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Erythroxylum novogranatense

Erythroxylum novogranatense

La coca colombiana (Erythroxylum novogranatense (D. Morris) Hieron., 1895) è una specie arbustiva o arborea appartenente alla famiglia delle Erythroxylaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Linales,
Famiglia Erythroxylaceae,
Genere Erythroxylum,
Specie E. novogranatense.
È basionimo il termine:
– Erythroxylum coca var. novogranatense Morris.
Sono sinonimi i termini:
– Erythroxylum coca var. microphyllum (Morris) Hieron.;
– Erythroxylum coca var. tobagense O.E.Schulz, 1907;
– Erythroxylum novogranatense var. tobagense O.E.Schulz.
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti varietà:
– Erythroxylum novogranatense var. novogranatense (D.Morris) Hieron.;
– Erythroxylum novogranatense var. truxillense (Rusby) Plowman.

Etimologia –
Il termine Erythroxylum proviene dalle due parole greche “erythros”, rosso e “xylon”, legno, per il colore rossastro del legno di alcune specie appartenenti al genere.
L’epiteto specifico novogranatense proviene dal latino “novus, a, um”, nuovo e “granatensis”, di Granata, in riferimento ad uno dei luoghi di origine, la Colombia, che fu chiamata all’epoca della sua conquista da parte degli spagnoli Nuova Granata.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Erythroxylum novogranatense è una pianta neotropicale originaria delle regioni semiaride andine della Colombia, Venezuela, Ecuador e Perù.
Fu introdotto a Bogor (Giava Occidentale, Indonesia) nel 1875, e nel 1888 grandi quantità di semi venivano già distribuite nel Sud-Est asiatico. È stato coltivato nella Malesia peninsulare, a Giava occidentale e orientale (Indonesia), nel Borneo settentrionale (Indonesia), nel Sulawesi settentrionale (Indonesia) e nelle Filippine (Luzon).
Il suo habitat naturale non è conosciuto.

Descrizione –
L’Erythroxylum novogranatense è una pianta che cresce in forma di arbusto o piccolo albero sempreverde, alto fino a circa 3 m.
Le foglie sono portate su un picciolo lungo circa 0,5 cm; sono alterne, obovate o oblungo-ellittiche, lunghe 2-6 cm e larghe 1-3 cm, di colore verde brillante.
I fiori sono ascellari, ermafroditi, solitari o raggruppati, prodotti pressoché in continuazione, con cinque petali di colore bianco giallastro, oblunghi, di circa 0,4 cm di lunghezza e 0,2 cm di larghezza, e 10 stami uniti alla base in un tubo.
I frutti sono delle drupe di forma oblunga, di colore rosso a maturità, di circa 0,8 cm di lunghezza e 0,3 cm di diametro.
All’interno è presente un solo seme oblungo.
Oltre alla specie nominale viene riconosciuta una varietà, l’ Erythroxylum novogranatense var. truxillense (Rusby) Plowman (1979) che si differenzia per l’assenza nella foglia delle linee longitudinali ai lati della nervatura centrale, presenti nella specie.

Coltivazione –
L’Erythroxylum novogranatense è un piccolo arbusto sempreverde le cui foglie vengono utilizzate come quelle dell’E. Coca; tuttavia questa specie non è diventata una fonte commerciale di cocaina.
Viene coltivato nelle regioni più basse del Sudamerica tropicale e dell’Asia (Malesia, Indonesia, India, Sri Lanka). Sebbene in passato fosse importante come coltura da piantagione per la regione della Malesia, da tempo ha perso la sua importanza.
La pianta è più adatta alle condizioni calde e umide delle pianure tropicali rispetto all’E. coca e, a differenza di questa, tollera i terreni non acidi. La sua adattabilità e la facile propagazione hanno portato ad un’ampia distribuzione nei tropici del Vecchio e del Nuovo Mondo.
Questa pianta è proveniente dalle zone dell’altopiano ma utilizzata nelle zone di pianura. Viene coltivata nelle regioni più aride del Sud America, dove richiede irrigazione. Tuttavia è molto adattabile alle diverse condizioni ecologiche e cresce bene sia in zone umide che secche, sia ad altitudini basse che elevate. A Giava (Indonesia), è stata coltivata dal livello del mare fino a 1.000 m di altitudine, con i migliori risultati a 400–600 m.
Negli studi in ambiente controllato, la temperatura media giornaliera ottimale per la crescita delle foglie di E. novogranatense var. novogranatense è risultato essere intorno ai 27 °C, mentre la crescita delle foglie era generalmente più elevata con densità di flusso di fotoni fotosintetici (PPFD) di 250 o 400 micromoli per metro quadrato al secondo rispetto a 155 micromoli per metro quadrato al secondo. Gli effetti ambientali sulla concentrazione di cocaina nelle foglie erano minori, così che la produzione totale di cocaina per pianta era in gran parte una funzione della massa fogliare, con condizioni ambientali che stimolavano la crescita delle foglie dando rese di cocaina più elevate. Entrambe le specie crescono su terreni con pH basso e uno studio in serra ha dimostrato che il pH ottimale per l’accumulo di biomassa di E. novogranatense è compreso tra 4,7 e 6,0.
Questa pianta deve essere riprodotta per seme, perché la propagazione vegetativa è difficile. La vitalità dei semi diminuisce rapidamente. È stato riscontrato che le percentuali di germinazione dei semi diminuiscono da circa il 95% e 89% subito dopo la raccolta al 29% e 0%, rispettivamente, dopo 24 giorni di conservazione.
Le piantine di coca vengono solitamente seminate in vivai ombreggiati e trapiantate in campo quando hanno circa un anno e sono alte 20–25 cm. Sul campo, vengono piantati a una distanza di 1–2 m. Il tempo effettivo del trapianto e la distanza tra le piante varia a seconda dei fattori climatici e se la coca viene consociata o coltivata come unica coltura.
I coltivatori di coca del Sud America, quando raccolgono i semi, li versano in un contenitore pieno d’acqua; i semi che galleggiano vengono scartati perché non vitali.
Il primo raccolto di coca avviene 1-3 anni dopo il trapianto. Nell’isola di Giava (Indonesia) si può prevedere un primo raccolto entro un anno dal trapianto. Le foglie devono essere rigide e facilmente staccabili per essere raccolte. Le foglie possono essere raccolte ogni 50–60 giorni durante la stagione delle piogge, ma quando è più secca, solitamente vengono raccolte ogni 3–4 mesi. Le foglie dovrebbero essere staccate dalla pianta e non strappate via.

Usi e Tradizioni –
L’Erythroxylum novogranatense è una pianta conosciuta con vari nomi comuni; tra questi si riportano: colombian coca, Trujillo coca, Truxillo coca (inglese); coca de Trujillo (spagnolo).
Questa pianta contiene gli stessi alcaloidi della cocaina, una droga di strada, e le foglie sono state a lungo utilizzate dalla popolazione locale come stimolante per superare la fame e l’esaurimento.
In uno studio approfondito, il contenuto di cocaina nelle foglie di E. coca var. coca (30 campioni) variava dallo 0,23 allo 0,96%, con una media dello 0,63%, mentre il contenuto di cocaina in E. coca var. ipadu (6 campioni) era inferiore: 0,11-0,41%, con una media dello 0,25%. E. novogranatense var. novogranatense (3 campioni) contenevano 0,55-0,93% di cocaina, con una media di 0,77% ed E. novogranatense var. truxillense (14 campioni) 0,42-1,02%, con una media di 0,72%.
Le foglie contengono 13 diversi alcaloidi tra cui il principale è la cocaina, i cui effetti sono ben noti. L’uso di masticare le foglie, in particolare quelle della specie affine, l’Erythroxylum coca Lam. (1786), da parte delle popolazioni indigene andine è antichissimo e inizialmente riservato ai sacerdoti per scopi rituali; serviva come stimolante e ad alleviare la fatica, le foglie venivano anche utilizzate come anestetico nelle operazioni chirurgiche.
Il consumo delle foglie aveva anche un valore nutrizionale, in particolari periodi di carestia, per il loro contenuto di proteine, carboidrati, sali minerali e vitamine.
L’uso fu vietato dai conquistatori spagnoli perché legato a riti pagani, ma allo stesso tempo autorizzato e incoraggiato per ottenere maggiori prestazioni dagli indigeni ridotti in schiavitù, in particolare per quelli impiegati nei lavori più faticosi e in condizioni ambientali avverse, come quello nelle miniere di argento situate ad elevate altitudini, fatto che contribuì ad una sua maggiore diffusione, anche presso popolazioni che prima non ne facevano uso. In medicina la cocaina, per lo più è ricavata dalla specie affine già citata, essendo minimo il contributo, circa il 5%, dell’Erythroxylum novogranatense alla totale produzione, legale e illegale, è stata utilizzata principalmente come valido anestetico locale, poi rimpiazzata da sostanze da essa derivate per emisintesi, o di sintesi, con la stessa struttura chimica, ma dagli effetti collaterali meno tossici. A parte i casi in cui è autorizzata per usi medici e di ricerca, la sua coltivazione è illegale.
Tra gli usi commestibili si ricorda che un alto contenuto di metil salicilato (olio di wintergreen) nelle foglie rende questa specie un’ottima materia prima per aromi per bevande analcoliche. Quindi in Perù la «Trujillo coca» viene utilizzata nella fabbricazione della Coca-Cola.
Infatti molto apprezzato per il suo sapore e il contenuto di cocaina, è stato a lungo utilizzato per bevande aromatizzate alla coca.
Per quanto riguarda gli impeghi medicinali di questa specie sono simili a quelli dell’Erythroxylum coca.
Questi sono:
– Le foglie contengono cocaina e altri alcaloidi. Sono narcotici, stimolanti cerebrali e anestetici locali;
– Gli alcaloidi vengono estratti e utilizzati per produrre vari farmaci, compreso un anestetico locale.
Tra gli altri usi si ricordano quelli agroforestali.
Anticamente veniva coltivata come pianta da siepe in Malesia, ad altitudini fino a 750 metri, per la sua foltezza e il contrasto del fogliame verde chiaro con le bacche rosso vivo, ma la sua coltivazione è ora vietata.

Modalità di Preparazione –
L’Erythroxylum novogranatense è una pianta con impieghi ed usi molto simili a quelli della E. coca.
Il suo uso risale a tempi remoti e, come detto, inizialmente riservato ai sacerdoti delle popolazioni andine per scopi rituali; serviva come stimolante e ad alleviare la fatica, le foglie venivano anche utilizzate come anestetico nelle operazioni chirurgiche.
Il consumo delle foglie aveva anche un valore nutrizionale per il loro contenuto di proteine, carboidrati, sali minerali e vitamine.
Le foglie, masticate con lime o cenere vegetale, provocano una sensazione di benessere e di crescente energia. Pertanto vengono utilizzati dalle popolazioni autoctone come stimolante per sopportare meglio la fame, la sete e lo stress fisico.
Un infuso delle foglie serve anche come rimedio contro il mal di montagna, il temuto “soroche”.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
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Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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