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Riproduzione del Tiglio selvatico

Riproduzione del Tiglio selvatico

Il tiglio selvatico (Tilia cordata Mill., 1768) è un albero caducifoglio della famiglia delle Malvacee originaria di un’areale centrato nel continente europeo.

Habitat idoneo di riproduzione –
Il tiglio selvatico è una pianta originaria di gran parte dell’Europa. Il suo areale si estende dalla Spagna (Paese Basco, Catalogna, Pirenei) agli Urali quasi senza soluzione di continuità. A nord si spinge fino alla Finlandia meridionale, alla Svezia centro-meridionale, alle coste norvegesi e al sud della Scozia. È presente nei Balcani fino alla Grecia settentrionale e in Corsica. Areali disgiunti in Crimea e Caucaso.
In Italia è presente sull’arco alpino e sull’Appennino fino alla Basilicata. In Val Padana si limita all’alta pianura, mentre è quasi assente nella bassa pianura. In montagna si spinge fino a circa 1500 metri. Molto raro nella zona mediterranea.

Propagazione –
Il tiglio selvatico è un albero che predilige un buon terreno umido, argilloso, da alcalino a neutro, ma riesce anche su terreni leggermente acidi.
Non apprezza invece terreni molto secchi o molto umidi; cresce al sole o in zone parzialmente ombreggiate.
Gli alberi sono molto suscettibili al ceduo o alla capitozzatura, producono numerosi polloni dalla base ma meno di T. platyphyllos o T. x vulgaris.
I tigli tendono a ibridarsi liberamente se altre piante dello stesso genere crescono nelle vicinanze.
Infatti se si coltivano piante da seme è importante assicurarsi che il seme provenga da una fonte selvatica o da un gruppo isolato della singola specie.
La propagazione può avvenire per seme. Il seme deve essere preferibilmente appena raccolto, maturo ma che non abbia ancora sviluppato un tegumento duro. Va seminato immediatamente in un semenzaio non riscaldato. Il seme, in funzione anche delle condizioni climatiche, può germogliare nella primavera successiva.
I semi conservati invece possono essere molto lenti a germogliare, sia per la presenza di un rivestimento duro del seme che sul pericarpo, che per dormienza embrionale. Questi fattori fanno in modo che il seme possa impiegare fino a 8 anni per germinare.
Un modo per abbreviare questo tempo è stratificare il seme per 5 mesi ad alte temperature (10 °C di notte, fino a 30 °C di giorno) e poi 5 mesi di stratificazione a freddo.
Le giovani piantine, una volta germogliate, vanne poste poi in vasi singoli. Il trapianto va effettuato a fine primavera o all’inizio dell’estate, comunque dopo le ultime gelate previste.
Si può propagare anche agamicamente tramite i polloni che, una volta formati, possono essere rimossi con quante più radici possibili durante la stagione dormiente e ripiantati immediatamente.
Si ricorda che le piante possono essere trapiantate abbastanza facilmente; sono stati spostati con successo alberi di grandi dimensioni fino a 60 anni.

Ecologia –
Il tiglio selvatico è un albero che predilige suoli fertili e argillosi, ma possono anche essere trovati su terreni sabbiosi e sterili e non sono ritenuti resistenti alla siccità. I germogli dormienti di Tilia cordata possono resistere a temperature gelide invernali fino a -34 °C.
L’analisi paleobotanica del polline degli alberi conservato nei depositi di torba dimostra che la Tilia cordata era presente come albero boschivo in vari areali d’Europa già intorno al 3100 a.C.
È una specie piuttosto sciafila, ossia ben tollerante l’ombra, predilige terreni freschi e fertili, a pH neutro o non troppo acido. Tollera terreni marnosi. È una specie mesofila leggermente acidofila. Rispetto a Tilia platyphyllos è meno termofilo.
Questa pianta è utilizzata soprattutto nei cedui; veniva un tempo trattata con turno di 15-20 anni. Attualmente si preferiscono turni di 25-30 anni. Ha ottima capacità di ricaccio dalla ceppaia. I polloni tendono a essere ricadenti all’inizio, ma poi si raddrizzano velocemente.
Come detto il tiglio può essere governato anche a fustaia. Si riproduce bene da seme, ma la gran parte di questi germina dopo 2 o 3 anni.
Inoltre è una pianta molto preziosa per api e pronubi in quanto produce abbondanza di nettare.
È una specie preziosa per la fauna selvatica, a questo albero sono associate 31 specie di insetti.
Le foglie sono molto attraenti per gli afidi che producono un’abbondanza di melata che gocciola dalle foglie al terreno sottostante attirando fumaggini.
Ciò rende l’albero inadatto alla piantumazione stradale. Questa specie, tuttavia, ha meno probabilità di essere infestata dagli afidi rispetto a T. platyphyllos o T. x vulgaris.




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