Ophioglossum vulgatum
Ophioglossum vulgatum
L’ofioglosso comune (Ophioglossum vulgatum L., 1753) è una felce appartenente alla famiglia delle Ophioglossaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Divisione Pteridophyta,
Classe Psilotopsida,
Ordine Ophioglossales,
Famiglia Ophioglossaceae,
Genere Ophioglossum,
Specie O. vulgatum.
Sono sinonimi i termini:
– Ophioglossum alpinum Rouy;
– Ophioglossum pycnostichum (Fern.) A. & D. Löve;
– Ophioglossum vulgatum var. pycnostichum Fern..
Etimologia –
Il termine Ophioglossum proviene dal greco οφιϛ ophis serpente e da γλωσσα glossa lingua: lingua di serpente.
L’epiteto specifico vulgatum viene da vúlgus volgo: molto comune, ordinario per la grande diffusione, banale.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ofioglosso comune è una felce a vasta distribuzione circumboreale con presenza in Europa, compresa la Gran Bretagna, dall’Islanda meridionale e orientale all’Africa settentrionale, all’Asia settentrionale e occidentale.
In Italia è presente in tutte le regioni salvo che in Valle d’Aosta, Puglia e forse Calabria.
Il suo habitat è quello dei prati umidi e nei boschi ombrosi, soprattutto nelle praterie periodicamente inondate a Molinia coerulea, con optimum al di sotto della fascia montana superiore, da 0 a 1700 m s.l.m..
Descrizione –
L’ Ophioglossum vulgatum è una specie pteridofita perenne, alta 8-30 cm, munita di un corto rizoma verticale con radici fascicolate.
Ha una lamina sterile (nomofillo) generalmente solitaria (eccezionalmente due), di color verde giallastro e lucente, di forma da ovale a ovale-lanceolata a margine intero e spesso mucronata all’apice, subsessile, a base rotondata e concava, larga fino a 5 cm e lunga fino a 12 cm, con nervatura reticolata e con nervi secondari non anastomosati; essa si sviluppa sopra il livello del terreno su un asse coperto alla base da una guaina bruna.
La lamina fertile (sporofillo) è trasformata in una spiga lineare di 2-6 cm (3-4 mm Ø) con la punta sterile, inserita su un lungo peduncolo alla base della lamina sterile e alla fine sorpassante essa.
Gli sporangi sono globosi, saldati fra loro, con pareti spesse e privi di anulus, deiscenti in 2 valve per fenditura trasversale, inseriti con 15-40 coppie ai lati della spiga.
Possiede spore trileti, reticolato-verrucose.
La pianta scompare rapidamente dopo la liberazione delle spore, con scorificazione che avviene nel periodo tra aprile e luglio.
Coltivazione –
Il ciclo riproduttivo degli Ophioglossum è complesso in quanto lo sviluppo del protallo (gametofito) richiede la presenza di un fungo simbionte e impiega diversi anni prima di poter generare un nuovo sporofito.
Purtroppo gli ophioglossum appaiono in regresso per questa presumibile perdita di competitività e per i danni provocati genericamente dall’uomo all’ambiente.
Questa felce viene raccolta allo stato naturale per l’uso locale come alimento e uso medicinale.
Questa felce per crescere preferisce un terreno umido e drenante ed è resistente a temperature minime fino a circa -15 °C.
I protalli (piccola pianta che si forma quando la spora germina) di questa specie formano una relazione simbiotica con un fungo micorrizico più o meno allo stesso modo delle piantine di orchidee.
La propagazione avviene per spore che andrebbero quando sono appena maturate su un substrato ricco di humus e sterilizzato. Si consiglia di mantenere il substrato umido, per esempio tramite un film di plastica. Dopo di ché si invasano le piccole piantine non appena sono abbastanza grandi da poterle maneggiare; queste vanno mantenute in condizioni umide fino a quando non si sono ben stabilizzate. Si consiglia di non piantare all’aperto fino a quando le felci non hanno almeno 2 anni.
Si può operare la propagazione anche per divisione dei rizomi sotterranei, trattandoli con cura perché le radici sono alquanto fragili.
Usi e Tradizioni –
Le Ophioglossaceae sono felci eusporangiate (gli sporangi maturi sono dotati di una parete formata da più strati cellulari e lo sviluppo avviene partendo da più cellule).
Per quanto riguarda l’uso alimentare e medicinale di questa pianta, sebbene non siano state riscontrate segnalazioni di tossicità per questa specie, alcune felci contengono sostanze cancerogene, quindi è consigliabile una certa cautela.
Molte felci contengono anche tiaminasi, un enzima che priva il corpo del suo complesso vitaminico B. In piccole quantità questo enzima non danneggerà le persone che seguono una dieta adeguata ricca di vitamina B, viceversa grandi quantità possono causare gravi problemi di salute. L’enzima viene distrutto dal calore o dall’essiccazione completa, quindi la cottura della pianta rimuove la tiaminasi.
Questa felce è stata utilizzata per usi commestibili, come verdura, anche se non si hanno molti dettagli in merito.
In campo medicinale si utilizza, invece, la radice e le foglie che sono antisettiche, detergenti, emetiche, emostatiche, emostatiche e vulnerarie.
Modalità di Preparazione –
Dell’ofioglosso comune si utilizzano sia le foglie che la radice.
La pianta, soprattutto un tempo, veniva mangiata, dopo cottura, come una verdura.
Dalla pianta si ricava un unguento che è considerato un buon rimedio per le ferite ed è utilizzato anche nel trattamento delle ulcere cutanee.
Il succo spremuto delle foglie viene bevuto come trattamento per emorragie interne e lividi.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.