Pterocarpus indicus
Pterocarpus indicus
L’Amboina (Pterocarpus indicus Willd.) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Fabaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Fabales,
Famiglia Fabaceae,
Sottofamiglia Faboideae,
Tribù Dalbergieae,
Genere Pterocarpus,
Specie P. indicus.
Sono sinonimi i termini:
– Echinodiscus echinatus Miq.;
– Lingoum echinatum (Pers.) Kuntze;
– Lingoum indicum (Willd.) Kuntze;
– Lingoum rubrum Rumph.;
– Lingoum saxatile Rumph.;
– Lingoum wallichii Pierre;
– Pterocarpus blancoi Merr.
– Pterocarpus carolinensis Kaneh.
– Pterocarpus casteelsi var. ealaensis Hauman;
– Pterocarpus echinatus Pers.;
– Pterocarpus klemmei Merr.
– Pterocarpus obtusatus Miq.
– Pterocarpus pallidus Blanco
– Pterocarpus papuanus F.Muell.
– Pterocarpus pubescens Merr.
– Pterocarpus vidalianus Rolfe
– Pterocarpus wallichii Wight & Arn.
– Pterocarpus zollingeri Miq.
– Pterocarpus santalinus Blanco;
– Pterocarpus vidalianus Rolfe.
Etimologia –
Il termine Pterocarpus proviene dal greco πτερóν pterόn ala e da carpos frutto: con frutti alati.
L’epiteto specifico indicus è in riferimento alle sue origine dalle Indie, nel senso più vasto di Indie Orientali.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Pterocarpus indicus è una pianta con un areale di origine che comprende l’Asia dell’est e con precisione: Brunei, Cambogia, Cina (Guangdong e Yunnan), Filippine, Giappone (Isole Nansei-Shoto), Indonesia, Isole Salomone, Malaysia, Micronesia, Myanmar, Palau, Papua Nuova Guinea, Taiwan, Thailandia, Vanuatu e Vietnam.
Il suo habitat è quello delle foreste, spesso in prossimità di corsi d’acqua, dal livello del mare fino a circa 1300 m di altitudine.
Descrizione –
Il Pterocarpus indicus è un albero sempreverde o brevemente deciduo, che può raggiungere i 30 m di altezza.
Ha un’ampia e densa chioma e rami inizialmente ascendenti, poi arcuati ed eventualmente ricadenti.
Il tronco è eretto, con un diametro fino a 2 metri, provvisto alla base di radici tabulari (radici appiattite simili a contrafforti che contribuiscono al sostegno di grandi alberi), con corteccia grigiastra, che nei vecchi esemplari tende a sfaldarsi in strisce longitudinali, dalle cui ferite essuda una resina rossa.
Questa pianta possiede un apparato radicale che è capace di fissare l’azoto atmosferico arricchendone il suolo.
Le foglie sono alterne, imparipennate, lunghe 15-30 cm, con 5-11 foglioline alterne ovato-ellittiche con margine intero e apice bruscamente appuntito, lunghe 5-12 cm e larghe 3-7 cm, di colore verde brillante.
Le infiorescenze sono ascellari, raramente terminali, racemose o a pannocchia, lunghe 10-18 cm, portanti numerosi fiori ermafroditi fragranti, su un pedicello lungo 0,8-1 cm, con calice campanulato verde, lungo 0,5 cm, e corolla papilionacea, di circa 1,6 cm di lunghezza, di colore giallo o giallo arancio, con vessillo ovato-oblungo e ali oblunghe con margini ondulati, carena più piccola delle ali e 10 stami, di cui 9 con i filamenti saldati tra loro ed uno libero (stami diadelfi).
Fiorisce in modo gregario colorando progressivamente l’intera chioma di giallo.
Il frutto è un legume indeiscente orbicolare appiattito, di 5-7 cm di diametro, alato lungo i margini, inizialmente di colore verde chiaro, poi bruno a maturità, contenente 1-2 semi reniformi, di 1-2 cm di lunghezza, di colore bruno; i frutti sono dispersi principalmente dal vento e in misura minore dall’acqua, potendo galleggiare, per le popolazioni rivierasche.
Coltivazione –
Il Pterocarpus indicus è un albero a rapida crescita che può essere coltivato nelle zone a clima tropicale e subtropicale umido.
Non sopporta temperature di poco inferiori a 6-8 °C se non eccezionali e per brevissimo periodo, dove viene spesso utilizzato in parchi e giardini di grande estensione o come alberatura stradale, per il fogliame ornamentale e la brillante fioritura, ma va attentamente studiata la sua collocazione per l’esteso apparato radicale superficiale.
Nei tropici umidi si trova ad altitudini fino a 750 metri, sebbene possa essere coltivata ad altitudini più elevate e cresce meglio in aree in cui le temperature diurne annuali sono comprese tra 24 e 32 °C, ma può tollerare tra 12 e 37 °C.
Preferisce una piovosità media annua compresa tra 2.000 e 3.000 mm, ma tollera 1.500 – 3.500 mm.
Questa pianta richiede una esposizione in pieno sole, o al più una leggera ombreggiatura, e si adatta ad un’ampia varietà di suoli, ma cresce al meglio in quelli profondi, drenanti e fertili, da leggermente acidi a leggermente alcalini. Tollera livelli moderati di sale nel suolo e preferisce un pH compreso tra 5,5 e 6,5, tollerando tra 5 e 7,5.
La riproduzione avviene per seme, in substrato organico drenante, mantenuto costantemente umido alla temperatura di 25-28 °C, con tempi di germinazione di 1-12 settimane e prima fioritura dopo 5-7 anni, e per talea anche legnosa, rami fino a 6 cm di diametro radicano facilmente e iniziano a fiorire dopo 2-3 anni.
Gli alberi di solito iniziano a fiorire e fruttificare tra i 5 ei 10 anni di età e le piante possono fiorire e produrre frutti tutto l’anno.
Usi e Tradizioni –
Il Pterocarpus indicus è conosciuto con vari nomi, in funzione dell’areale dove cresce. Tra questi nomi ricordiamo: Amboyna wood, Andaman redwood, Burmese rosewood, narra, Malay padauk, Papua New Guinea rosewood, Philippine-mahogany (inglese); angsanah, paduk (birmano); bluwota (bislama); zi tan (cinese); narra (filippino); santal rouge amboine (francese); almug (giavanese); lal chandan (hindi); bethonne, hanemara (kannada); yaeyama-shitan (giapponese); angsana (indonesiano); pitasala (sanscrito); mai pradoo (thailandese); peddagi (telegu).
Le ampie fronde ricadenti, di un bel verde brillante, ne fanno una pianta ornamentale per i giardini dei tropici. Da secoli il Pterocarpus indicus è utilizzato nella medicina tradizionale per varie patologie. Studi di laboratorio hanno di recente evidenziato la presenza nelle radici, corteccia e foglie di composti bioattivi con attività antibatterica.
Questa pianta ha comunque anche impieghi alimentari.
Nelle aree di origine pare che si mangino le giovani foglie e i fiori profumati.
I fiori vengono visitati dalle api è producono miele mentre gli infusi di foglie sono usati come shampoo. Le foglie sono presumibilmente buone per la ceretta e la lucidatura di ottone e rame. È anche una fonte di kino o resina.
Le foglie sono usate anche nella medicina tradizionale per trattare una varietà di problemi di salute. Le foglie contengono flavonoidi. I flavonoidi sono antiossidanti che forniscono benefici per la salute degli esseri umani, come benefici antinfiammatori e antiallergici. I flavonoidi nelle foglie possono essere in grado di prevenire danni ai reni.
Nella medicina popolare è usato per combattere i tumori.Questa proprietà potrebbe essere dovuta a un polipeptide acido trovato nelle sue foglie che inibisce la crescita delle cellule del carcinoma dell’ascite di Ehrlich mediante l’interruzione delle membrane cellulari e nucleari.
Inoltre un tempo era anche una delle fonti di lignum nephriticum, un diuretico usato in Europa dal XVI al XVIII secolo. La sua reputazione era dovuta ai suoi infusi di legno, che sono fluorescenti.
Il Pterocarpus indicus ha, comunque, anche usi agroforestali.
Albero che, come detto, fissa l’azoto, è stato raccomandato per l’uso nei sistemi agroforestali e come albero da ombra per caffè e altre colture.
Dalla corteccia si ottiene un colorante rosso ed è una fonte di kino, una sostanza rossa che ricorda la resina, ottenuta picchiettando diversi alberi tropicali non correlati. Si usa localmente, come astringente e abbronzante.
Il legno, di colore rosso bruno, presenta ottime caratteristiche di durezza, durata, facilità di lavorazione e resistenza alle termiti, ed è altamente apprezzato e utilizzato in molti dei paesi di origine per mobili di pregio, pannellature, pavimenti, strumenti musicali e oggetti artistici. Per l’eccessivo sfruttamento, anche illegale, la sua presenza in molte delle aree di origine si è rarefatta, tanto da essere inserito, come “vulnerabile” (specie a rischio di estinzione in natura), nella lista rossa della IUCN (International Union for the Conservation of Nature). Viene anche impiegato nei programmi di riforestazione e stabilizzazione dei suoli, e per la sua resistenza anche come barriera frangivento.
Da sottolineare che la pregiatissima radica di Amboyna, uno dei prodotti in legno più rari e apprezzati al mondo, è contrassegnata da piccoli riccioli e nodi contorti.
Quando si lavora il legno si avverte un caratteristico odore dolce. Inoltre più il legno è rosso, più è pesante, ma una densità media potrebbe essere di 720 kg/m³. È poco utilizzato per la tornitura ornamentale, ma poiché la radica è così figurata trova un importante impiego per intarsi ed altre decorazioni.
Inoltre, sebbene la legna è raccomandata come legna da ardere, potrebbe certamente essere utilizzata come combustibile; tra l’altro brucia anche quando è verde.
Questa pianta è l’albero nazionale delle Filippine.
Modalità di Preparazione –
Tutte le parti del Pterocarpus indicus sono variamente utilizzate nella medicina tradizionale per varie patologie.
Per uso medicinale, invece, dal tronco della pianta si estrae una resina appiccicosa, amara e oleosa.
Si dice che sia antibiliare, emetico e starnutatorio ed è usato per trattare disturbi di gola, piaghe della bocca ed è un rimedio popolare per i tumori, soprattutto della bocca.
Un tempo veniva somministrata nel trattamento della diarrea, spesso in combinazione con l’oppio.
Le foglie essiccate vengono mescolate con acqua e bevute quotidianamente per curare il mal di testa.
Dalle giovani foglie si ottiene un infuso che viene usato nel trattamento di costipazione, mal di stomaco, febbri, asma e ulcere della bocca.
Le foglie fresche vengono masticate con noce di betel per alleviare la tosse.
Le foglie giovani vengono applicate esternamente su foruncoli, calore pungente e ulcere.
Le foglie triturate finemente in polvere vengono applicate sulla vagina si dice che le foglie inibiscano significativamente la crescita delle cellule del carcinoma dell’ascite di Ehrlich.
Un succo ricavato dalle radici viene usato per curare la sifilide.
La corteccia viene masticata dalle donne con ciclo irregolare per indurre le mestruazioni.
Un’infusione della corteccia essiccata viene utilizzata nel trattamento della polmonite.
Il succo della corteccia fresca viene applicato localmente per curare ferite e piaghe.
L’infuso di foglie è usato come shampoo.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
– https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/121273963/original.jpeg
– https://powo.science.kew.org/taxon/urn:lsid:ipni.org:names:516487-1
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.