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Andrographis paniculata

Andrographis paniculata

La Chiretta verde o Carmantina (Andrographis paniculata (Burm.f.) Wall. ex Nees) è una specie erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Acanthaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Scrophulariales, Famiglia Acanthaceae e quindi al Genere Andrographis ed alla Specie A. pani culata.
Sono sinonimi i termini:
– Justicia paniculata Burm.f., che il basionimo;
– Andrographis paniculata var. glandulosa Trimen;
– Justicia latebrosa Russell ex Wall.

Etimologia –
Il termine Andrographis proviene dal greco ἀνήρ, ἀνδρός anér, andrόs uomo, maschio e da γραφή graphé disegno, pittura: uomo dipinto, per i lobi fiorali che richiamo l’aspetto di un uomo a braccia alzate con disegni su volto e braccia.
L’epiteto specifico pani culata deriva da panícula pannocchia: con infiorescenze a pannocchia.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Andrographis pani culata è una pianta originaria dell’India e dello Sri Lanka ed è diffusa nei paesi asiatici tropicali, spesso in zone isolate.
Inoltre è stata introdotta in zone settentrionali dell’India, così come in Giava, Malaysia, Indonesia, nelle Indie Occidentali, e altrove in America. La specie si trova anche a Hong Kong, Thailandia, Brunei, Singapore, e in altre parti dell’Asia.
Viene comunque ampiamente coltivata nel sud e nel sud-est asiatico, dove le foglie e le radici vengono tradizionalmente usate per trattare le infezioni e alcune malattie. La pianta intera è utilizzata anche per scopi medici.
Il suo habitat è quello delle pianure, colline, coste e zone antropizzate e coltivate, come i bordi delle strade, fattorie e territori in rovina, tra le pianure e le zone collinari fino a 500 m.

Descrizione –
La Chiretta verde o Carmantina è una pianta erbacea con portamento eretto fino ad un’altezza di 30-110 cm.
Il fusto è sottile e di colore verde scuro, squadrato in sezione trasversale con solchi longitudinali e ali lungo gli angoli.
Le foglie sono di forma lanceolata, con lame senza pelo che misurano fino a 8 cm di lunghezza e 2,5 cm.
I fiori sono piccoli fiori, di colore bianco – rosa, solitari, disposti in racemi sparsi o pannocchie.
Il periodo di fioritura va da settembre a dicembre.
Il frutto è una capsula lunga circa 2 cm e larga pochi millimetri e contiene molti semi giallo-marroni.
I semi sono subquadrati, rugosi e glabri.

Coltivazione –
L’ Andrographis paniculata è una pianta che anche se si sviluppa di più in zone umide ed ombreggiate, i migliori risultati si hanno in posizione soleggiata.
La semina va effettuata nei mesi di maggio e giugno nelle aree settentrionali mentre può essere anticipata anche all’inizio della primavera in aree a clima temperato.
Le piante vanno messe preventivamente in semenzaio e trapiantate poi ad una distanza di 60 cm x 30 cm.
In India, comunque, la principale fonte di piante proviene dall’habitat selvatico. Sotto il nome commerciale Kalmegh, vi è un commercio, ogni anno in media 2.000-5.000 tonnellate di piante.

Usi e Tradizioni –
L’ Andrographis pani culata è una pianta conosciuta da tempi antichi essendo stata utilizzata nella medicina tradizionale quale la Siddha e l’ayurvedica e nella medicina tribale indiana.
Questa pianta forse non era conosciuta nel mondo greco-romano, mentre lo era nei Paesi asiatici già nel 2000-3000 a.C.
La medicina tradizionale indiana ma anche quella cinese e tailandese, ancora oggi raccomandano l’impiego di questa droga nei casi di febbre associata a malattie infettive. In Thailandia e in Cina vengono, poi, da sempre sfruttate le sue proprietà amare per alleviare i disturbi correlati alla digestione. In India è stata utilizzata anche per curare il diabete, il colera, la dissenteria, la bronchite, la gonorrea e per “purificare” il sangue. Nei Paesi asiatici la droga è stata inoltre utilizzata come rimedio antielmintico e per combattere l’itterizia, i disturbi epatici e il mal di gola. In Europa la droga è popolare nei Paesi scandinavi che la utilizzano come rimedio contro l’influenza e il raffreddore.
Questa pianta è un importante ingrediente della formulazione polierbale con il nome di “Nilavembu kudineer Choornam” in medicina Siddha.
Secondo il Mayo Clinic Book of Alternative Medicine, “un prodotto specifico (Andrographis combinata con Eleutherococcus senticosus) può ridurre la durata e i sintomi del raffreddore comune.” Si riporta anche che “Le donne in gravidanza non dovrebbero usare andrographis perché potrebbe interrompere la gravidanza.”
A livello clinico una ricerca ha concluso che le prove dell’esistenza di studi clinici controllati supporta l’esistenza di un ruolo di questa pianta nel trattamento dei sintomi delle infezioni delle vie respiratorie superiori.
Non esistono invece ancora prove scientifiche di efficacia nel trattamento del cancro.
In generale la parte attiva, costituita dalle foglie, è utilizzata nella medicina tradizionale cinese nel trattamento delle infezioni, dell’infiammazione, del raffreddore, della febbre e della diarrea.
Le sue proprietà sono state confermate da diversi studi e può essere considerata un valido supporto anche in associazione con terapie convenzionali, per le infezioni delle vie respiratorie.
Questa pianta risulta avere una duplice azione: sia di supporto immunostimolante sia utile come prevenzione, mentre a dosaggi più elevati si accentua la sua azione antinfiammatoria. Utile in caso di artrite reumatoide. È un tonico amaro, coleretico, immunostimolante, epatoprotettivo, antipiretico, antinfiammatorio, antipiastrinico, antiossidante, antielmintico, antivirale.
È utile in caso di: Infezioni batteriche e virali dei primi tratti delle vie respiratorie e riduzione della febbre associata; prevenzione di raffreddore e faringotonsillite; prevenzione delle infezioni delle vie urinarie dopo litotripsia ad onde d’urto; Infezioni enteriche.
Il principio attivo più importante è un lattone di terpenico: l’andrographolide. L’assorbimento di questa sostanza nell’uomo è rapida e raggiunge la massima concentrazione plasmatica dopo circa 2 ore, persistendo in circolo per circa una decina di ore.
La caratteristica più conosciuta dell’ Andrographis paniculata è la sua proprietà epatoprotettrice, utile in associazione con altri fitocomplessi per la protezione e alla stimolazione di una fisiologica attività epatica.
Alcuni studi clinici sull’ Andrographolide, dimostrano la capacità di aumentare i livelli dell’attività degli enzimi antiossidanti e del Glutatione e di diminuire l’attività della perossidasi lipidica che conduce alla generazione dei radicali liberi che danneggiano le cellule.
L’Andrographolide rinforza le difese del nostro corpo incrementando il numero dei Linfociti T, potenzia il rilascio di interferone antivirale, stimolando l’attività del sistema linfatico che è la sede del nostro sistema di difesa.
L’Andrographolide ha inoltre proprietà antivirali contro l’herpes simplex ed il virus HIV.
Tra le avvertenze si ricorda di non usare in gravidanza. I soggetti che soffrono di ulcera o gastrite dovrebbero assumere gli estratti a stomaco pieno per evitare un’eventuale acutizzazione del “mal di stomaco”
Per quanto riguarda la composizione ed i principi attivi dell’ Andrographis paniculata , il maggior costituente è l’Andrografolide, oltre ad altri polifenoli e flavonoidi. Questa molecola dal sapore amaro è stata isolata in forma pura da Gorter nel 1911.
Tra gli altri costituenti ricordiamo:
– 14-Deossi-11-deidroandrografolide, nella pianta;
– 14-Deossi-11-oxoandrografolide, nella pianta;
– 5-Idrossi-7,8,2’,3’-Tetrametossiflavone, nella pianta;
– 5-Idrossi-7,8,2’-Trimetossiflavone, nei tessuti;
– Andrografine, nella radice;
– Andrografolide, nella pianta;
– Neoandrografolide, nella pianta;
– Panicolina, nella radice;
– Paniculide-A, nella pianta;
– Paniculide-B, nella pianta;
– Paniculide-C, nella pianta.

Modalità di Preparazione –
Per l’utilizzo delle potenzialità di questa pianta esistono in commercio dei preparati standardizzati in tavolette, che contengono 5,25 mg di andrographolide e diossiandrografolide; in genere viene consigliata L’assunzione di 4 tavolette 3 volte al giorno. Per la polvere, la dose è non più di 2 grammi al giorno.
L’infuso viene preparato con 5 gr di prodotto in lasciato infondere per quindici minuti in 250 mg di acqua, poi si filtra e si beve una volta al giorno.
Nei paesi asiatici si prepara anche un the, (preparato come un infuso prolungato), con le foglie e dal caule della pianta, che si consuma nella misura di 1-4 ml al giorno e una tintura, nella misura di 2,5-5 ml al giorno.
Tra le controindicazioni si ricorda che il suo uso può provocare effetti indesiderati di lieve entità che scompaiono con la sospensione del trattamento. Si possono avere mal di testa, stanchezza, disturbi gastrointestinali e un sapore amaro/metallico in bocca.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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