jataí, yataí (Brasile); palma yatay (Uruguay).
Con 18 m d’altezza, la Butia yatay dell’Argentina, Brasile e Uruguay è la specie più alta del genere.
Nei luoghi di origine i frutti, anche se considerati di qualità inferiore rispetto a quelli della Butia odorata e Butia eriospatha, sono consumati freschi o utilizzati per preparare marmellate, succhi e bevande alcoliche, sono anche una importante risorsa per la fauna locale. Le foglie, ricche di fibre resistenti, sono impiegate per confezionare vari oggetti artigianali artistici e di uso comune. L’olio dei semi presenta infine buone caratteristiche per il suo impiego come biocombustibile.
In Brasile vengono raccolti i semi (o meglio, le noci) per l’industria internazionale delle piante ornamentali.
Inoltre viene comunemente coltivata e venduta in Giappone come pianta ornamentale da prato.
Dal punto di vista ecologico si ritiene che la Butia yatay sia uno degli ospiti naturali delle larve (bruchi) della gigantesca falena diurna Paysandisia archon che attacca il midollo di questa palma, insieme a molte altre specie di palma, almeno in Europa dove la falena si è naturalizzata dopo probabilmente introdotto dall’Argentina nascosto nei tronchi di B. yatay e Trithrinax campestris in partite di palme importate per l’orticoltura ornamentale. Un’infestazione può uccidere la palma. La falena predilige generi di palma con fusto peloso in quanto la fibra viene utilizzata nella costruzione del bozzolo per la pupa; in Europa preferisce soprattutto Trachycarpus, ma anche Trithrinax o Chamaerops.
Per quanto riguarda il suo stato di conservazione, nel 2008 è stata classificata in Brasile come “dati carenti” dal Ministério do Meio Ambiente federale. Nel 2012 lo stato di conservazione in Brasile è stato valutato come “vulnerabile” dal Centro Nacional de Conservação da Flora. Sebbene sia presente in un vasto areale, sia la dimensione che la qualità dell’habitat rimanente sono minacciate a causa dell’espansione delle attività forestali e agricole.

Modalità di Preparazione –
La Butia yatay è una pianta utilizzata da tempo per scopi alimentari.
Le giovanissime gemme apicali vengono utilizzate come alimento; tuttavia il prelievo del germoglio uccide l’albero poiché non è in grado di produrre germogli laterali.
La frutta viene mangiata cruda e trasformata in succhi. È aromatica, con polpa spessa, succulenta, fibrosa, dal sapore acido-dolce.
I frutti vengono utilizzati per preparare il brandy.
Si può mangiare anche il nocciolo del seme.
Il seme è antielmintico.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/120315818/original.jpeg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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