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Picea meyeri

Picea meyeri

Il peccio di Meyer (Picea meyeri Rehder & E.H.Wilson, 1914) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Pinaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Pinophyta,
Classe Pinopsida,
Ordine Pinales,
Famiglia Pinaceae,
Genere Picea,
Specie P. meyeri.
Sono sinonimi i termini:
– Picea meyeri f. pyramidalis (H.W.Jen & C.G.Bai) L.K.Fu & Nan Li;
– Picea meyeri subsp. mongolica (H.Q.Wu) Silba;
– Picea meyeri var. mongolica H.Q.Wu;
– Picea meyeri var. pyramidalis H.W.Jen & C.G.Bai;
– Picea mongolica (H.Q.Wu) W.D.Xu.

Etimologia –
Il termine Picea proviene da picea, nome latino del pino selvatico in Virgilio e Plinio.
L’epiteto specifico meyeri è stato attribuito in onore di Frank N. Meyer (1875-1918), collezionista botanico olandese, grande esploratore dell’Asia tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Picea meyeri è una conifera originaria dello Shaanxi, della Mongolia Interna, dello Hebei (Monti Yan e Monti Taihang) e dello Shanxi (Monte Wutai), in Cina.
Il suo habitat di origine è quello dell’alta montagna dove vegeta dai 1600 ai 2700 m di altezza, prediligendo i versanti settentrionali dei pendii, su suoli preferibilmente podzolici e non calcarei; il clima dell’habitat è freddo, di tipo continentale in particolare a ovest, con precipitazioni annue moderate (comprese tra i 500 e gli 800 mm). Si rinviene in foreste pure o miste in associazione con altre conifere, come Larix gmelinii var. principis rupprechtii, Picea wilsonii e Abies nephrolepis.

Descrizione –
Il Picea meyeri è un albero che cresce fino a 30 m di altezza, con chioma conica.
Il tronco è monopodiale, diritto, che può raggiungere 60 cm di diametro.
La corteccia è di colore grigio, rugosa e solcata, che si sfoglia facilmente.
I rami del primo ordine sono lunghi e slanciati, sviluppati orizzontalmente; quelli del secondo ordine sono numerosi, più rigidi e corti in prossimità della cima. I virgulti sono saldi, corti, di colore variabile dal giallo pallido al marrone chiaro, più o meno pubescenti fino al terzo anno poi glabri, con superficie solcata e ruvida; i pulvini sono ben sviluppati, 1,5-2 mm, eretti o lievemente ricurvi, di colore più scuro. La vasta chioma è conica, o colonnare.
Le foglie sono aghiformi, di colore verdi-bluastre, con bande stomatiche grigie-bluastre; sono lunghe 1,3-2,5 cm, lineari, dritte nei rami giovani, o ricurve, di sezione rombica, con punte acute; hanno stomi su entrambe le pagine, disposti su 2-5 linee in quelle superiori, in 4-5 linee su quelle inferiori. Le gemme sono ovoidali-coniche, più o meno acute, lunghe 6-10 mm, resinose; le perule sono triangolari, acute, di colore marrone chiaro, persistenti per parecchi anni.
Gli strobili maschili si formano in posizione ascellare, sono lunghi 2-2,5 cm, di colore prima giallo-rossastri, poi giallo-arancioni.
I coni femminili sono di colore rosso-purpurei da immaturi, poi marroni-rossastri o grigio-marroni; questi sono inizialmente eretti, poi pendenti, oblunghi-ovali poi cilindrici, sessili o con peduncolo corto, lunghi 7-10 cm e larghi 2,5-3,5 cm, con punta ottusa. I macrosporofilli sono obovati o suborbicolari, lunghi 1,5-2 mm, con superficie finemente striata, lievemente convessa, glabra e con margine superiore intero, arrotondato e convesso. Le brattee sono ligulate-spatolate, lunghe 4-6 mm, interamente incluse. I semi, ovoidali-oblunghi, sono marroni o marroni-nerastri, appuntiti alla base, lunghi 3-4 mm, con parte alata obovata-oblunga, lunga 10-15 mm, di colore marrone-giallastro o marrone-rossastro.

Coltivazione –
Il Picea meyeri è una conifera ornamentale, famosa per il suo portamento ordinato e regolare e per il suo vivace colore verde. Alcuni di questi esemplari sono utilizzati come alberi di Natale.
Questa pinta predilige climi freddi, di tipo continentale, con precipitazioni annue moderate e comprese tra i 500 e gli 800 mm.
Dal punto di vista pedologico predilige suoli preferibilmente podzolici e non calcarei.
La riproduzione avviene per seme.
I semi sono relativamente facili da germinare e coltivare. La dormienza all’interno del seme è breve e si interrompe facilmente e ci si può aspettare un successo ragionevole anche quando i semi vengono seminati senza alcuna forma di pretrattamento. Il vantaggio di un breve periodo di pretrattamento è che una percentuale maggiore di semi germinerà e la germinazione delle piantine sarà sincronizzata con la germinazione della maggior parte delle piantine a pochi giorni l’una dall’altra.
Se si effettua il pretrattamento si consiglia di immergere i semi in acqua per 24 ore. Scolare completamente tutta l’acqua e posizionare i semi in un sacchetto per congelatore con chiusura a zip. Riponete i semi in frigorifero, è importante che durante questo periodo i semi non si secchino o siano impregnati d’acqua altrimenti il pretrattamento risulterà inefficace.
È importante continuare a controllare i semi ogni settimana circa per assicurarsi che non si secchino. Potresti anche incorporare all’inizio del trattamento un po’ di vermiculite o perlite umida, questo aiuta a mantenere i semi umidi ma non impregnati d’acqua.
Dopo circa 4 settimane in queste condizioni i semi sono pronti per essere seminati.
I semi devono essere seminati in contenitori riempiti con terriccio generale di buona qualità. I contenitori adatti potrebbero essere vasi per piante, vassoi per semi o vaschette per tappi o anche contenitori improvvisati con fori di drenaggio. Rassodare delicatamente il compost e seminare i semi sulla superficie. Se semini in vassoi alveolati, semina 2 o 3 semi per cella.
Coprire i semi con un paio di millimetri di vermiculite o in mancanza con uno strato sottile di composto setacciato. Seguire con un’annaffiatura delicata e mantenerli a temperatura ambiente. La germinazione inizierà entro 10-14 giorni dalla semina.
Le piantine sono ragionevolmente robuste e non presentano problemi e di solito raggiungono un’altezza compresa tra 2 e 10 cm nella prima stagione di crescita, a seconda della data di semina e delle tecniche colturali.
Le piantine in via di sviluppo dovrebbero stare bene in pieno sole, mantenerle ben innaffiate e libere da erbe infestanti.
La crescita accelererà nel secondo anno e in quelli successivi e i giovani alberi in via di sviluppo dovrebbero essere rinvasati secondo necessità, preferibilmente durante la stagione dormiente. Dopo forse 2 o 3 anni sono pronti per essere piantate nella loro posizione permanente.

Usi e Tradizioni –
Il Picea meyeri fu trovato dal botanico olandese Frans N. Meijer che emigrò negli Stati Uniti nel 1900, cambiò il suo nome in Frank Meyer e iniziò una carriera di collezionista di piante per l’USDA e l’Arnold Arboretum, viaggiando attraverso alcune delle zone più selvagge e gran parte delle regioni senza legge della Cina occidentale, del Turkestan, della Manciuria e della Corea. Tra gli oltre 2.000 taxa raccolti c’era quello che sarebbe diventato l’esemplare tipo di Picea meyeri, trovato il 25 febbraio 1907 a Wutaishan (五台山) nello Shanxi. Meyer trascorse gran parte del resto della sua vita collezionando spedizioni e morì durante una di esse 11 anni dopo.
Il legno di questa conifera riveste importanza economica nel nord della Cina, dove viene utilizzato in edilizia e per la fabbricazione di ponti pedonali, pali, pancali; esistono anche piantagioni artificiali dalle quali si ricava legno utilizzato nell’industria cartaria. Il peccio di Meyer è molto utilizzato nelle riforestazioni in Cina, e come specie ornamentale in giardini privati e pubblici di Europa e Nordamerica.
Pwer quanto riguarda il suo stato di conservazione, lo sfruttamento del suo legno, con conseguente deforestazione, era e rimane parzialmente (dopo le leggi restrittive emanate nel 2002) il rischio maggiore per la specie, con una riduzione stimata del 25-30 % dell’areale primario in circa un secolo. Per questo motivo viene classificata come Specie prossima alla minaccia (near threatened in inglese) nella Lista rossa IUCN.

Modalità di Preparazione –
Il Picea meyeri è una conifera che non riveste alcun interesse alimentare o medicinale mentre ricopre un valore economico per l’utilizzo del suo legname, cosa che ne ha determinato una diminuzione notevole nel suo habitat naturale.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://repo.rbge.org.uk/image_server.php?kind=1500&path_base64=L2l0ZW1faW1hZ2VzL2FjY2Vzc2lvbnMvMTkvODAvMjQvODYvUGhvdG9fNTI4NGU5Zjg1ZDdjZC5qcGc=
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Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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