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Anoplophora chinensis

Anoplophora chinensis

Il Tarlo asiatico (Anoplophora chinensis Forster, 1771) è un coleottero appartenente alla famiglia dei Cerambycidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Ramo Bilateria,
Phylum Arthropoda,
Subphylum Tracheata,
Superclasse Hexapoda,
Classe Insecta,
Sottoclasse Pterygota,
Coorte Endopterygota,
Superordine Oligoneoptera,
Sezione Coleopteroidea,
Ordine Coleoptera,
Sottordine Polyphaga,
Infraordine Cucujiformia,
Superfamiglia Cerambycoidea,
Famiglia Cerambycidae,
Sottofamiglia Lamiinae,
Tribù Lamiini,
Genere Anoplophora,
Specie A. chinensis.
Sono sinonimi i termini:
– Cerambyx farinosus Houttuyn, 1766 Homo.;
– Cerambyx chinensis Forster, 1771;
– Lamia punctator Fabricius, 1776;
– Cerambyx pulchricornis Voet, 1778 Unav.;
– Cerambyx sinensis Gmelin in Linnaeus, 1790;
– Calloplophora abbreviata Thomson, 1865;
– Calloplophora afflicta Thomson, 1865;
– Calloplophora luctuosa Thomson, 1865;
– Calloplophora malasiaca Thomson, 1865;
– Anoplophora malasiaca (Thomson, 1865);
– Calloplophora sepulcralis Thomson, 1865;
– Anoplophora sepulchralis (Thomson, 1865) Lapsus calami;
– Melanauster perroudi Pic 1953.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Anoplophora chinensis è un coleottero originario del Giappone, della Cina, della Corea e del sud-est asiatico, dove è considerato un grave parassita.
Questo insetto, introdotto in altri Paesi, per la sua dannosità, è incluso tra le specie da quarantena nell’Unione Europea, in Canada e negli USA.
In Europa è stato segnalato in diversi Paesi tra cui: Italia, Svizzera, Turchia, Francia, Germania e Croazia.
È stato accidentalmente introdotto in Italia, dove la prima segnalazione della sua presenza risale al 2000 (Provincia di Milano).
Questo insetto è un insetto polifago in grado di attaccare e svilupparsi a spese di un numero elevato di latifoglie, sia arboree che arbustive appartenenti ad oltre 20 famiglie: sono inoltre note segnalazioni di colonizzazioni occasionali di conifere.
In Italia ha svolto il suo ciclo su piante di notevole importanza per l’arredo urbano e per il settore agro-forestale incluse nei generi Acer spp., Aesculus hippocastanum, Alnus spp, Betulla spp, Carpinus spp, Citrus spp, Cornus spp, Corylus spp, Cotoneaster spp, Crataegus spp, Fagus spp, Lagerstroemia spp, Malus spp, Platanus spp, Populus spp, Prunus laurocerasus, Pyrus spp, Rosa spp, Salix spp, Ulmus spp. oltre a queste piante l’Anoplophora chinensis è in grado di svilupparsi con successo su un grande numero di altre latifoglie.

Morfologia –
Il Tarlo asiatico si riconosce nella forma adulta per la presenza di lunghe antenne con segmenti ricoperti alla base da una pubescenza bianco-azzurra.
Presentano un dimorfismo sessuale con una lunghezza massima di circa 3,5 cm per le femmine e circa 2,5 cm per i maschi.
Gli adulti hanno inoltre un corpo di colore nero lucente con la presenza di macchie bianche evidenti sul dorso.
Le larve, che sono apode, hanno una colorazione bianco-crema con capo più scuro e mandibole ben evidenti; hanno una lunghezza massima di 6 cm.
La pupa si presenta di color crema ed ha una lunghezza variabile tra 27 e 38 mm.

Attitudine e Ciclo biologico –
L’Anoplophora chinensis è un insetto che compie l’intero ciclo uovo-adulto in uno, oppure, due anni, in funzione dell’ambiente climatico dove si sviluppa.
In Italia settentrionale lo sfarfallamento avviene dall’inizio di giugno alla fine di agosto. Gli adulti si alimentano a spese della corteccia dei getti dell’anno delle piante ospiti.
La femmina, dopo essersi nutrita, ovidepone in prossimità del colletto e sulle radici affioranti. Questa incide con le mandibole la corteccia e vi inserisce un singolo uovo. Ogni esemplare è in grado di deporre oltre 70 uova, potendo arrivare a circa 200 uova.
Dopo che le uova si sono schiuse le larve scavano subito gallerie di alimentazione nel legno delle radici e del fusto; inizialmente le gallerie sono superficiali, in seguito si approfondiscono.
Le gallerie vengono poi utilizzate per ospitare le pupe.
L’attività trofica viene interrotta nei mesi più freddi per riprendere l’anno successivo nel mese di marzo.
Infestazioni massicce del coleottero possono uccidere molti diversi tipi di alberi di latifoglie tra cui agrumi, noci pecan, melo, pino australiano, ibisco, sicomoro, salice, pera, gelso, mirtillo rosso, pioppo, litchi, kumquat, cedro rosso giapponese, quercia, ficus ed altre piante.
Gli attacchi di A. chinensis possono infatti causare notevoli danni alle piante sia a causa della progressiva distruzione del tessuto floematico che per quanto riguarda la stabilità.

Ruolo Ecologico –
L’ Anoplophora chinensis è un coleottero che, introdotto dai suoi Paesi di origine in altri habitat ha provocato e continua provocare gravi danni a varie piante anche per la mancanza di nemici naturali.
Il danno è provocato dall’azione di scavo nei tessuti legnosi del tronco e delle radici. La pericolosità rappresentata da questo insetto, non solo per le alberature urbane e per gli alberi dei parchi cittadini ma anche per il settore agricolo-forestale, è legata in particolare alla capacità di colonizzare piante sane di varie dimensioni ed età, a partire da quelle con un diametro del tronco di 2 – 3 cm.
Tuttavia gli alberi colpiti possono sopravvivere anche per più anni senza che si sia manifestata la presenza di questo coleottero anche se le piante manifestano vistosi deperimenti e seccumi che indeboliscono progressivamente la resistenza dei fusti e aumentando il rischio di collassi strutturali e caduta delle piante.
La specie che precedentemente era considerata da quarantena, in Italia, è sottoposta al rispetto della lotta obbligatoria DM del 9 novembre 2007 (pubblicato sulla GU n. 40 del 16/2/2008).
Tale decreto prevede in particolare:
– all’art. 3 il divieto, ai privati, di introdurre piante sensibili originarie di paesi terzi non
europei;
– all’art. 4 che venga effettuato un monitoraggio per verificare la presenza dell’insetto su tutto il territorio regionale, avvalendosi della collaborazione del Corpo forestale dello Stato o dei Servizi forestali regionali. Inoltre prevede che vengano informati i Servizi Fitosanitari regionali dell’introduzione di piante sensibili provenenti da paesi terzi nei territori di loro competenza;
– all’art. 5 l’obbligo a chiunque rilevi la presenza di insetti adulti o di piante con sintomi di attacco di segnalarlo al Settore Fitosanitario regionale.
Per la lotta contro questo insetto xilofago è necessario abbattere e distruggere, cippando e bruciando le piante colpite, ivi compreso l’apparato radicale.
L’uso di prodotti chimici contro questo coleottero non è, inoltre, in quanto nessun formulato commerciale ha, attualmente, la specifica registrazione per questa avversità.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Pollini A., 2002. Manuale di entomologia applicata. Edagricole, Bologna.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.



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