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Abies sachalinensis

Abies sachalinensis

L’ Abete di Sakhalin (Abies sachalinensis (F.Schmidt) Mast., 1879) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Pinaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Pinophyta,
Classe Pinopsida,
Ordine Pinales,
Famiglia Pinaceae,
Genere Abies,
Specie A. sachalinensis.
È basionimo il termine:
– Abies veitchii var. sachalinensis F.Schmidt.
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie:
– Abies sachalinensis var. gracilis (Kom.) Farjon, che cresce in Kamčatk;
– Abies sachalinensis var. mayriana Miyabe & Kudo, che cresce in Sakhalin e Hokkaidō;
– Abies sachalinensis var. nemorensis Mayr, che cresce in Sakhalin e Hokkaidō.

Etimologia –
Il termine Abies viene da Abies che è il nome classico latino (Virgilio, Egloghe, dalla radice sanscrita abh sgorgare della resina); secondo un’altra interpretazione deriverebbe dalla parola greca ἄβιος = longevo.
L’epiteto specifico sachalinensis si riferisce all’isola in cui venne “descritta” per la prima volta.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Abies sachalinensis è una conifera che cresce nell’isola di Sakhalin, nelle Curili meridionali (Russia), e anche nell’Hokkaidō (Giappone) settentrionale.
Il suo habitat è quello dei suoli ben drenati ma umidi per gran parte dell’anno a causa del clima marittimo piovoso e variabile tra il fresco e il freddo, ad altitudini comprese tra il livello del mare e i 1650 m. Nel nord del suo areale si ritrova frequentemente tra gli 800 e 1100 m, in formazioni miste con altre conifere (Picea jezoensis, Picea glehnii, Larix gmelinii var. japonica e Pinus pumila). A quote più basse, oltre a formazioni pure, in associazione con caducifoglie come Betula ermanii, Quercus mongolica, Castanea crenata, Kalopanax septemlobus e Magnolia hypoleuca.

Descrizione –
L’ Abete di Sakhalin è una conifera che cresce fino a 30 m, con tronco che può raggiungere 1 m di diametro, a portamento piramidale con cima appiattita negli esemplari anziani.
La corteccia è inizialmente grigia-marrone, liscia con vesciche resinose, con l’età si divide in placche irregolari.
I rami si sviluppano orizzontalmente, con portamento ascendente. I virgulti sono di colore marrone, poco pubescenti, lievemente solcati.
Le foglie sono aghiformi, di colore verde scuro lucido, lunghe fino a 12-35 mm, con nervatura centrale e due bande di stomi nella faccia inferiore; si dispongono a spirale, contorte alla base, con punte dentellate o ottuse. Le gemme sono ovoidali e molto resinose.
Gli strobili maschili sono lunghi 1 cm, crescono raggruppati, gialli con microsporofilli rossastri.
I coni femminili sono di colore marrone scuro a maturazione; hanno forma ellissoidale-cilindrica e sono lunghi 5-8 cm e larghi fino a 3 cm, spesso disposti a gruppi, con punte acute o ottuse; le scaglie sono reniformi, pubescenti, lunghe 10 mm e larghe 16 mm. I semi sono lunghi circa 6 mm, di colore marrone con punti neri, con grande parte alata nera di 5×5 mm.

Coltivazione –
Per la coltivazione di questa pianta si tenga conto che in natura cresce dal livello del mare fino a 1.650 m in diverse aree, ma sull’isola di Sakhalin si trova ad altitudini di 800-1.100 m in popolamenti puri o in foreste miste con Picea jezoensis (abete rosso di Yezo) e Picea glehnii intorno al limite del bosco. Si trova anche a quote più basse con alberi di latifoglie tra cui Betula ermanii (betulla di Erman), Castanea crenulata, Kalopanax septemlobus (ricino aralia) e Magnolia hypoleuca.
Predilige estati fresche, inverni miti e precipitazioni intorno ai 1.500 mm, in terreni che tendono ad essere ben drenati e umidi, leggermente acidi con un PH di circa 5.
È una pianta molto tollerante all’ombra da giovane, la crescita è più lenta in ombra densa.
Nei terreni umidi forma apparati radicali superficiali mentre in quelli molto saturi forma una radice a fittone ben sviluppata.

Usi e Tradizioni –
L’Abies sachalinensis fu scoperta per la prima volta da Carl Friedrich Schmidt (1832-1908), un botanico tedesco baltico che la individuò sull’isola russa di Sakhalin nel 1866, ma non la introdusse in Europa.
Successivamente la pianta fu riscoperta dal collezionista inglese di piante Charles Maries, nel 1877 vicino ad Aomorisulla principale isola giapponese di Honshū, anche se, inizialmente pensava, fosse una varietà di Abies veitchii.
Questa conifera fino ad oggi è stata utilizzata in natura soprattutto per la produzione di pasta di legno per l’industria della carta.
Viene inoltre coltivata in giardini e arboreti in Russia, Nord Europa, Inghilterra e Stati Uniti.
Dall’abies sachalinesis si ricavano tinture abbronzanti, olii essenziali, fibre, legname e medicine.
Il suo legname viene impiegato per produrre scatole, casse, pallet, pali, paletti, recinzioni, pannelli di pareti e per l’uso in falegnameria (esterno/interno). Tuttavia il legno è di scarsa qualità per l’utilizzo in edilizia e carpenteria, ma viene massicciamente utilizzato nell’industria cartaria.
È, inoltre, un’importante specie in piantagioni nell’Hokkaido, dove comunque altre specie di Abies non sono utilizzate.
La corteccia è di colore bianco grigiastro, che con l’età inizia a diventare ruvida al tatto.
Per quanto riguarda gli aspetti ecologici questa specie, nonostante che lo sfruttamento economico sia in aumento nelle parti di areale al di fuori del Giappone, non sono stati identificati specifici e immediati rischi per la sua sopravvivenza; attualmente viene pertanto classificata come specie a rischio minimo di estinzione (Least Concern) nella Lista rossa IUCN.

Modalità di Preparazione –
L’ Abies sachalinensis fino ad oggi è stata utilizzata soprattutto per la produzione di pasta di legno per l’industria della carta.
Da questa pianta si ottengono tinture abbronzanti, olii essenziali, fibre, legname e medicine.
Viene inoltre utilizzata in parchi e giardini in Russia, Nord Europa, Inghilterra e Stati Uniti.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/63788178/original.jpeg
https://plant.depo.msu.ru/open/public/item/MW0000610/img/0.jpg?gbif

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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