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Papaver somniferum

Papaver somniferum

Il papavero da oppio (Papaver somniferum L., 1753) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Papaveraceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Magnoliidae,
Ordine Papaverales,
Famiglia Papaveraceae,
Sottofamiglia Papaveroideae,
Tribù Papavereae,
Specie P. somniferum.
Sono sinonimi i termini:
– Papaver album Mill.;
– Papaver album-nigrum Crantz;
– Papaver amoenum Lindl.;
– Papaver amplexicaule Stokes;
– Papaver apodocarpum Hussenot, 1835;
– Papaver glabrum Gilib.;
– Papaver hortense Garsault;
– Papaver hortense Hussenot;
– Papaver indehiscens Dumort.;
– Papaver nigrum Bubani;
– Papaver nigrum Garsault;
– Papaver officinale C.C.Gmel.;
– Papaver opiiferum Forssk.;
– Papaver opiiferum var. album DC., 1821;
– Papaver paeoniiflorum (Alef.) Corrêa;
– Papaver polycephalum Bailly;
– Papaver polycephalum hort.;
– Papaver polycephalum hort. ex E.Vilm.;
– Papaver setigerum subsp. valdesetosum Maire;
– Papaver setigerum var. nigrum (Garsault) P.Fourn., 1936;
– Papaver somniferum subsp. albiflorum Wender.;
– Papaver somniferum subsp. album Schübl. & G.Martens.
– Papaver somniferum subsp. euroasiaticum Vessel.;
– Papaver somniferum subsp. hortense (Hussenot) Syme;
– Papaver somniferum subsp. hortense Arcang.;
– Papaver somniferum subsp. hortense Huss;
– Papaver somniferum subsp. nigrum (DC.) Thell.;
– Papaver somniferum subsp. nigrum (Willd.) Schübl. & G.Martens;
– Papaver somniferum subsp. nigrum Schübl. & G.Martens;
– Papaver somniferum subsp. officinale (C.C.Gmel.) Syme;
– Papaver somniferum subsp. officinalis Bonnier & Layens, 1894;
– Papaver somniferum subsp. subspontaneum Basil.;
– Papaver somniferum subsp. variegatum Wender.;
– Papaver somniferum var. album (Mill.) DC.;
– Papaver somniferum var. austroviolaceum Vessel.;
– Papaver somniferum var. coerulescens Rothm.;
– Papaver somniferum var. genuinovilaceum Vessel.;
– Papaver somniferum var. glaucum Rothm.;
– Papaver somniferum var. hortense (Huss) Rouy & Foucaud;
– Papaver somniferum var. hypoleucum Rothm.;
– Papaver somniferum var. laciniatum Wender.;
– Papaver somniferum var. leucum (Rothm.) K.Hammer;
– Papaver somniferum var. nigrum DC.;
– Papaver somniferum var. officinale (C.C.Gmel.) Garcke;
– Papaver somniferum var. pallidum Rothm.;
– Papaver somniferum var. plenum H.Mart.;
– Papaver somniferum var. poecilospermum Alef.;
– Papaver somniferum var. pullatum Vessel.;
– Papaver somniferum var. rubellum Vessel.;
– Papaver somniferum var. valdesetosum (Maire) Maire
– Papaver somniferum var. violiflorum Vessel.;
– Papaver stipitatum Hussenot, 1835;
– Papaver sylvestre Godr..
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie e varietà:
– Papaver somniferum nothosubsp. authemannii (Rouy & Foucaud) B.Bock, 2012;
– Papaver somniferum subsp. nothoauthemanii (Rouy) B.Bock;
– Papaver somniferum subsp. somniferum;
– Papaver somniferum var. album (Mill.) Vessel., 1975;
– Papaver somniferum var. somniferum.

Etimologia –
Il termine Papaver è affine all’arabo papámbele e al sanscrito papavara succo pernicioso; secondo alcuni, di derivazione celtica, collegato all’uso di mettere i semi nella pappa (papa) dei bambini per farli dormire.
L’epiteto specifico somniferum viene da sómnium sonno e da féro portare: per le proprietà sonnifere della pianta.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il papavero da oppio è una pianta annua a distribuzione originariamente mediterraneo-orientale-turanica ma oggi presente, di solito come avventizia, in tutta la regione mediterranea.
Infatti, contrariamente a quanto si pensa, è una pianta che non si trova soltanto nelle montagne asiatiche ma è abbastanza comune anche in Europa di cui, oltre che del Nordafrica, è originaria, dove trova gli stessi terreni calcarei.
In Italia si trova allo stato spontaneo in tutte le zone costiere, collinari e di bassa montagna (fino a 1200 m), spesso infestando le zone dove la terra viene mossa per lavori (i semi possono aspettare in quiescenza per diversi decenni le condizioni ideali alla germinazione).
Il suo habitat originario è controverso ma pare della Macaronesia e della regione del Mediterraneo occidentale. Non si conosce invece l’habitat in una situazione veramente spontanea e naturale.

Descrizione –
Il Papaver somniferum è una pianta erbacea, a ciclo annuale, che presenta una radice a fittone e fusto eretto, poco ramificato, di altezza generalmente non superiore ai 150 cm.
Ha foglie alterne, di grandi dimensioni, semplici ed oblunghe, con margine sinuato-dentato e prive di stipole; le basali presentano un corto picciolo, le superiori sono invece sessili.
I fiori sono attinomorfi, ermafroditi e terminali, con lungo peduncolo e un diametro che può raggiungere i 10 cm. La varietà spontanea in Italia ha fiori per lo più viola, con una macchia più scura alla base, ma può essere anche rosso o bianco.
Il calice è composto da due sepali caduchi che seccano con la formazione della corolla; quest’ultima è formata da 4 grandi petali, pieghettati nel bocciolo, di colore bianco, roseo, rosso o violaceo e con macchie scure alla base.
L’androceo è rappresentato da numerosi stami circondanti un gineceo che risulta composto da un ovario subgloboso poli-carpellare ed uniloculare, suddiviso in setti incompleti e contenente numerosi ovuli; gli stimmi sessili si presentano saldati a formare un disco appiattito sopra l’ovario.
L’antesi è tra giugno e agosto.
L’impollinazione è entomogama e avviene quindi mediante insetti pronubi attratti dai colori e dal nettare prodotto da apposite ghiandole, i nettarii, presenti nei petali.
Il frutto è un treto, cioè una grande capsula deiscente per mezzo di pori situati fra i lobi dello stimma, il quale persiste anche dopo la maturazione.
Ha semi di colore biancastro e di forma reniformi, con superficie reticolata-alveolata, embrione piccolo e ricco di endosperma. I semi cadono solo in seguito a forti scosse di vento perché i pori sono posti nella parte superiore della capsula che non si piega a maturazione.

Coltivazione –
Per la coltivazione estensiva del Papaver somniferum a scopo commerciale è necessaria, in Italia ed altre nazioni, una specifica autorizzazione e utilizzata specialmente per la produzione della morfina e di oppiacei a uso medico.
Tuttavia sono reperibili in vari Paesi cultivar selezionate appositamente per la grandezza e i colori del fiore, a scopo di giardinaggio.
La coltivazione a scopo commerciale avviene soprattutto in Spagna, Francia, Australia e Turchia per quanto riguarda l’industria farmaceutica, mentre in Asia e Centroamerica per la produzione di oppiacei di contrabbando (principalmente eroina). Il primo produttore mondiale d’oppio destinato al mercato illegale è l’Afghanistan, seguito dai paesi del sud-est asiatico (Birmania, Laos, Cambogia, Sri Lanka) e dal Messico.
Il blocco praticato al regime teocratico dei talebani produsse una riduzione della produzione ed esportazione, portandola ai minimi storici. La riapertura dei flussi commerciali da parte dell’Alleanza del Nord, alleati degli Stati uniti, in seguito all’invasione statunitense dell’Afghanistan del 2001, ha permesso a questo paese di ridiventare il primo produttore mondiale.
Secondo il World Drug Report dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il controllo della droga e del crimine, l’Afghanistan nel 2007 ha prodotto il 93 % dell’oppio non farmaceutico mondiale. La coltura del papavero è infatti uno dei pochi investimenti proficui per i contadini delle regioni povere ed arretrate. La superficie coltivata è stata pari a ben 104.000 ettari nel 2005 e 165.000 ettari nel 2006.
Anche se oggi molti degli alcaloidi usati in medicina possono essere sintetizzati industrialmente (oppioidi), gran parte di essi viene ancora ricavata dal papavero, perché il processo di estrazione risulta più economico.
In ambiti culturali tradizionali, soprattutto legati al passato Impero Austroungarico la coltivazione del papavero per usi di giardinaggio o alimentare è piuttosto comune nel nord est italiano, (Trentino, Alto Adige, e parte settentrionale del Bellunese). In territorio nazionale è possibile trovarli sporadicamente allo stato selvatico o naturalizzato, soprattutto nelle regioni del Nord, anche se poco diffuso rispetto al Papaver rhoeas e altre specie di Papaver. In passato decotti e infusi di P. somniferum (foglie, petali, a basso contenuto di alcaloidi oppiacei; a volte le capsule vere e proprie, o meglio le teste cioè i frutti maturi o immaturi, la parte che viene incisa per la produzione dell’oppio), sotto il nome di “papagna”, erano utilizzati al sud Italia come antidolorifici naturali.
Nei campi viene considerata una pianta infestante per via della sua capacità di riprodursi facilmente, prediligendo i terreni calcarei.
Il Papaver somniferum è una pianta principalmente delle regioni subtropicali, sebbene possa essere coltivata nella zona temperata e nei tropici.
Solitamente coltivato ad altitudini più elevate ai tropici, non prospera nelle pianure tropicali perumide.
Può essere coltivato ad altitudini fino a 2.400 metri. Cresce meglio nelle aree in cui le temperature diurne annuali sono comprese tra 15 e 24 °C, ma può tollerare 3-28 °C.
Le piante mature possono sopravvivere a temperature fino a circa -5 °C, ma la crescita delle giovani piantine o dei germogli può essere gravemente danneggiata a 0 °C.
Predilige una piovosità media annua compresa tra 800 e 1.200 mm, ma tollera tra 300 e 1.700 mm.
Dal punto di vista pedologico preferisce un ricco terriccio sabbioso ben drenato ed in posizione soleggiata; in genere richiede un terreno umido ma mal tollera le argille umide. Preferisce un substrato sabbioso o un terreno calcareo con valori di pH nell’intervallo 6,5 – 7,5, tollerando 6 – 8,3.
Il papavero da oppio è un prolifico produttore di semi e questi hanno una vitalità molto lunga nel suolo. Le piante possono essere trovate spesso come erbacce in luoghi aperti e terreni disturbati.
Sono possibili rese di semi di 2,2 – 3,0 tonnellate per ettaro, sebbene 1,2 – 1,8 tonnellate siano più comuni. La resa ottimale di capsule secche è di 2,0 tonnellate.
Esistono molte varietà denominate, alcune delle quali sono state sviluppate per i loro usi commestibili.
La propagazione avviene esclusivamente per seme con semina in pieno campo.

Usi e Tradizioni –
Il Papaver somniferum è una pianta il cui nome scientifico ne sottolinea le proprietà psicolettiche dovute all’azione di vari alcaloidi, principalmente la morfina, presenti nell’oppio grezzo, una sostanza lattiginosa secreta dalla tipica capsula seminifera che caratterizza il genere Papaver.
In alcuni Paesi, come in Italia, viene spesso coltivata a scopo ornamentale o per la produzione dei semi commestibili (soprattutto sulle Alpi) e appare allo stato subspontaneo in quasi tutte le regioni. La coltivazione nell’Europa meridionale è comprovata sin dal Neolitico: Sono stati rinvenuti testi in caratteri cuneiforme risalenti al 4000 a.C che citano la specie come pianta medicinale.
Nell’antica Grecia la capsula del papavero da oppio era il simbolo di Morfeo, il dio dei sogni, di Nyx, la dea della notte, e di Thanatos, il dio della morte; il termine stesso ‘oppio’ deriva dal greco ‘opos’ (succo). Nell’impero romano la pianta era ampiamente utilizzata come farmaco, ma a partire dal medioevo la coltura venne scoraggiata e riapparve solo grazie all’influenza della medicina Araba.
La specie contiene diverse sostanze ad azione stupefacente, tra cui morfina (da cui si ricava l’eroina), tebaina, codeina, papaverina, e noscapine. I semi, a basso contenuto di alcaloidi, sono comunemente utilizzati nella cucina di culture diverse, da quella indiana (entrano nella preparazione del curry) a quella delle Alpi (ove vengono usati ad esempio per aromatizzare il pane); da essi si ricava anche un olio commestibile.
La specie viene spesso coltivata anche a scopo ornamentale, in diverse cultivar che a volte (ma non sempre) contengono basse dosi di morfina (meno dell’1%), ma concentrazioni elevate di altri alcaloidi.
In Italia ed altri Paesi è vietata l’estrazione degli alcaloidi, ma è permesso coltivare un piccolo numero di esemplari a scopo ornamentale.
Australia, Turchia e India sono i maggiori produttori di papavero per scopi medicinali, mentre in Afghanistan la specie viene coltivata estesamente per la produzione illegale di droga.
Il Papaver somniferum è una pianta che era molto usata nella medicina popolare per curare tosse, diarrea e dolori vari. Un uso molto comune, soprattutto nel Sud, era quello per lenire le coliche intestinali nei lattanti e per tenere calmi i bambini irrequieti quando i genitori lavoravano nelle campagne.
Il nome comune nel mezzogiorno per il P. somniferum è “papagna” o “papagno” o in Sicilia Centrale “paparina” che è diventato sinonimo di “sonnolenza” e/o di “cazzotto”; anche “papagna” è diventato sinonimo di sberla forte per il grado di stordimento che produce il colpo, al pari della sonnolenza indotta dal questo tipo di papavero.
Le capsule, a maturità, si aprono sotto la corona per lasciare cadere i semi al vento, contrariamente ad alcune varietà commerciali, ornamentali o per la produzione di semi, che rimangono chiuse, trattenendo i semi, anche quando la capsula è secca, facendola somigliare a un sonaglio che produce un caratteristico rumore quando agitato. Il P. somniferum è considerato una pianta di natura infestante per la sua ottima capacità di diffondersi molto facilmente ed è noto per la sua resistenza negli ambienti più ostili.
Il Papaver somniferum ha molti usi alimentari.
I semi si consumano crudi o cotti.
Vengono usati particolarmente e di frequente come condimento di dolci, pane, macedonie ecc; conferisce un gradevole sapore di nocciola.
I semi tritati e zuccherati sono usati come ripieno di crepes, strudel, pasticcini, ecc.
È un alimento altamente nutriente, il seme contiene circa il 22,7% di proteine, il 48% di grassi, il 9,8% di carboidrati, il 7,1% di ceneri ed, inoltre, sono una buona fonte di lecitina.
I semi sono piuttosto piccoli, ma ce ne sono un gran numero contenuti in capsule di 3 cm o più di diametro e quindi sono facili da raccogliere e utilizzare.
I semi sono perfettamente sicuri da mangiare, poiché contengono pochissimo o nessuno dei principi narcotici.
Tuttavia, sebbene i semi non contengano alcaloidi narcotici, l’analisi delle urine dopo la loro ingestione può produrre risultati simili all’analisi delle urine di morfina o eroinomani.
Si possono consumare anche le foglie giovani, che sono commestibili, sia crude che cotte; queste vanno consumate prima che si siano formati i boccioli fiorali.
In alcuni paesi si mangiano allo stadio di piantina.
Anche se alcuni rapporti affermano che le foglie non contengono alcun principio narcotico si consiglia una certa cautela.
Dal seme si ottiene un olio essiccante commestibile di alta qualità. Ha un sapore di mandorla e costituisce un buon sostituto dell’olio d’oliva.
Dal punto di vista medicinale il papavero da oppio contiene una vasta gamma di alcaloidi ed è stato un medicinale molto prezioso, particolarmente utile per alleviare il dolore. Il suo uso (specialmente degli alcaloidi estratti oppio e morfina che contiene) può tuttavia creare dipendenza, quindi dovrebbe essere trattato con estrema cautela e utilizzato solo sotto la supervisione di un professionista qualificato.
Il succo essiccato (lattice) dei vasi di semi verdi acerbi è una ricca fonte di alcaloidi attivi, inclusa la morfina. Si estrae praticando incisioni superficiali nelle capsule non appena i petali sono caduti. Bisogna fare attenzione che le incisioni non penetrino all’interno delle capsule e dei semi.
Il lattice che fuoriesce dalle capsule, che si asciuga a contatto con l’aria, quindi viene raschiato via. Questo lattice è anodino, antitosse, astringente, diaforetico, emmenagogo, ipnotico, narcotico e sedativo.
Oltre alle sue proprietà antidolorifiche, il lattice è stato utilizzato anche come antispasmodico ed espettorante nel trattamento di alcuni tipi di tosse, mentre le sue proprietà astringenti lo rendono utile nel trattamento della dissenteria, ecc.
Dal lattice essiccato si ricava un rimedio omeopatico che viene usato nel trattamento di una varietà di disturbi, tra cui costipazione, febbri e insonnia.
Tra gli altri sui si ricorda che il seme produce dal 44 al 50% di un olio essiccante commestibile che è ottimo per l’illuminazione; brucia più a lungo della maggior parte degli oli. L’olio è anche usato nelle vernici, nella produzione di sapone, ecc.
L’olio di semi di papavero è un tipico olio semi-essiccante che viene utilizzato nelle vernici per artisti, nei saponi dopo la deidrogenazione e nelle lavorazioni oleochimiche come fonte di acido linoleico.

Modalità di Preparazione –
La pianta di Papaver somniferum ha trovato, sin da tempi remoti, svariati usi sia in campo alimentare che medicinale.
Si possono consumare, come detto, i semi sia crudi che cotti, soprattutto come condimento di dolci, pane, macedonie ecc; conferisce un gradevole sapore di nocciola.
I semi tritati e zuccherati sono usati come ripieno di crepes, strudel, pasticcini, ecc.
Si mangiano anche le giovani foglioline o le giovani piantine.
Dal seme si ottiene un olio essiccante commestibile di alta qualità.
Dal punto di vista medicinale il papavero da oppio è particolarmente utile per alleviare il dolore.
Il lattice che fuoriesce dalle capsule è anodino, antitosse, astringente, diaforetico, emmenagogo, ipnotico, narcotico e sedativo.
Oltre alle sue proprietà antidolorifiche, il lattice è stato utilizzato anche come antispasmodico ed espettorante nel trattamento di alcuni tipi di tosse, mentre le sue proprietà astringenti lo rendono utile nel trattamento della dissenteria, ecc.
Dal lattice essiccato si ricava un rimedio omeopatico che viene usato nel trattamento di una varietà di disturbi, tra cui costipazione, febbri e insonnia.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/204066753/original.jpeg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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