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Etlingera fimbriobracteata

Etlingera fimbriobracteata

Il fiore di cera (Etlingera fimbriobracteata (K.Schum.) R.M.Sm. 1986) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Liliopsida,
Ordine Zingiberales,
Famiglia Zingiberaceae,
Sottofamiglia Alpinioideae,
Tribù Alpinieae
Genere Etlingera,
Specie E. fimbriobracteata.
È basionimo il termine:
– Amomum fimbriobracteatum K.Schum..
Sono sinonimi i termini:
– Amomum pandanicarpum Elmer;
– Etlingera pandanicarpa (Elmer) A.D.Poulsen;
– Geanthus fimbriobracteatus (K.Schum.) B.L.Burtt & R.M.Sm.;
– Hornstedtia pandanicarpa (Elmer) Elmer.

Etimologia –
Il termine Etlingera è in onore del botanico tedesco del XVIII secolo Andreas Ernst Etlinger, autore del “Commentatio Botanico-Medica de Salvia” (1777).
L’epiteto specifico fimbriobracteata proviene dal latino “fimbriatus, a, um”, cioè frangiato e “bracteatus, a, um”, cioè provvisto di brattee, in riferimento alle sue brattee floreali con apice frangiato.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Etlingera fimbriobracteata è una pianta originaria del Borneo, nelle regioni del Brunei e del Sarawak.
Il suo habitat naturale è quello dei margini delle foreste pluviali e sulle rive dei corsi d’acqua, a basse e medie altitudini.

Descrizione –
L’Etlingera fimbriobracteata è una specie erbacea perenne, sempreverde, che cresce da un rizoma; cresce fino a 1,5-6 m di altezza, formando dei cespi con pseudo fusti piuttosto distanziati.
Questi sono provvisti di foglie oblunghe con margine intero ed apice appuntito, di 120-130 cm di lunghezza e 14-18 cm di larghezza.
Le infiorescenze sono portate da un peduncolo corto, che spesso è nascosto dallo strato di detriti vegetali che coprono il suolo della foresta; il peduncolo si dorma direttamente dal rizoma in prossimità della base dello pseudofusto.
Le infiorescenze sono lunghe circa 12 cm e sono formate da brattee sterili coriacee, imbricate, disposte a spirale, che racchiudono una spiga compatta formata da brattee di colore rosso brillante con apice frangiato, lunghe 3-3,5 cm; queste contengono fino a un centinaio di fiori di colore giallo intenso che si aprono in successione per alcune settimane.
I fiori hanno un calice tubolare lungo circa 5 cm, corolla con tubo più corto del calice, circa 4 cm, e 3 lobi oblunghi, labello obovato, antere con apice colore arancio e stigma rosso.
Il frutto ha forma globosa, di circa 8 cm di lunghezza e 10 cm di larghezza; è composto da una moltitudine di capsule ravvicinate di colore rossastro a maturità.

Coltivazione –
L’Etlingera fimbriobracteata è una pianta originaria del Borneo dove viene utilizzata e raccolta, anche allo stato naturale.
Questa pianta è caratterizzata da un fogliame ornamentale e dalle curiose brillanti infiorescenze; è poco conosciuta al di fuori delle zone di origine e raramente coltivata in giardini e collezioni botaniche.
Si tratta di una pianta con adattamento spiccatamente tropicale, che, per essere coltivata, ha bisogno di un clima caldo-umido costante, una esposizione in pieno sole o parzialmente ombreggiata e suoli drenanti ricchi di sostanza organica mantenuti costantemente umidi.
Al di fuori delle zone tropicali può essere coltivata in piena terra o in contenitori grandi, solo in serre caldo-umide di grandi dimensioni, con temperature minime non inferiori a 18 °C ed umidità 80% ed oltre.
Va innaffiata frequentemente ma evitando i ristagni, essendo facilmente soggetta a marciume radicale; si consiglia pertanto di lasciare asciugare lo strato superficiale del substrato prima di ridare acqua. Sono utili le nebulizzazioni, per mantenere un alto livello di umidità, con acqua a temperatura ambiente non calcarea, per evitare antiestetiche macchie sulle foglie.
Per quanto riguarda gli apporti di fertilizzanti questi vanno effettuati nel periodo primavera-estate, preferibilmente con prodotti idrosolubili a lento rilascio con microelementi. È facilmente soggetta in ambiente chiuso ad attacchi di parassiti, deve pertanto essere frequentemente controllata per poter intervenire prontamente con prodotti specifici.
La pianta si propaga per seme, ma più agevolmente per divisione utilizzando una porzione di rizoma di circa 20 cm di lunghezza con almeno uno pseudofusto provvisto di foglie, accorciato per diminuire la traspirazione, e alcune gemme dormienti.
Il rizoma va posto appena sotto la superficie del terriccio, che deve essere ricco di sostanza organica e particolarmente drenante, per evitare marciumi da ristagni idrici, in ambiente con temperature di 26-30 °C ed umidità intorno al 90%.

Usi e Tradizioni –
L’Etlingera fimbriobracteata è una pianta conosciuta con alcuni nomi vernacolari tra cui: tolidus (Sabah), layun (Singapore).
Questa specie monocotiledone fu descritta per la prima volta da Karl Moritz Schumann e ricevette il nome attuale da Rosemary Margaret Smith. Non è presente nessuna sottospecie.
Questa pianta ha la caratteristica di avere delle infiorescenze che portano anche un centinaio di corolle, di colore giallo intenso, che si aprono in successione per settimane e che spuntano come dei funghi dal suolo.
Nelle zone di origine i frutti e i giovani germogli vengono consumati come verdura dalle popolazioni locali; questi vengono aggiunti in pietanze tradizionali.
Le foglie sono usate per avvolgere cibi, per fabbricare stuoie, cappelli ed altri oggetti artigianali e come copertura per ripari di fortuna nella foresta. Studi di laboratorio hanno evidenziato negli estratti di varie parti della pianta la presenza di composti bioattivi con attività antimicrobica e antiossidante di potenziale interesse per la farmacopea ufficiale.
Da questa pianta, infatti, si possono ricavare degli oli essenziali, estratti dalle foglie, dagli steli aerei, dagli steli basali e dai rizomi.
Dall’analisi gascromatografica e spettrometrica si è visto che i componenti principali di questi oli essenziali sono: β-pinene (67,8%) e l’1,8-cineolo (37,2%) provenienti rispettivamente dalle foglie e dagli steli aerei, mentre il decanale è il componente principale degli steli basali e dei rizomi (27,5% e 34,4%, rispettivamente).
Sono stati fatti dei test di laboratorio relativi alle attività antiossidanti degli oli, utilizzando diversi test in vitro; i test di eliminazione dei radicali liberi dell’1,1-difenil-2-picrilidrazil (DPPH) e del 2,2′-azino-bis(3-etilbenzotiazolin-6-solfonico) (ABTS), il test della capacità di potere riducente (RPA) e il test del potere antiossidante riducente del ferro (FRAP). In tutti i test, gli oli essenziali provenienti da diverse parti della pianta hanno mostrato un’attività antiossidante molto scarsa rispetto a quelli degli standard di riferimento, acido ascorbico (AA) e butilidrossitoluene (BHT). Tuttavia, tutti gli oli hanno mostrato un’attività antimicrobica ad ampio spettro da moderata a potente contro tutti i ceppi testati ad eccezione di Pseudomonas aeruginosa. Nei test di diffusione su disco e di microdiluizione in brodo, le zone di inibizione e i valori MIC degli oli essenziali erano rispettivamente compresi tra 8 e 87,7 mm e 2,4-625 μg/mL. A causa della loro forte attività antimicrobica, gli oli essenziali di E. fimbriobracteata potrebbero essere una potenziale alternativa agli antimicrobici convenzionali nell’industria alimentare, cosmetica e farmaceutica.

Modalità di Preparazione –
L’Etlingera fimbriobracteata è una pianta utilizzata, soprattutto dalle popolazioni locali per impieghi alimentari o per l’uso di alcune sue parti.
In campo alimentare i frutti e i giovani germogli trovano impiego come verdura e vengono aggiunti nelle pietanze tradizionali.
Le foglie sono usate per avvolgere cibi ma anche per fabbricare vari materiali, tra cui: stuoie, cappelli ed altri oggetti artigianali o per coprirsi nelle foreste come riparo di emergenza.
Interessante potrebbe essere invece l’uso del suo olio essenziale. Come detto potrebbero essere una buona alternativa ad antimicrobici convenzionali in campo alimentare, cosmetico e farmaceutico.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://repo.rbge.org.uk/image_server.php?kind=1500&path_base64=L2l0ZW1faW1hZ2VzL2FjY2Vzc2lvbnMvMjAvMDUvMTgvNDgvQS9QaG90b181OTc3NWQ3ZTI5NjU0LmpwZw==
https://www.aubot.dk/specimenimages/Zingiberaceae_14_27042017/IMG_0145.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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