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Sonneratia alba

Sonneratia alba

La mela delle mangrovie (Sonneratia alba Sm., 1816) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Sonneratiaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Rosidae,
Ordine Myrtales,
Famiglia Sonneratiaceae,
Genere Sonneratia,
Specie S. alba.
Sono sinonimi i termini:
– Blatti alba (Sm.) Kuntze;
– Blatti leucantha (Montrouz.) Kuntze;
– Blatti pagatpat (Blanco) Nied.;
– Chiratia leucantha Montrouz.;
– Sonneratia acida Benth.;
– Sonneratia acida var. mossambicensis (Klotzsch) Mattei;
– Sonneratia alba var. iriomotensis (Masam.) Masam.;
– Sonneratia griffithii Watson;
– Sonneratia iriomotensis Masam.;
– Sonneratia mossambicensis Klotzsch;
– Sonneratia mossambicensis Klotzsch ex Peters;
– Sonneratia pagatpat Blanco.

Etimologia –
Il termine Sonneratia è in onore del naturalista ed esploratore francese Pierre Sonnerat (1748-1814).
L’epiteto specifico alba, proviene dal latino e significa bianco, in riferimento al colore dei petali e degli stami.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Sonneratia alba è una pianta originaria dell’Africa: (Kenia, Madagascar, Mozambico, Seychelles, Somalia e Tanzania), Asia (Cina nel Guangdong, Filippine, Giappone nelle Isole Ryukyu, India, Indonesia, Isole Andamane e Nicobare, Malaysia, Myanmar, Papua Nuova Guinea, Tailandia e Vietnam), Australia e Isole del Pacifico (Isole Salomone, Micronesia, Nuova Caledonia e Vanuatu), dove cresce allo stato naturale in molte aree tropicali e subtropicali dall’Africa orientale al subcontinente indiano, alla Cina meridionale, alle isole Ryukyu, all’Indocina, alla Malesia, alla Papuasia, all’Australia e alla regione del Pacifico occidentale.
Il suo habitat è quello delle coste riparate, sabbiose e le insenature soggette a marea, e diffusa nelle foreste di mangrovie dell’oceano Indiano e del Pacifico centro-occidentale.

Descrizione –
La Sonneratia alba è un albero sempreverde che può crescere da 3 a 15 metri di altezza, con esemplari occasionali fino a 30 metri, e con un tronco con diametro fino a 70 cm. La chioma è espansa e la corteccia è da fessurata a fessurata, di colore brunastra, che diventa grigia sotto il segno della marea.
Le foglie sono portate da un corto picciolo; sono semplici, opposte, piuttosto spesse, di colore verde chiaro, di forma da ellittica a ovata a obovata, lunghe 5-12 cm e larghe 4-8 cm, con apice arrotondato e mucronato (provvisto di una punta rigida, prolungamento della nervatura centrale).
I fiori sono bisessuali e posizionati in maniera terminale, di 4-6 cm di diametro, dall’odore di latte acido, solitari o in gruppi di tre, raramente cinque, che si aprono all’imbrunire e durano una sola notte. Sono costituiti da 5-8 sepali ovato-triangolari eretti, poi ricurvi in frutto, lunghi 1,5-2 cm, di colore verde esteriormente, rosso internamente, 5-8 petali bianchi lineari, della stessa lunghezza dei sepali, larghi 1-2 mm, e stami bianchi lunghi 4-6 cm.
L’impollinazione di questa specie è effettuata da insetti notturni e pipistrelli, principalmente Eonycteris spelaea e Macroglossus minimus.
I frutti sono delle bacche globoso-depresse, di colore verde, circondate dai sepali persistenti, di 2-5 cm di diametro.
All’interno sono presenti numerosissimi semi (fino a 200) piccoli, bianchi, piatti, falcati e galleggianti, ciò che ne favorisce la dispersione.

Coltivazione –
La Sonneratia alba è un albero sempreverde che viene talvolta raccolto allo stato selvatico per uso locale come fonte di combustibile, frutta commestibile, tannini e sostituto del sughero. Svolge un ruolo importante nelle comunità di mangrovie, aiutando a legare il suolo e a riparare e proteggere la terra retrostante dall’erosione.
Questa pianta preferisce l’acqua salata e cresce sia su terreni sabbiosi o rocciosi che su terreni fangosi, non di rado su terrazze coralline. Dove cresce richiede un’escursione di marea di almeno un metro. L’albero è infatti circondato da una moltitudine di radici pneumatofore che sono radici che emergono dall’acqua o dal fango provviste di un tessuto aerifero (aerenchima) che consente l’afflusso di ossigeno agli organi sommersi, lunghe 25-35 cm in piante di medie dimensioni, di forma conica con base fino a 6 cm di diametro ed apice smussato, ma che in qualche caso possono raggiungere e superare il metro di altezza.
Per la coltivazione si consideri che è una pianta delle zone costiere umide dei tropici. Riesce sia nelle aree prive di stagione secca che in quelle con stagione secca. Tuttavia è poco coltivata al di fuori del suo ambiente naturale essendo difficile ricreare le condizioni necessarie per la sua sopravvivenza, è anche insofferente dell’acqua dolce, che col tempo ne provoca la morte, solo qualche esemplare è presente in orti botanici.
Preferisce una posizione soleggiata e, dal punto di vista pedologico, terreni fangosi e sabbiosi consolidati. Anche se preferisce un terreno pesante, tollera la maggior parte dei tipi di terreno. Cresce infatti in aree inondate da acqua salata durante l’alta marea dove preferisce un pH compreso tra 6,7 e 7,3, ma tollera un pH compreso tra 6,5 e 7,5.
Le piante tollerano i venti forti e carichi di sale e rispondono bene al ceduo.
La propagazione avviene per seme anche se ha una vitalità bassa, inferiore a tre mesi.

Usi e Tradizioni –
La Sonneratia alba è una pianta conosciuta con alcuni nomi comuni, quali: apple mangrove (inglese); mlilana, mpia, mpira (swahili); apfel-mangrove (tedesco).
Questa pianta è la più diffusa del genere ed è di notevole importanza per l’ ecosistema costiero dell’area indo-pacifica, predominante in alcune zone, come le coste nordorientali dell’Australia, dove contribuisce a prevenire l’erosione e offrire riparo e cibo per una moltitudine di specie viventi.
Si tratta di una specie pioniera che preferisce elevata salinità e che contribuisce, con i suoi fitti pneumatofori, a stabilizzare il suolo fangoso e permettere quindi la crescita di altre specie.
La pianta ha anche una notevole importanza nella vita delle popolazioni locali, il legno, per la sua resistenza al marciume e agli insetti litofagi, viene impiegato nella costruzione di imbarcazioni, per realizzare palificazioni per ponti e abitazioni e per infissi, dove, per la presenza di tracce di sale nel legno vengono utilizzati chiodi e viti di materiale resistente alla corrosione.
Il legno è pure utilizzato come combustibile, anche se di bassa qualità. Le radici pneumatofore vengono utilizzate come galleggianti per le reti da pesca.
Le foglie sono eduli. Vengono consumate localmente crude o cotte o utilizzate come foraggio per il bestiame. Parti della pianta sono utilizzate nella medicina tradizionale; studi di laboratorio hanno confermato la presenza nell’estratto delle foglie di un polisaccaride con proprietà antidiabetiche.
Dal punto di vista ecologico si sottolinea che questa specie anche se è comune in gran parte del suo areale, è minacciata per via della perdita di habitat delle paludi di mangrovie in generale, principalmente a causa delle attività umane. Di conseguenza, l’albero è stato classificato come “Least Concern” nella Lista rossa IUCN delle specie minacciate (2010).
Tra gli altri usi si ricordano quelli agroforestali.
Infatti è un albero molto importante nella comunità paludosa costiera, poiché aiuta a proteggere il suolo dall’erosione e fornisce un habitat importante per la fauna selvatica.
Può agire da pioniere, colonizzando distese di fango sabbioso appena formate in situazioni riparate.
È meno adatto per il reimpianto in siti in cui la sedimentazione è elevata poiché il sedimento coprirà i pneumatofori e quindi ucciderà le piante.
I pneumatofori (radici verticali che emergono dal suolo) vengono talvolta utilizzati per la fabbricazione delle suole di legno delle scarpe e vengono trasformati in galleggianti.
La corteccia contiene il 9 – 12% di tannino, ma non viene spesso utilizzata poiché altre specie più ricche di tannino sono più facilmente disponibili.
Dalla corteccia si ottiene un colorante brunastro.
Il durame va dal colore marrone al bruno-rossastro; è nettamente delimitato dall’alburno più chiaro, tuttavia l’albero raramente, se non mai, forma durame.
Il legno è moderatamente pesante, duro e durevole. Contiene piccole quantità di sali, che lo rendono resistente ai tarli del legno. Questi sali presenti nel legno corrodono il metallo e quindi sono necessari chiodi e viti speciali. Il legname pesante è resistente alle tarme e ai parassiti e viene utilizzato per costruire barche, canoe, palificazioni e pali per ponti e case, carpenteria, remi, alberi, galleggianti e telai di finestre e porte.
L’albero viene tagliato solo con legna da ardere mista inferiore; infatti sebbene produca molto calore, produce anche molta cenere e sale.
Il legno viene utilizzato anche per fare il carbone.

Modalità di Preparazione –
La Sonneratia alba è una pianta utilizzata in maniera quasi esclusiva dalle popolazioni dell’areale dove cresce.
In campo alimentare si consumano i suoi frutti crudi o cotti. Hanno un sapore leggermente acido e vengono utilizzati anche per fare l’aceto. Si dice che il frutto maturo abbia il sapore del formaggio.
Si mangiano anche le foglie crude o cotte.
In campo medicinale la pianta è utilizzata nella medicina tradizionale per curare tagli e contusioni.
Il frutto viene utilizzato per curare i parassiti intestinali e la tosse.
Nel Borneo, la S. alba viene utilizzata come legna da ardere. A Sulawesi il legno viene utilizzato nella costruzione di case e navi. In Malesia e Indonesia, i frutti aspri vengono utilizzati per aromatizzare il pesce e talvolta vengono consumati crudi.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/323823106/original.jpg
https://sweetgum.nybg.org/images3/281/589/v-242-00205310.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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