Kilimangiaro
Kilimangiaro
Il Kilimangiaro, conosciuto anche con i nomi di Chilimangiaro è uno stratovulcano in fase di quiescenza, costituito dai tre coni vulcanici Kibo, Mawenzi e Shira.
Questa vetta, situato nella Tanzania nordorientale, con i suoi 5895 metri s.l.m. rappresenta il monte più alto del continente africano, la montagna singola più alta del mondo e uno dei vulcani più alti del pianeta oltre ad essere una delle Sette cime del pianeta.
Nel 2003 gli scienziati hanno constatato che una certa quantità di magma si trova a soli 400 metri sotto il cratere: si teme quindi che il vulcano possa collassare (o esplodere) come fece il Monte Sant’Elena (Stati Uniti) nel 1980.
Anche se non si hanno informazioni precise su quando sia avvenuta l’ultima eruzione, alcune leggende locali fanno pensare che ce ne sia stata una circa 170 anni fa.
Allo stato attuale la sommità del vulcano è ricoperta da un ghiacciaio perenne (il Ghiacciaio di Rebmann).
Dal punto di vista storico le vette del Kilimangiaro, insieme a quelle dei Monti Meru, erano state denominate dal mercante greco-romano Diogene: Monti della Luna. Diogene le avvistò durante la Spedizione romana alle sorgenti del Nilo, pressappoco intorno al 100 d.C.
Per quanto riguarda l’etimologia del nome è fonte di controversi pareri in quanto le varie teorie non sono in grado di spiegare perché viene utilizzato il diminutivo kilima, invece della parola più appropriata per indicare montagna, cioè mlima. Un approccio differente suppone che Kilimanjaro derivi dal Kichagga kilemanjaare o kilemajyaro che significa “che sconfigge uccello/leopardo/carovana”. Tuttavia questa teoria non può spiegare perché il nome Kilimanjaro non era in uso in Kichagga prima delle esplorazioni europee di metà Ottocento.
Flora –
Sul Kilimangiaro ci sono cinque distinte zone ecologiche, ciascuna di circa 1000 m di “altezza”. Tra 800 e 1800 m si trova una boscaglia con villaggi, fattorie e prati.
Il successivo “livello” di vegetazione è la fitta foresta pluviale a 1800 m – 2800 m. Questa zona verde lussureggiante riceve da 1000 a 2000 mm di pioggia all’anno. Si possono intravedere enormi felci arboree, sicomori, ginepri e muschio noto anche come “barba del vecchio”. Questa zona umida è il luogo perfetto per la moltitudine di piante, alcune delle quali endemiche come gli “impatiens kilimanjari”.
La zona della brughiera e della brughiera semi-alpina si trova tra i 2800 ei 4000 m. Qui si può osservare lo strano groundsel gigante, gli alberi di Senecio, le lobelie e le colorate mazze rosse.
La principale fonte di precipitazione indiretta in questa zona si presenta sotto forma di nebbia che può avvolgere senza preavviso. Le temperature qui possono scendere fino a 0 °C.
Sopra i 4000 m si entra nella zona desertica alpina, con scarse precipitazioni e variazioni estreme di temperatura dalla notte al giorno. Qui non ci sono una grande varietà di piante in questo è un paesaggio arido e desolato, ma si possono trovare alcuni everlastings e alcune margherite gialle.
Da 5000 m si entra nel paesaggio lunare ghiacciato della zona artica. Con solo roccia e ghiaccio, le notti sono molto fredde e la radiazione solare è estrema. Praticamente non si trova vita qui ei licheni che sopravvivono crescono di circa 0,5 mm all’anno.
Fauna –
Nelle zone più basse del Kilimangiaro, come la zona della foresta, ci sono una moltitudine di uccelli che vanno dal Boubous tropicale, Hartlaub Turacos, Green Wood Upupe, Silvery cheeked Hornbills e altro ancora. Tra gli alberi si può intravedere (o sicuramente sentire) primati come scimmie blu, scimmie colobo e babbuini olivastri. Anche zibetti, leopardi, manguste, maialini, dik-dik, elefanti e cefalofi di Abbott vivono nella foresta della montagna, ma gli avvistamenti sono estremamente rari.
Proprio come le piante lottano nella brughiera più alta e nella zona delle brughiere, così fanno gli animali. Se si è fortunati, si vedrà il topolino a quattro strisce, le colombe dagli occhi rossi, i corvi dal collo bianco e gli uccelli solari di malachite. I topi talpa e il topo dal pelo duro e rampicante sono più difficili da individuare. In termini di avifauna, ci sono molti corvi in giro e si può incontrare anche il rarissimo avvoltoio barbuto con la sua vasta apertura alare.
Infine le zone alpine e ghiacciate sono troppo dure perché gli animali possano sopravvivere comodamente.
Guido Bissanti