Come si coltiva il Sambuco
Come si coltiva il Sambuco
Il sambuco comune (Sambucus nigra L.) è una pianta della famiglia delle Adoxaceae, molto diffusa in Italia, dalla pianura fino a 1400 metri di quota, soprattutto negli ambienti ruderali (rive, strade, ferrovie, ecc.), nei boschi umidi e sulle rive dei corsi d’acqua.
È una pianta originaria dell’Europa e del Caucaso; oggi è una specie ormai cosmopolita, diffusa in tutte le aree temperate dei continenti.
Le parti riproduttive del Sambucus nigra compaiono tra aprile e giugno; sono dei fiori di colore bianco crema, riuniti in corimbi ombrelliformi. I frutti sono delle drupe globose, succose a maturità, viola-nerastre; contengono da 2 a 5 noccioli monospermi a forma di pinolo.
Coltivazione –
Il sambuco non è una pianta che ordinariamente si coltiva ma può essere interessante la sua introduzione sia per scopi ornamentali che per gli utilizzi medicinali-erboristici.
Per la sua coltivazione il Sambucus nigra predilige posizioni soleggiate o parzialmente soleggiate. Tuttavia per ottenere una maggiore fioritura le piante vanno collocate in una posizione più soleggiata, dove possano ricevere alcune ore di luce diretta al giorno. Crescono comunque bene anche in posizioni di semi ombra ma, in questo caso, la fioritura sarà minore.
Il Sambucus nigra può resistere anche a temperature piuttosto rigide e non presenta particolari problemi neanche se coltivato in zone in cui, nella stagione estiva, le temperature sono piuttosto elevate.
Dal punto di vista pedologico predilige terreni umidi e ben drenati, anche se la pianta si adatta a vivere anche negli altri tipi di terreno dato il suo carattere rustico .
Il substrato ideale è quello formato da sabbia, terriccio e torba, così che risulti essere ben drenato e soffice.
Per quel che concerne la fornitura d’acqua, gli esemplari posti in piena terra si accontentano dell’acqua piovana e possono sopportare anche periodi di siccità, mentre quelli coltivati in vaso hanno bisogno, durante la primavera e l’estate, di annaffiature moderate che non creino ristagni d’acqua.
Usi –
Il sambuco è una pianta nota per le proprietà benefiche dei suoi fiori e delle sue bacche e trova largo impiego nella fitoterapia.
Questa pianta viene utilizzata per gli estratti da corteccia, foglie, fiori, frutti e radici che da tempo vengono usati nel trattamento di bronchiti, tosse, infezioni del sistema respiratorio superiore e febbre.
Viene utilizzato in erboristeria per le sue proprietà diuretiche, diaforetiche, antinevralgiche, emollienti, lassative, antifibrillanti, emetiche, antireumatiche, depurative e leggermente antinfiammatorie, nonché per la secrezione bronchiale. È consigliato anche per raffreddore comune, infezione delle vie respiratorie, tosse, faringite, bronchite, rinite, stitichezza o stipsi, emorroidi, aritmia, infezione o infiammazione delle vie urogenitali, cistite, uretrite, calcolosi delle vie urinarie, edema da ritenzione, reumatismi, gotta (aiuta ad eliminare l’acido urico), problemi della pelle, dermatosi, eruzione cutanea, nevralgia, epilessia, necessità di depurare l’organismo. Tra gli organi principali sui quali ha effetto benefico vi sono cuore, reni, cavo orale, intestino, stomaco, apparato urinario, fegato e sistema immunitario.
Inoltre i fiori vengono usati per preparare frittelle, dolci casalinghi e uno squisito sciroppo. Con i frutti ben maturi si ottiene un fermentato (vino di sambuco) e si possono preparare sciroppi, gelatine e marmellate.
Il midollo di sambuco veniva impiegato nella strumentazione da laboratorio e in modellistica.
Controindicazioni –
Si ricorda, tuttavia, che a parte i frutti e i fiori, che hanno in genere effetti benefici, tutto il resto della pianta (foglie e semi compresi) è velenoso poiché contiene il glicoside sambunigrina (con formula chimica: C14H17NO6).
L’assunzione di sambuco può influire sull’attività dei farmaci immunosoppressori perché può aumentare l’attività del sistema immunitario, si consiglia quindi di rivolgersi al proprio medico curante per valutarne la compatibilità. Inoltre l’applicazione sulla pelle di foglie e fiori freschi provoca violente irritazioni ed eritemi.