Gypsophila paniculata
Gypsophila paniculata
Il fiore della nebbia o velo della sposa (Gypsophila paniculata L.) è una specie erbacea perenne appartenete alla famiglia delle Caryophyllaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Caryophyllidae,
Ordine Caryophyllales,
Famiglia Caryophyllaceae,
Genere Gypsophila,
Specie G. paniculata.
Sono sinonimi i termini:
– Arrostia pani culata Raf.;
– Gypsophila effusa Tausc;
– Gypsophila hungarica Borbás;
– Gypsophila parviflora Moench;
– Gypsophila tatarica Gueldenst.;
– Lychnis procera Ledeb.;
– Saponaria paniculata (L.) H. Neumayer;
– Silene pani culata E. H. L. Krause.
Etimologia –
Il termine Gypsophila proviene dal greco γύψος gýpsos gesso e da φίλος phílos amico, amante: per l’habitat costituito da substrati calcarei.
L’epiteto specifico paniculata viene da panícula pannocchia: con infiorescenze a pannocchia.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Gypsophila paniculata è una pianta presente in Europa, Asia ed America.
Il suo habitat preferenziale è quello dei luoghi sabbiosi e sassosi asciutti anche in zone steppiche.
Descrizione –
La Gypsophila paniculata è una pianta dotata di rizoma, di dimensioni piuttosto modeste, potendo raggiungere i 0,75 m ma arrivare fino a 1,2 m di altezza.
Le foglie sono di colore grigio verdastro, lanceolate ed opposte a due a due.
I fiori sono minuscoli e possono essere semplici o doppi, di colore bianco o anche rosa e raramente rossi.
Coltivazione –
La Gypsophila pani culata è una pianta che ha bisogno di un’esposizione al sole e deve essere tenuta al riparo da pioggia e vento.
Viene coltivata per uso ornamentale ma anche raccolta allo stato naturale per uso locale come medicinale.
Richiede una posizione soleggiata e un terreno asciutto e ben drenato; le piante non sono longeve in terreni umidi o pesanti e preferiscono terreni calcarei.
Resiste a temperature fino a -20 °C.
La pianta si propaga per seme in primavera e trapiantata quando le piantine hanno raggiunto una dimensione per essere maneggiate.
Si può riprodurre anche per divisione dei cespi sia in primavera che in autunno.
Gli steli più grandi possono essere ripiantati direttamente nelle loro posizioni permanenti, anche se è meglio sistemarli in una serra fredda fino a quando non si radicano bene, per poi trapiantarli in primavera.
Un altro modo di propagarla è quello per talee basali da prelevare prima della fioritura della pianta. In questo caso si raccolgono i germogli quando sono lunghi circa 10 cm con abbondante fusto sotterraneo; vanno poi messi in vasi individuali e tenuti in ombra leggera in serra finché non si radicano bene. Il trapianto va eseguito in estate.
Usi e Tradizioni –
La Gypsophila paniculata appartiene ad un genere dove alcune piante contengono nella radice saponine. Anche se non sono stati fatti studi approfonditi su questa specie è possibile che li contenga. Sicuramente sono contenute nella radice in forma di saponine triterpeniche che hanno attività spermicida.
Sebbene velenose, le saponine hanno anche una serie di applicazioni medicinali e molte piante ricche di saponine sono utilizzate in erboristeria (in particolare come emetici, espettoranti e febbrifughi) o come fonti di materie prime per l’industria farmaceutica.
Le saponine hanno un sapore piuttosto amaro e sono generalmente scarsamente assorbite dal corpo umano, quindi la maggior parte passa senza danni. Le saponine sono molto più tossiche per molte creature a sangue freddo, come i pesci, e le tribù di cacciatori ne hanno tradizionalmente collocate grandi quantità in ruscelli, laghi, ecc..
Questa pianta è più conosciuta in campo ornamentale in quanto viene utilizzata per la produzione dei fiori recisi, soprattutto nei matrimoni, per questo ha il nome comune di velo da sposa.
Modalità di Preparazione –
La Gypsophila paniculata, oltre che per scopo ornamentale non riveste particolare importanza per uso alimentare, mentre per quello medicinale si può utilizzare la radice.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.