Claviceps purpurea
Claviceps purpurea
La Claviceps purpurea (Claviceps purpurea (Fr.) Tul., 1853), conosciuta col nome comune francese ergot, è un fungo appartenente alla famiglia delle Clavicipitaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Fungi,
Divisione Ascomycota,
Sottodivisione Pezizomycotina,
Classe Sordariomycetes,
Sottoclasse Hypocreomycetidae,
Ordine Hypocreales,
Famiglia Clavicipitaceae,
Genere Claviceps.
Etimologia –
Il termine Claviceps proviene da clávus chiodo e dal suffisso -ceps (derivato da cáput) capo, testa: per la testa allargata in corrispondenza dei corpi fruttiferi.
L’epiteto specifico purpurea viene dal greco πορφύρεος porphýreos di colore rosso porpora.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Claviceps purpurea è un fungo ascomicete fitopatogeno che attacca una vasta gamma di piante appartenenti soprattutto alla famiglia delle Poaceae (più di 400 specie ospiti), molte delle quali economicamente importanti come segale, triticale, avena, orzo. Viene classificato come biotrofo, in quanto mantiene in vita le cellule vegetali per un periodo di tempo prolungato, influenzando i meccanismi di difesa della pianta.
Riconoscimento –
La Claviceps purpurea è un fungo in cui gli aschi assumono una forma tipica a sacco, e sono costituiti dalle cellule terminali delle ife del fungo. All’interno degli aschi, riuniti in strutture globose dette periteci, vengono prodotte spore aploidi dalla forma allungata, chiamate ascospore.
Con lo sviluppo del fungo si ha la formazione di uno sclerozio al posto della cariosside (nel caso dei semi dei cereali), struttura in cui avviene lo svernamento. Lo sclerozio si presenta solitamente con una forma allungata rispetto ai semi, di colore brunastro. Questo matura in 5 settimane, al termine delle quali si verifica la crescita degli aschi e il rilascio delle ascospore per la propagazione del fungo. Lo sclerozio è l’unica struttura contenente alcaloidi; secondo gli studi, il contenuto medio di queste molecole negli sclerozi di Claviceps purpurea è 0,26 mg/g.
Coltivazione –
L’ergot è un fungo con un ciclo di infezione che inizia in primavera, quando sugli sclerozi si formano i periteci, dove troviamo gli aschi in cui si originano le ascospore. Queste vengono trasportate dal vento e aderiscono sulla superficie del pistillo di un fiore. Le prime fasi di sviluppo del fungo “imitano” il processo di impollinazione e fecondazione che avviene in natura nelle piante: la spora aderisce alla superficie stigmatica del pistillo (come i granuli di polline), e penetra i tessuti con la produzione di ife, che crescono imitando lo sviluppo del tubo pollinico nello stilo fino all’ovario. È sufficiente una singola spora per il completamento dell’infezione.
Claviceps purpurea infetta solo piante con ovario giovane e non sterile. La mancanza di attivazione di difese da parte della pianta suggerisce che il fungo utilizzi specifici segnali simili a quelli dell’interazione polline-stigma per evitare di essere riconosciuto come patogeno. Solo dopo il raggiungimento dell’ovario da parte delle ife si verificano reazioni di difesa dell’ospite, come la deposizione di callosio per isolare il fungo.
Usi e Tradizioni –
La Claviceps purpurea è la specie più studiata e conosciuta per i suoi rilevanti effetti nella contaminazione di alimenti confezionati con cereali da essa attaccati. Gli speroni della segale cornuta sono corpi fruttiferi del fungo stesso contenenti diversi alcaloidi velenosi o psicoattivi del gruppo delle ergotine (tra cui l’acido lisergico) che presentano vari tipi di effetti sui soggetti che li assumono. Tali alcaloidi, essendo vasocostrittori, compromettono la circolazione; inoltre interagiscono con il sistema nervoso centrale, agendo in particolare sui recettori della serotonina.
Il fungo, come detto, si manifesta nella spiga con strutture chiamate sclerozi, che contengono alcaloidi. Questi sono tossici per i mammiferi (compreso l’uomo) e causano l’Ergot, malattia meglio conosciuta come Fuoco di S. Antonio. Da studi recenti è stato scoperto che questa malattia è dovuta ad un complesso di specie, composto da Claviceps purpurea, Claviceps arundinis, Claviceps humidiphila e Claviceps spartinae, e si ritiene che ve ne siano molte altre.
Vista l’elevata tossicità, l’UE ha stabilito i livelli massimi di contenuto di sclerozi nei mangimi e negli alimenti per l’alimentazione umana: un livello massimo di 1.000 mg/kg di sclerozi nei mangimi contenenti cereali non macinati (Direttiva 2002/32 / CE), ed un livello massimo di 0,5 g/kg di sclerozi nei i cereali non trasformati (ad eccezione di riso e mais) per alimentazione umana (Regolamento CE n. 1881/2006 della Commissione).
Tra i sintomi provocati dall’ingestione di questo fungo ricordiamo i disturbi circolatori agli arti, gangrena, allucinazioni, convulsioni, necrosi ischemica, ridotta alimentazione, riduzione della crescita, problemi riproduttivi. I più recenti focolai di Ergot nell’uomo si sono verificati negli anni ’70 in India, e negli anni 1978 e 2001 in Etiopia.
La diagnosi si basa principalmente su analisi angiografiche e radiografiche. Inoltre possono essere effettuate biopsie di pelle, muscoli e vasi, ed elettromiografie per valutare la velocità di conduzione nelle arterie.
I risultati denotano spesso restringimento delle arterie, per esempio quelle a livello inguinale, arteria poplitea, arteria iliaca e femorale, ma senza occlusione, che sono effetti vasocostrittivi tipici dell’ergotamina; questa vasocostrizione può verificarsi su entrambi gli arti. Nel caso il paziente lamenti mal di testa, è possibile effettuare radiografie del cranio per verificare l’assenza di cause intracerebrali.
Contro l’ergot non esiste una cura specifica e per questo motivo il medico provvede al trattamento dei singoli sintomi che presenta il paziente. A seconda dei casi, tra i farmaci che possono essere somministrati troviamo anticoagulanti, vasodilatatori, steroidi, inibitori di prostaglandine; l’angioplastica è una soluzione che viene presa in considerazione solo per i casi più gravi con rischio di necrosi e cancrena.
Il primo uso medico documentato risale al 1582 come medicinale ecbolico (per accelerare il parto). Il primo alcaloide ottenuto in forma chimica pura fu l’ergotamina, un rimedio emostatico in ostetricia e nella cura dell’emicrania. L’ergometrina viene utilizzata per prevenire l’emorragia post-partum. La bromocriptina è utilizzata nella cura del Parkinson e del diabete mellito di tipo 2. Acidi secalonici, ergoflavina ed ergocrisina sono noti per le loro proprietà antinfiammatorie, neuroprotettive, antitumorali. Uno scienziato che si occupò dello studio degli alcaloidi di Claviceps purpurea è Albert Hofmann, conosciuto soprattutto perché fu il primo a sintetizzare e testare su di sé gli effetti del dietilammide dell’acido lisergico (LSD- 25), scoperto per caso mentre cercava di isolare dagli sclerozi dei composti stimolanti gli apparati circolatorio e respiratorio.
Modalità di Preparazione –
La droga ottenuta da questo fungo rappresenta il punto di partenza per l’ottenimento dei singoli principi attivi dotati di attività farmacologica.
La segale cornuta non trova impieghi in fitoterapia come tale, ma dagli sclerozi si ottengono dei particolari alcaloidi (definiti alcaloidi dell’ergot) che vengono impiegati in campo medico.
Gli alcaloidi puri o i loro derivati, pertanto, sono disponibili come principi attivi contenuti all’interno di specialità medicinali che possono essere dispensate solo in presenza di ricetta medica. Tali molecole sono: l’ergotamina, la diidroergotamina, la diidroergotossina, l’ergonovina, la metisergide, la nicergolina, la cabergolina, la bromocriptina e il lisuride.
L’ergotamina e la diidroergotamina costituiscono il principio attivo di specialità medicinali aventi indicazioni per il trattamento delle cefalee e degli attacchi emicranici. Questi principi attivi contrastano il dolore emicranico attraverso l’interazione con i recettori della serotonina posti a livello dei vasi arteriosi cranici. Più nel dettaglio, l’ergotamina e la diidroergotamina esercitano un’attività agonista nei confronti dei recettori 5-HT1A, 5-HT1B, 5-HT1D e 5-HT1F, inducendo in questo modo una vasocostrizione che porta alla risoluzione del dolore cefalalgico ed emicranico.
La cabergolina e la bromocriptina, invece, costituiscono il principio attivo di medicinali impiegati nel trattamento di una grande varietà di disturbi, quali: morbo di Parkinson, iperprolattinemia, adenomi ipofisari secernenti prolattina, galattorrea, amenorrea prolattino-dipendente, disfunzioni mestruali, acromegalia, ipogonadismo e sindrome neurolettica maligna.
Il meccanismo d’azione con cui queste molecole esplicano la loro attività coinvolge i recettori dopaminergici di tipo 2 presenti nelle cellule luteotropiche dell’adenoipofisi (ossia nelle cellule responsabili del rilascio di prolattina) e i neuroni dopaminergici localizzati nell’area nigrostriatale dell’encefalo.
In passato, gli sclerozi della segale cornuta venivano utilizzati dalla medicina popolare come rimedio emostatico, emmenagogo e abortivo; oltre ad essere impiegati in caso di menorragia, metrorragia, atonia dell’utero ed emicrania.
Attualmente, l’unico impiego approvato della segale cornuta riguarda il suo utilizzo all’interno della medicina omeopatica, dove la si può trovare sotto forma di granuli, capsule, gocce orali e macerato glicerico.
In quest’ambito, la pianta viene utilizzata in caso di spasmi della muscolatura liscia uterina, paralisi, convulsioni, disturbi circolatori, emorragie, epistassi, mal di testa, vertigini, sonnolenza e stati confusionali.
La quantità di rimedio omeopatico da assumersi può variare da individuo a individuo, anche in funzione della tipologia di disturbo che si necessita trattare e in funzione del tipo di preparazione e di diluizione omeopatica che s’intende impiegare.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.