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Riproduzione dell’Acero palmato

Riproduzione dell’Acero palmato

L’acero palmato o momiji (Acer palmatum Thunb.) è un arbusto della famiglia delle Sapindaceae, originario dell’estremo oriente. È una specie molto apprezzata come pianta ornamentale.

Habitat idoneo di riproduzione –
L’ Acer palmatum è una pianta originaria di un’area che comprende Giappone, Korea, Taiwan e Cina dove cresce in boschi collinari e montani di latifoglie in clima temperato su suolo ricco di sostanza organica, in una fascia altimetrica tra 100 ed i 1300 m. sl.m..

Propagazione –
L’acero palmato viene coltivato da secoli in Giappone per il suo portamento e la bellezza del fogliame, particolarmente evidente in autunno quando assume una vivace colorazione rossa. Ampiamente coltivato nei vivai dove si possono trovare numerosissime cultivar, riprodotte prevalentemente per talea. Molto apprezzato anche nella tecnica del bonsai, grazie alla grande adattabilità alla coltivazione in vaso. Non ha esigenze particolari per quanto riguarda il tipo di terreno ma teme i ristagni idrici e le correnti eccessivamente fredde; per quanto riguarda l’esposizione bisogna tener conto del fatto che, pur amando esposizioni soleggiate, è consigliabile l’ombreggiamento nelle ore con eccessiva insolazione nei climi più caldi (in particolare per le varietà a foglia verde o variegata). Non ama particolarmente le potature, in particolar modo quelle più severe, alle quali reagisce in modo stentato.
La propagazione avviene per seme. La semina va fatta non appena il seme è maturo in un ambiente freddo e di solito germina nella primavera successiva. Si consiglia di immergere il seme conservato per 24 ore e poi stratificare per 2 – 4 mesi a 1 – 8 °C. Può essere lento a germogliare. Il seme può essere raccolto ‘verde’ (quando è completamente sviluppato ma prima che si sia asciugato e abbia prodotto eventuali inibitori della germinazione) e seminato immediatamente. Dovrebbe germogliare a fine inverno. Se il seme viene raccolto troppo presto, produce piante molto deboli o può non germinare.
Le piantine vanno poi messe in singoli vasi, dove si fanno crescere fino a raggiungere un’altezza di 20 cm o più prima di trapiantarle in pieno campo.
La propagazione può essere effettuata anche tramite talee ottenute da giovani germogli all’inizio dell’estate. Le talee dovrebbero avere 2 – 3 paia di foglie, più un paio di gemme alla base. Si consiglia di rimuovere una porzione molto sottile di corteccia alla base del taglio, la radicazione è migliorata se si utilizza un ormone radicante. Le talee radicate devo germogliare durante l’estate prima di essere messe in vaso altrimenti è improbabile che sopravvivano all’inverno.

Ecologia –
L’ Acer palmatum è un specie originaria dell’estremo oriente, in un’area collocata tra Giappone, Korea, Taiwan e Cina dove cresce in boschi collinari e montani di latifoglie in clima temperato. Questa pianta viene spesso usata come ornamentale. L’Acer palmatum può essere trovato nei cortili, lungo i bordi delle strade e nei ruscelli.
Questa pianta è sfuggita alla coltivazione, si è naturalizzata ed è considerata una infestante in alcune zone del mondo come in alcune parti dell’Australia.
Si è naturalizzato negli Stati Uniti orientali e nelle Hawaii, in Canada e in Nuova Zelanda. L’uso diffuso di questa pianta aumenta le probabilità che altre sfuggano dalla coltivazione.




2 pensieri riguardo “Riproduzione dell’Acero palmato

  • Ida D'Andrea

    Vorrei una spiegazione per principianti.
    Taglio un ramoscello dell’aceto giapponese….ora proseguite voi il seguito?
    Così mi ritorna più facile, sperando di avere un paio di figlioletti dell’aceto giapponese.
    GRAZIE

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    • ecosostenibile

      Comprendiamo che vuoi proporre la propagazione per talea; in questo caso, chiariamo che il momento migliore è il periodo della tarda primavera o inizio dell’estate, in un momento in cui i germogli nuovi dell’albero madre non sono ancora maturi.
      Bisogna scegliere rami teneri ma già leggermente legnosi.
      A questo punto si taglia un germoglio lungo circa 12-15 cm.
      Ricordati di effettuare un taglio trasversale in modo da dare poi la massima superficie di contatto.
      Procedi poi con la rimozione delle foglie, lasciandone due o tre, cosa che impedisce una elevata evapotraspirazione e quindi difficoltà di attecchimento.
      Adesso immergi la superficie tagliata in una polvere radicante (non necessaria ma consigliata), che trovi nei negozi specializzati, chiedendo un ormone radicante, oppure, se vuoi fare questa prova preparala da te seguendo questo tutorial: https://antropocene.it/2018/05/17/ormone-radicante-dal-miele-fai-da-te/.
      Le talee così trattate vanno poste in vasi con un materiale non molto organico, possibilmente con granuli di lava o sabbia silicea mescolata a poca sostanza organica.
      Posiziona i vasi in un luogo luminoso, temperato (non vicino a stufe) ma non alla luce diretta del sole.
      Puoi coprire il tutto con una pellicola trasparente tipo quella che si usa per gli alimenti (operando dei fori) ma facendo in modo che questa microserra non aderisca su foglie e talee (tuttavia non è una operazione obbligatoria).
      A questo punto devi sempre tenere il substrato umido ma avendo cura che l’acqua in eccesso dreni dai vasi.
      Adesso devi solo attendere che radichi, cosa che capirai alla formazione delle prime nuove foglioline.
      Speriamo di aver superato la richiesta.

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