Parco Nazionale della Majella
Parco Nazionale della Majella
Il Parco Nazionale della Majella i cui codici identificativi sono: Codice WDPA 64513 e Codice EUAP 0013 è stato istituito nel 1991 ed è uno dei tre parchi nazionali dell’Abruzzo compreso tra le province di L’Aquila, Pescara e Chieti. Il territorio del parco si estende per una superficie di circa 62.838 ettari, su un terreno prevalentemente montuoso.
Infatti l’area di Parco si raccoglie attorno al grande massiccio calcareo della Majella e alle montagne del Morrone ad ovest e ai monti Pizi e Porrara ad est. La maggiore vetta compresa nell’area del parco è quella del monte Amaro (2.793 metri).
All’interno del parco si trovano ben sette riserve naturali statali e alcuni beni d’interesse culturale, tra i più rilevanti d’Abruzzo.
La Montagna della Majella, Padre dei Monti per Plinio il Vecchio, Montagna Madre per gli abruzzesi, alto, imponente, selvaggio, gruppo montuoso, fa parte, di diritto, del patrimonio mondiale dei Parchi Nazionali. Questo complesso è costituito geograficamente da quattro grandi individualità orografiche – la Majella propriamente detta, ampio e compatto massiccio calcareo, il Morrone, il Porrara e i Monti Pizzi, con le valli e i piani carsici che fra esse si interpongono – è un Parco Nazionale che per posizione geografica, per asprezza, vastità, e imponenza, per il rigore e la mutevolezza climatica, è sicuramente unico nel suo genere e racchiude al suo interno, in vaste aree (widelands), che presentano aspetti peculiari di natura selvaggia (wildland), la parte più pregevole e rara del patrimonio nazionale di biodiversità, di importanza europea e mondiale.
I suoi versanti, soprattutto quelli orientale e nord-occidentale, sono solcati da lunghissimi ed aspri valloni. Il fiume Orta, che raccoglie le acque di un vasto bacino, separa con un’ampia valle il massiccio della Majella dal Morrone. La valle è profondamente incisa nei territori dei comuni di Bolognano e San Valentino, formando un vero e proprio canyon.
Il massiccio del Morrone è costituito da una dorsale stretta ed allungata, compatta ed aspra al contempo, costituita da rocce calcaree e dolomitiche, che precipita nella piana di Sulmona tra balze rocciose scoscese. A sud, ai piedi del monte Pizzalto, i piani carsici noti come “altipiani maggiori d’Abruzzo”, detti anche “quarti” (Santa Chiara, Barone, Grande e Molino), posti a circa 1.250 m s.l.m., fanno da cerniera con l’area dei monti Pizzi-monte Secine, con boschi di faggi, acero di Lobel e diverse altre specie.
Compongono il Parco Nazionale della Majella le seguenti Provincie, Comunità montane e Comuni, che sono:
– Comunità montane: Peligna, Alto Sangro e altopiano delle Cinquemiglia, Majella e Morrone, Majelletta, Aventino-Medio Sangro, Medio Sangro.
– Province: L’Aquila, Chieti, Pescara.
– Comuni: Civitella Messer Raimondo, Fara San Martino, Gamberale, Guardiagrele, Lama dei Peligni, Lettopalena, Montenerodomo, Palena, Palombaro, Pennapiedimonte, Pizzoferrato, Pretoro, Rapino, Taranta Peligna, Ateleta, Campo di Giove, Cansano, Corfinio, Pacentro, Pescocostanzo, Pettorano sul Gizio, Pratola Peligna, Rivisondoli, Rocca Pia, Roccacasale, Roccaraso, Sulmona, Abbateggio, Bolognano, Caramanico Terme, Lettomanoppello, Manoppello, Popoli, Roccamorice, Salle, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Sant’Eufemia a Maiella, Serramonacesca, Tocco da Casauria.
La Flora
All’interno del Parco Nazionale della Majella sono state censite oltre 2.100 specie vegetali che rappresentano all’incirca un terzo (37%)di tutta la flora italiana; alcune specie sono state per la prima volta identificate dai botanici proprio in loco. Le specie animali sono invece oltre 150, tra cui posto di rilievo spetta al piviere tortolino.
Esitono alcuni progetti cofinanziati dall’UE atti a salvaguardare la biodiversità di questo Parco. Tra le specie di interesse comunitario al centro di questi progetti ricordiamo: Cypripedium calceolus, Adonis distorta, Androsace mathildae, Iris marsica, Astragalus aquilanus, Klasea lycopifolia, Jacobaea vulgaris subsp. gotlandica. Si tratta di sette specie vegetali rare, alcune endemiche ed in pericolo di estinzione.
Questi progetti prevedono altresì la conservazione in situ (“nel proprio ambiente”), la protezione ed il consolidamento delle popolazioni esistenti minacciate dalle attività umane e dall’evoluzione spontanea della vegetazione naturale. In particolare, si prevede la protezione e l’aumento dei popolamenti delle specie (sia aumentando il numero di individui nelle stazioni esistenti sia con la creazione di nuove stazioni) all’interno del Parco Nazionale della Majella (Cypripedium calceolus, Adonis distorta, Androsace mathildae, Iris marsica e Astragalus aquilanus), nel Parco Regionale Sirente-Velino (Klasea lycopifolia, Jacobaea vulgaris subsp.gotlandica, Astragalus aquilanus, e Adonis distorta) e nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Cypripedium calceolus e Iris marsica), utilizzando materiale vegetale coltivato “ex situ” (in ambiente artificiale) a partire da propaguli (semi e altre parti della pianta) raccolti in natura. Sui semi, che saranno raccolti nei parchi della regione Abruzzo e nei territori limitrofi, saranno effettuate le analisi dei processi di germinazione. Parte delle piante riprodotte saranno coltivate in specifici settori dei giardini botanici e dei centri visita dei parchi. E’ prevista inoltre la protezione dei siti di Klasea lycopifolia dal pascolo e dallo sfalcio che mettono a rischio la produzione di frutti.
Interessante è anche il patrimonio forestale del Parco che interessa più della metà del territorio dell’area protetta. Per circa due terzi esso è costituito da boschi, per la restante parte da arbusteti.
Prevalente troviamo la foresta temperata decidua, che si presenta in varie forme: faggete, cerrete, querceti di roverella (Quercus pubescens), ostrieti, formazioni igrofile ripariali, cui si aggiunge un unico popolamento relitto di betulla (Betula pendula). La componente sempreverde è invece composta da mughete, pinete di pino nero autoctono (Pinus nigra var. italica), rimboschimenti di conifere varie, ginepreti e dalla lecceta che si insedia sulle superfici più acclivi alle quote inferiori.
La tipologia fisionomica maggiormente diffusa è la faggeta, che occupa poco meno del 30% del territorio del Parco. Essa si colloca nella fascia montana, tra i 1000 e i 1800 m di quota. Più in basso sono collocati i querceti ed i boschi misti di caducifoglie termofile; più in alto, fino a 2300-2400 m s.l.m., gli arbusteti subalpini, cioè formazioni prostrate a pino mugo (Pinus mugo), ginepro nano (Juniperus communis var. saxatilis) o uva orsina (Arctostaphylos uva-ursi).
La popolazione di pino mugo della Majella, la più estesa di tutto l’Appennino, riveste una notevole importanza biogeografica e conservazionistica, trattandosi di specie rara che ha in Abruzzo il limite meridionale di distribuzione. Per contro, l’Acero di Lobel (Acer lobelii), specie arborea endemica legata alle faggete, vede proprio qui nel Parco, lungo il versante Adriatico, il suo limite settentrionale.
L’uso intenso delle risorse naturali dei secoli passati ha ridotto sia l’estensione, sia la complessità strutturale e funzionale della foresta che, generalmente, si trova in una condizione molto lontana dalle vere cenosi naturali. Tuttavia, negli ultimi decenni il bosco sta recuperando superficie e struttura e si può tranquillamente affermare che il territorio, nell’ultimo secolo, non è mai stato boscato come adesso.
Inoltre nel Parco Nazionale della Majella non mancano aspetti di foresta vetusta, caratterizzati dalla presenza di individui arborei di notevoli dimensioni ed abbondante legno morto, nonché da un’elevata diversità di specie. Ne sono esempi il Bosco di S. Antonio, a Pescocostanzo, ed alcune porzioni di faggeta nei territori di Palena e Pizzoferrato.
La Fauna
Il Parco Nazionale della Majella ospita il nucleo di orsi marsicani più importante presente fuori dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e relativa Zona di Protezione Esterna: la stima del 2015 è da 5 a 9 esemplari.
Nel Parco è presente la popolazione di camosci appenninici più importante in assoluto: circa 1.000 capi nel 2017. Da ricordare che il camoscio si era estinto in passato, ma fu reintrodotto nel 1991 prelevando alcuni esemplari dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Il lupo appenninico è presente con una popolazione (2013) di almeno 50 esemplari stabili, raggruppati in 11 branchi, più numerosi individui isolati ed erratici, per un totale di 70 – 80 lupi.
Il cervo fu rientrodotto negli anni ottanta nelle riserve naturali statali e ora conta circa 700 – 800 capi. Anche il capriolo fu reintrodotto nello stesso periodo del cervo e ora è una presenza comune in questa area protetta, anche se non se ne conosce il numero esatto.
Mammiferi: cinghiale, lepre, camoscio d’Abruzzo, cervo, capriolo, donnola, faina, gatto selvatico, istrice, orso marsicano, lontra, lupo appenninico, martora, moscardino, puzzola, riccio, rinolofo maggiore, tasso, talpa, vespertilio smarginato, volpe.
Rettili: il colubro di riccioli, la vipera dell’Orsini, la lucertola campestre, il ramarro;
Anfibi: salamandrina terdigitata, l’ululone dal ventre giallo
Uccelli: l’aquila reale, l’astore, la cinciarella, il codibugnolo, il falco pecchiaiolo, la coturnice, il falco pellegrino, il fringuello alpino, il gheppio, il gracchio alpino, il gracchio corallino, il lanario, il merlo, il picchio dorsobianco, il picchio muratore, il piviere tortolino, il sordone, lo sparviero.
Guido Bissanti