Un Mondo Ecosostenibile
Guide PratichePrincipi Attivi

Indigotina

Indigotina

L’indigotina, il cui termine nella nomenclatura IUPAC è: Disodio; (2E) -3-osso-2- (3-osso-5-solfonato-1H-indol-2-ilidene) -1H-indol-5-solfonato e la cui formula bruta o molecolare è: C16H8N2Na2O8S2 ed è quindi il sale sodico dell’acido 5,5′-indigodisolfonico, di aspetto solido e di colore blu scuro inodore.
L’indigotina è un indicatore del pH conosciuta anche con la sigla E132, nella codifica europea degli additivi alimentari.
L’indigotina è una sostanza che è approvata per l’uso come colorante alimentare negli Stati Uniti ed in Europa.

L’indigotina, anche se prodotto quasi completamente per via sintetica è presente in natura e si può estrarre da due specie in particolare che sono il Guado (Isatis tinctoria L.) e l’Indaco dei tintori (Indigofera tinctoria L., 1753).
L’indigotina è un colorante, di colore blu, utilizzato in caramelle, sciroppi, frutta candita, biscotti e dolciumi. È considerato leggermente tossico e potrebbe essere cancerogeno, anche se non esistono sufficienti studi per definirlo tale. In caso di allergie, l’indigotina può essere responsabile di nausea, vomito, orticaria, ipertensione e problemi respiratori. In generale, non si conoscono ancora a fondo i suoi effetti sulla salute umana.
In certi casi l’indigotina, può essere impiegata nei cosmetici.

Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *