Ervilia sativa
Ervilia sativa
La Veccia capogirlo o Veccia sativa o Vecciola (Ervilia sativa Link) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Fabaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Fabales,
Famiglia Fabaceae,
Sottofamiglia Faboideae,
Tribù Vicieae,
Genere Ervilia,
Specie E. sativa.
Sono sinonimi i termini:
– Ervum ervilia L.;
– Ervum plicatum Moench;
– Lens pygmaea Grossh.;
– Rhynchium plicatum Dulac;
– Vicia ervilla Medik..
Etimologia –
Il termine Ervilia viene da ervum, specie di veccia.
L’epiteto specifico sativa proviene da satum (participio passato di sero seminare, piantare) seminato, piantato: che si semina o pianta, coltivato, domestico.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Ervilia sativa è una pianta annua di probabile origine mediterraneo-orientale, anticamente coltivata come foraggio e inselvatichita in quasi tutta la regione mediterranea.
È presente nel Mediterraneo, dal Portogallo alla Bulgaria, nella Macaronesia ed in Egitto; Asia occidentale, dalla Turchia e dal Caucaso al Kazakistan e all’Afghanistan.
In Italia è presente in quasi tutte le regioni d’Italia ma mai riportata per Piemonte, Valle d’Aosta, Calabria e Sardegna. È stata una delle prime colture domesticate. Il valore nutrizionale di questa pianta per i ruminanti ha garantito la sua coltivazione in Marocco, Spagna e Turchia.
Il suo habitat, dove la specie è in forte regresso in Italia, è quello dei campi coltivati a cereali, al di sotto della fascia montana inferiore, dove cresce come infestante; si trova in pendii di montagna e sui campi, ad altitudini comprese tra 800 e 1.100 metri in Iraq oppure in aree di boscaglia, pendii pietrosi, ghiaioni, margini di campi e vigneti, bordi stradali e aree disturbate, ad altitudini fino a 2.000 metri.
Descrizione –
La Ervilia sativa è una pianta erbacea annuale da poco a molto ramificata, alta 20 – 90 cm, con radici che contengono noduli per la fissazione dell’azoto.
Le foglie, come le specie di questa tribù. sono composte.
I fiori hanno la tipica conformazione dei fiori delle leguminose (corolla papilionacea) e sono di colore bianco-violetto.
I frutti sono dei legumi ed i semi hanno un diametro di 3 – 5 mm.
Coltivazione –
La Ervilia sativa è una pianta annuale tra le prime colture coltivate nella storia umana anche se in gran parte non più utilizzata come coltura alimentare; è ancora coltivata come coltura alimentare minore di importanza decrescente nell’area mediterranea, nei paesi del Vicino e Medio Oriente, in passato anche nelle parti meridionali dell’Europa centrale e talvolta negli Stati Uniti occidentali . Il principale produttore recente è la Turchia, da cui i cereali vengono esportati nell’Europa occidentale. Oggi viene utilizzata principalmente come pianta foraggera (foraggi verdi, granaglie, specie per gli ovini).
La pianta è classificata come “Least Concern” nella Lista rossa IUCN delle specie minacciate (2013).
Questa pianta si trova spesso come erba infestante tra le colture di cereali.
I semi di questa pianta sono considerati velenosi per i maiali e pericolosi per i bovini nel momento in cui i baccelli sono prossimi alla maturità e sono ancora umidi.
È una pianta dei climi mediterranei e semiaridi della zona temperata, dove si trova ad altitudini fino a 1.100 metri. Cresce meglio nelle aree in cui le temperature diurne annuali sono comprese tra 12 e 22 °C, ma può tollerare tra 5 e 28 °C.
In stato di dormienza può sopravvivere a temperature fino a circa -10 °C, ma i nuovi getti possono essere gravemente danneggiati a -1°C.
Preferisce una piovosità media annua nell’intervallo 500 – 700 mm, ma tollera 300 – 1.200 mm.
Dal punto di vista pedologico tollera qualsiasi terreno ben drenato in una posizione soleggiata se il terreno è umido in modo affidabile per tutta la stagione di crescita, altrimenti preferisce zone in mezz’ombra e cresce in suoli con pH compreso tra 7 e 7,5, tollerando 5,6 – 8,2.
È una pianta abbastanza tollerante la siccità anche durante il primo periodo di crescita.
La resa annuale in seme può essere compresa tra 0,4 e 3 tonnellate per ettaro.
Questa pianta ha una relazione simbiotica con alcuni batteri del suolo; questi batteri formano noduli sulle radici e fissano l’azoto atmosferico. Parte di questo azoto viene utilizzato dalla pianta in crescita, ma parte può essere utilizzato anche da altre piante che crescono nelle vicinanze. Per questo motivo, quando si rimuovono i resti di piante alla fine della stagione di crescita, è meglio rimuovere solo le parti aeree della pianta, lasciando che le radici nel terreno marciscano e rilascino il loro azoto.
La propagazione avviene per seme. La semina va effettuata direttamente in pieno campo in primavera o in autunno. Il seme ha un mantello duro e può beneficiare di scarificazione prima della semina per accelerare e migliorare la germinazione. Questo di solito può essere fatto versando una piccola quantità di acqua quasi bollente sui semi (facendo attenzione a non cuocerli) e poi immergendoli per 12 – 24 ore in acqua tiepida. A questo punto dovrebbero aver assorbito l’umidità, gonfiandosi.
Usi e Tradizioni –
La Ervilia sativa, precedentemente classificata come Vicia ervilla Medik., appartiene all’antico nucleo colturale del Vicino Oriente, dove sono stati trovati resti preistorici e documenti che risalgono al 7000 a.C.. Tracce delle prime varietà addomesticate, infatti, sono state trovate in diversi siti archeologici in Turchia, che hanno rivelato, al metodo del carbonio-14, di risalire all’VII e VI millennio a.C.
I ceppi selvatici di questa pianta sono limitati a un’area che comprende l’Anatolia e il nord dell’Iraq, con un prolungamento verso sud lungo l’area antistante il Libano, la Siria e il Libano stesso.
È quindi un antico legume da granella utilizzato come mangime nel bacino del Mediterraneo. Questo legume ha un grande potenziale economico grazie alla sua alta resa con bassi input e al buon contenuto proteico, nonché alla resistenza al freddo e alla siccità. Tuttavia, la sua area di crescita e produzione risente della presenza della specie infestante e parassita Orobanche crenata.
Tra l’altro non esistono metodi efficaci per controllare selettivamente l’O. crenata in questa coltura, per questo motivo è necessario lo sviluppo di varietà resistenti e tolleranti all’infezione da O. crenata. Le risorse fitogenetiche sono preziose riserve per la sopravvivenza delle specie. Rappresentano un’importante variabilità genetica e consentono la possibilità di trovare caratteri di interesse, come nuove fonti di resistenza.
Comunque sia la pianta, un tempo, veniva coltivata nei terreni più poveri perché serviva per mandare in estro le pecore o come foraggio particolarmente energetico per i bovini da lavoro.
Questa pianta quando i legumi si aprono assomiglia alle lenticchie rosse. Per il consumo umano l’amaro dei semi deve essere rimosso attraverso la lisciviazione fatta con numerosi cambi di acqua bollente. A causa di questa amarezza, è improbabile che qualcuno possa accidentalmente confondere questa pianta con le lenticchie rosse.
Secondo Zohary and Hopf, solo gli esseri umani delle più povere classi economiche consumano questa coltura, o soltanto in tempi di carestia; comunque, Plinio il Vecchio scrive che questa pianta possedeva delle proprietà medicinali, citando la lettera di Augusto nella quale l’imperatore romano scrisse di aver riacquistato la salute con una dieta a base di vecciola (N.H., 18.38).
A livello foraggero è un eccellente mangime concentrato per ovini e bovini. È stata tenuta in grande considerazione da parte degli agricoltori nell’area del Mediterraneo dall’inizio dell’agricoltura per migliorare il valore nutrizionale di alimenti sfusi.
Tra gli sui commestibili si può consumare il seme, cotto e con numerosi cambi d’acqua per eliminare l’amaro, usati come le lenticchie.
Si possono usare occasionalmente nelle zuppe ma è più probabile che vengano consumati in periodi di scarsità di cibo quando.
Non si conoscono invece particolari impieghi medicinali.
È invece una pianta utile nella tecnica del sovescio.
Modalità di Preparazione –
L’ Ervilia sativa è una pianta di antichissima coltivazione oggi sempre meno impiegata sia nel campo dell’alimentazione umana che animale.
Oltre che come foraggio ed interessante pianta da sovescio può essere impiegata, con molta cautela, e con la tecnica della lisciviazione dei semi, per eliminare il sapore amaro, in campo alimentare ed utilizzata come le lenticchie o aggiungendo i semi a zuppe e minestre.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
– https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/181512568/original.jpeg
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.