Un Mondo Ecosostenibile
ArboreeSpecie Vegetali

Butia paraguayensis

Butia paraguayensis

La Palma yatay nana (Butia paraguayensis (Barb.Rodr.) L.H.Bailey, 1936) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Arecaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Liliopsida,
Sottoclasse Arecidae,
Ordine Arecales,
Famiglia Arecaceae,
Sottofamiglia Arecoideae,
Tribù Cocoseae,
Sottotribù Butiinae,
Genere Butia,
Specie B. paraguayensis.
È basionimo il termine:
– Cocos paraguayensis Barb.Rodr..
Sono sinonimi i termini:
– Butia amadelpha (Barb.Rodr.) Burret;
– Butia dyerana (Barb.Rodr.) Burret;
– Butia dyeriana (Barb.Rodr.) Burret;
– Butia pungens Becc.;
– Butia wildemaniana (Barb.Rodr.) Burret;
– Butia yatay subsp. paraguayensis (Barb.Rodr.) Xifreda & Sanso;
– Butia yatay var. paraguayensis (Barb.Rodr.) Becc.;
– Cocos amadelpha Barb.Rodr.;
– Cocos dyerana Barb.Rodr.;
– Cocos dyeriana Barb.Rodr.;
– Cocos wildemaniana Barb.Rodr.;
– Syagrus amadelpha (Barb.Rodr.) Frambach;
– Syagrus amadelpha (Barb.Rodr.) Frambach ex Dahlgren;
– Syagrus dyerana (Barb.Rodr.) Becc.;
– Syagrus dyeriana (Barb.Rodr.) Becc.;
– Syagrus paraguayensis (Barb.Rodr.) Glassman;
– Syagrus wildemaniana (Barb.Rodr.) Frambach ex Dahlgren;
– Syagrus wildemaniana (Barb.Rodr.) Frambach, 1936.

Etimologia –
Il termine Butia deriva dalla dizione portoghese del nome indigeno che significa spinoso, dentato, in riferimento alle spine presenti sui piccioli.
L’epiteto specifico paraguayensis è in riferimento ad uno dei luoghi di origine della pianta.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Butia paraguayensis è una pianta originaria della regione del cerrado del Sud America.
Nel dettaglio si trova nei territori che vanno dal Mato Grosso do Sul e San Paolo nel Brasile meridionale, attraverso il Paraguay, fino all’Argentina settentrionale e all’Uruguay.
Questa palma è molto comune in Paraguay dove cresce in particolar modo nei dipartimenti di Amambay, Caaguazú, Caazapá, Canindeyú, Concepción, Cordillera, Guairá, Misiones, Ñeembucú e San Pedro. In Brasile è presente negli stati del Mato Grosso do Sul, Paraná, Rio Grande do Sul e San Paolo. Lorenzi et al. hanno segnalato una popolazione nel sud-est del Minas Gerais nel 2004, così come Noblick nel 2010. In Argentina è presente nelle province di Corrientes e Misiones (a San Ignacio). In Uruguay è stata storicamente registrata come originaria dei dipartimenti di Artigas e Rivera ma la distribuzione è stata fortemente ridotta a causa dello sviluppo agricolo e attualmente la specie è limitata ad un’unica popolazione di 175 individui ubicati in proprietà private su il Cerro del Miriñaque, una collina nel dipartimento della Rivera.
Il suo habitat tipico è quello del cerrado (un tipo di prateria della savana) e dei pascoli dove cresce in terreni ben drenati, solitamente sabbiosi. Nel Rio Grande do Sul, in Brasile, cresce esclusivamente su terreni argillosi (probabilmente lateritici). Di norma il suo range altitudinale va dai 100 ai 300 metri.

Descrizione –
La Butia paraguayensis è una palma corta, monoica, con tronco solitario, che di solito forma un tronco sotterraneo, sebbene sia mostrata una grande variabilità con alcuni esemplari che formano grandi tronchi fuori terra fino a 2 m di altezza.
Le foglie sono pennate ed arcuate (da 6 a 20) con una colorazione che va dal glauco al verde scuro e i margini del picciolo sono ricoperti di fibre e una fila di spine lunghe fino a 4 cm.
Produce una infiorescenza corta, molto ramificata, con i fiori femminili molto più grandi di quelli maschili.
Come tutte le specie di Butia studiate, questa specie ha granuli di polline relativamente più grandi di quelli di altri generi di palma presenti nel Rio Grande do Sul, in Brasile. Questi grani sono bilateralmente simmetrici, oblati, monosolcati e con l’estremità piriforme. La superficie è ricoperta da minuscoli motivi reticolati di 2 μm di larghezza.
I frutti sono variabili e possono essere di forma conica o ovoidale, oltre ad essere colorati di verde, viola, rosso, arancione o giallo a maturità. I frutti sono 3-4 x 2-3 cm, succosi, leggermente fibrosi, di sapore agrodolce, con base del perianzio persistente.
All’interno troviamo 1-3 grossi semi con endosperma omogeneo.

Coltivazione –
La Butia paraguayensis è una palma che cresce, per lo più, allo stato spontaneo e nei suoi habitat dove cresce principalmente nelle savane in suoli sabbiosi e poveri ed il clima è caratterizzato da una spiccata stagionalità con estati piovose ed inverni secchi (da maggio ad ottobre).
Questa specie viene talvolta, anche se raramente, coltivata in Argentina, Inghilterra, California.
Tuttavia è una palma ancora poco diffusa malgrado le sue caratteristiche ornamentali, è coltivabile con successo specie nei paesi a clima mediterraneo, si adatta infatti a suoli poveri e siccitosi, purché ben drenati, ed ha una discreta resistenza alle basse temperature (fino a -6°C). Coltivata in pieno sole assume una forma più compatta ed una colorazione più intensa del fogliame.
Per questo motivo per la sua coltivazione si consiglia di piantare le palme in pieno sole. Secondo alcuni report la pianta resiste fino a -11 °C, ma in alcuni paesi come nei Paesi Bassi dovrebbe essere protetta già a -4 °C.
La riproduzione di questa palma avviene per seme. Questi germinano in 3-4 mesi.

Usi e Tradizioni –
La Butia paraguayensis è conosciuta con alcuni nomi comuni. Le è stato dato il nome di dwarf yatay palm in inglese nel 2000 ma è conosciuta localmente come yata’i in Guaraní e Paraguay, o butiá-do-cerrado in portoghese nel Rio Grande do Sul, Brasile.
Questa palma viene spesso confuso con la Butia yatay che ha sempre un tronco, ma più alto, con foglie e infiorescenze molto più grandi. In passato era classificata come sinonimo di quella specie.
In Paraguay i frutti e i cuori di palma vengono consumati dalle comunità tribali locali (Ava Chiripá, Aché, altre). Le foglie vengono utilizzate anche per realizzare cappelli e altri oggetti artigianali.
Si ritiene che i frutti verdi e acerbi siano utili per combattere i vermi intestinali.
In Paraguay si ritiene che le noci siano di buon uso come esche per i pesci.
I frutti non sono considerati commestibili in Argentina.
In Uruguay l’unica popolazione rimasta ha un certo valore ecoturistico.
Dal punto di vista ecologico la B. paraguayensis si è ben adattata agli incendi periodici del cerrado.
Nella Riserva Naturale della Foresta di Mbaracayú, le felci Pleopeltis decumanum di solito, e occasionalmente P. hirsutissima e Serpocaulon latipes, crescono come epifite sui tronchi di questa palma. Qui crescono anche le orchidee del genere Catasetum.
Il raro uccello Caprimulgus candicans sembra preferire gli habitat delle praterie aperte con boschi a bassa densità di queste palme.
In Paraguay i frutti sono il cibo preferito del lupo dalla criniera, che può essere un importante dispersore di semi. Anche i pappagalli e gli Ara utilizzano i frutti maturi.
Purtroppo in Uruguay questa specie è ormai molto rara (175 piante su un’unica collina) a causa della perdita di habitat dovuta ad attività agricole come l’allevamento del bestiame e la silvicoltura (piantagioni di pasta di legno di eucalipto). Pecore e bovini mangiano le piantine, impedendone il ripopolamento.
Dal 2017, come tutte e quattro le specie di Butia originarie dell’Uruguay, è protetta dalla legge. Le palme adulte non possono essere abbattute o spostate senza il permesso del governo.
Bauermann et altri autori hanno studiato la possibilità di utilizzare il polline delle palme, inclusa questa specie, in palinologia, per cercare di fornire maggiori dettagli sugli antichi cambiamenti nell’habitat nello stato del Rio Grande do Sul in Brasile, monitorando i cambiamenti nella distribuzione e nell’abbondanza delle palme, ma non sono stati in grado di fornire molti dettagli sull’argomento.

Modalità di Preparazione –
La Butia paraguayensis è una delle palme che ha risentito della contrazione degli habitat e quindi del cambio di uso della pianta presso le popolazioni locali.
In Paraguay sia i frutti che i cuori di palma vengono ancora consumati dalle popolazioni locali (Ava Chiripá, Aché, altre). In Argentina invece i frutti non sono considerati commestibili.
Inoltre le foglie vengono utilizzate come materiale per realizzare cappelli e altri oggetti artigianali.
In campo medicinale si ritiene che i frutti verdi e acerbi siano idonei a combattere i vermi intestinali.
In Paraguay si usano le noci come esche per i pesci.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/170311655/original.jpg
https://ids.si.edu/ids/deliveryService/id/ark:/65665/m3e3b8bac81f304d42bfeafd50b4bc65e5

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *