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Selenicereus undatus

Selenicereus undatus

La Pitahaya o Frutto del Drago (Selenicereus undatus (Haw.) D.R.Hunt) è una specie succulenta appartenente alla famiglia delle Cactaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Caryophyllales,
Famiglia Cactaceae,
Genere Selenicereus,
Specie S. undatus.
È basionimo il termine:
– Cereus undatus Haw..
Sono sinonimi i termini:
– Cereus tricostatus Rol. – Goss.;
– Cereus undatus Pfeiff.;
– Cereus undulatus Hort.Berol.;
– Cereus undulatus Hort.Berol. ex D.Dietr.;
– Hyalocereus undatus (Haw.) Britton & Rose;
– Hylocereus tricostatus Britton & Rose;
– Hylocereus undatus (Haw.) Britton & Rose;
– Hylocereus undatus subsp. luteocarpus Cálix de Dios;
– Selenicereus undatus subsp. luteocarpus (Cálix de Dios) M.H.J.van der Meer..

Etimologia –
Il termine Selenicereus proviene dal greco Σελήνη Seléne Selene, dea della Luna, e da Cereus (da cēreus cero: per la forma colonnare di molte specie di questo genere) cereo: Cereus dalla fioritura notturna.
L’epiteto specifico undatus viene da úndo ondeggiare, sollevarsi come le onde, a sua volta da únda onda: ondulato, ondeggiante, per il margine ondulato delle foglie.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Selenicereus undatus è una pianta litofita o semiepifita originaria delle zone aride neotropicali (Messico, Guatemala, Costa Rica) e successivamente introdotta in America Centrale e in altre zone del mondo.
Questa pianta viene coltivata in paesi dell’est e del sud dell’Asia come Cambogia, Thailandia, Taiwan, Malaysia, Vietnam, Sri Lanka, Filippine, Nuova Guinea, Indonesia e Bangladesh, e si trovano anche a Okinawa, nelle Hawaii, in Israele, nell’Australia del nord, nella Cina del sud e a Cipro.
L’habitat di questa pianta è quello dei boschetti, siepi, dove cresce su rocce o pareti rocciose, ad altitudini fino a 2000 metri.

Descrizione –
Il Selenicereus undatus è una cactacea che può crescere fino a 5 metri di altezza con “rami” lunghi anche 6-12 metri, a portamento strisciante o ricadente, molto ramificati. Questi sono spessi circa 10–12 cm e mostrano tre costolature. Le piccole aree che portano le spine sono ampie circa 2 mm. Le spine sui rami adulti sono lunghe 1–4 mm, di forma da aciculari a quasi coniche, di colore da grigiastro a nero.
Questa pianta forma radici aeree con le quali riesce ad attaccarsi, per esempio, agli alberi (pianta epifita) o alle rocce (pianta litofita).
I fiori sono di colore bianco verdastro, lunghi circa 25–30 cm con un diametro che varia tra 15 e 20 cm. Gli stami sono lunghi 5–10 cm. I fiori producono nettare per attirare gli impollinatori. Durante la fioritura emanano un forte profumo “vanigliato”. La fioritura di un singolo fiore dura circa 2 giorni e avviene di notte; di giorno il fiore si chiude. La fioritura sfasata nel tempo fa sì che il cactus rimanga in fiore più a lungo.
Il frutto è una bacca carnosa e lungo da 5 fino a 12 cm con un diametro di 4–9 cm; è di un colore che varia dal rosa intenso al rosso, con larghe brattee verdastre. La polpa all’interno del frutto è generalmente di color bianco o rosso con numerosissimi e piccolissimi semi di color nero, che sono commestibili. La polpa è di consistenza morbida e ha un gusto dolce e delicato ed è di gradevole profumo.

Coltivazione –
Il Selenicereus undatus è un arbusto rampicante succulento che può crescere tra i rami degli alberi o sul terreno. Questa specie è conosciuta solo come pianta coltivata, occasionalmente sub spontanea o sfuggita alla coltivazione.
Viene coltivato frequentemente nelle zone tropicali e subtropicali (soprattutto in America), sia per i suoi frutti commestibili, spesso venduti nei mercati americani, sia come pianta ornamentale.
I frutti sono prodotti nell’America centrale e meridionale, principalmente in Nicaragua, Colombia ed Ecuador. In Asia il principale produttore è il Vietnam. Anche altri paesi come Israele, Sud Africa e Australia sono entrati nel mercato.
A fini ornamentali viene coltivata anche in zone non idonee per la fruttificazione commerciale, come ad esempio nell’area mediterranea.
La pianta viene impollinata da alcuni pipistrelli e falene ed il suo habitat idoneo di fruttificazione è quello delle pianure tropicali calde con precipitazioni da scarse ad alte.
In diverse cultivar disponibili nei vivai è stata segnalata l’autoincompatibilità. Per aumentare il potenziale di produzione di frutta, si consiglia di piantare 2 o 3 diversi tipi genetici (non lo stesso clone o varietà). L’impollinazione incrociata tra i diversi tipi nella piantagione assicurerà una migliore allegagione e dimensioni dei frutti. Falene e pipistrelli sono buoni impollinatori, poiché i fiori si aprono di notte quando non c’è attività delle api. Tuttavia, l’impollinazione di falene e pipistrelli non è stata comunemente osservata. I fiori di alcune cultivar rimangono aperti durante le prime ore del mattino e possono essere visitati dalle api. In alternativa, l’impollinazione manuale può essere effettuata durante la notte e nelle prime ore del mattino raccogliendo il polline (o interi stami) da un fiore e applicandolo allo stigma di altri fiori.
Cresce meglio nelle aree in cui le temperature diurne annuali sono comprese tra 18 e 28 °C, ma può tollerare 12-34 °C.
Cresce con una piovosità media annua compresa tra 300 e 3.500 mm.
Spesso si comporta come pianta epifita, anche se può crescere direttamente sul terreno. Dal punto di vista pedologico richiede un terreno ben drenato e un pH di 6 o inferiore; in particolare preferisce un pH compreso tra 5,3 e 6,7, tollerando tra 5 e 7,5.
Questa pianta è ampiamente coltivata nelle zone tropicali e subtropicali e, spesso, è sfuggita alla coltivazione e si è naturalizzata. È stata classificato come ‘invasiva’ in alcune aree, dove spesso si diffonde vegetativamente.
Le piante crescono bene, ma non sempre danno buoni frutti, quando crescono nelle zone più umide dei tropici.
Per ottenere la massima produzione di frutti sani e di buona qualità è necessario effettuare due tipi di potatura. La prima prevede l’allevamento delle piante in crescita fino a raggiungere il traliccio. Ciò comporta l’eliminazione di eventuali steli laterali lungo lo stelo principale fino a raggiungere il traliccio e la legatura dello stelo principale al palo del traliccio. Subito dopo che le piante raggiungono la cima del traliccio, le loro punte dovrebbero essere tagliate per indurre la ramificazione. Le piante sono vigorose e possono richiedere la potatura da una a tre volte all’anno.
In riferimento alla necessità irrigua è importante annaffiare la pianta durante la stagione della fioritura e della fruttificazione almeno una volta alla settimana.
Inoltre sono stati segnalati gravi danni allo stelo dovuti a scottature solari in alcune regioni di coltivazione con bassa umidità o alta quota. Per questo motivo si consiglia un’ombreggiatura di circa il 30% durante i primi 3 o 4 mesi dopo la semina e dove l’insolazione è a livelli dannosi.
Per quanto riguarda la raccolta, questa viene effettuata in periodi differenti in funzione dell’areale dove viene coltivata. In Florida fruttifica tipicamente da maggio a settembre. Una singola pianta può produrre più di 50 frutti a stagione. Il frutto matura circa 40 giorni dopo la fioritura e non deve essere raccolto fino a quando non ha raggiunto la piena colorazione.
In riferimento alla propagazione si rileva che questa viene spesso propagata per talea, ottenuta recidendo rami laterali lunghi circa 0,30 cm in corrispondenza di un segmento del fusto.
Si dice che praticare un taglio obliquo sull’estremità dello stelo da inserire nel terreno migliori la radicazione. Le talee devono essere curate in un’area fresca e asciutta per 5-7 giorni prima della semina. Per preparare le talee si preferiscono gli steli maturi, poiché sono più resistenti ai danni di insetti e lumache. Le talee possono essere piantate direttamente in campo o in vaso utilizzando un terriccio ben drenato.

Usi e Tradizioni –
La prima descrizione di questa pianta fu come Cereus undatus è fu fatta nel 1830 da Adrian Hardy Haworth. Successivamente furono Nathaniel Lord Britton e Joseph Nelson Rose, nel 1918, a classificarla nel genere Hylocereus.
Questa pianta prende vari nomi: pitahaya, dragon fruit, night blooming cereus, strawberry pear, Belle of the Night, Cinderella plant, Jesus in the cradle, moonflower nei Paesi anglosassoni; pitahaya roja (Costa Rica, Colombia, Mexico, Venezuela); flor de caliz, pitajava (Puerto Rico); junco, junco tapatio, pitahaya orejona, reina de la noche, tasajo (Mexico). Per via della sua fioritura questa pianta viene anche chiamata regina della notte.
Questa pianta, oltre che come ornamentale, viene coltivata per i sui frutti che vengono consumati crudi o cotti.
Hanno un sapore delizioso, dolce e gradevole.
Il frutto è ricco di sali minerali, ma anche molto calorico: 100 g corrispondono a ben 264 Kcalorie.
Anche i boccioli dei fiori non aperti possono essere cucinati e mangiati come verdura.
I boccioli floreali ei fiori sono consumati in Cina, essiccati o freschi.
Questa pianta ha anche usi medicinali.
La linfa degli steli di H. undatus è stata utilizzata come vermifugo ma si dice che sia caustica e pericolosa.
Il frutto di H. undatus è noto per essere utile nella lotta contro l’anemia. I gambi della specie sono venduti in omeopatia. Gli steli essiccati all’aria e in polvere contengono B-sitosterolo.
Tra gli altri usi si ricordano quelli agroforestali. La pianta può essere utilizzata per creare voluminose e coreografiche siepi fiorite.

Modalità di Preparazione –
Il Selenicereus undatus è una pianta coltivata sia per fini alimentari che ornamentali.
Di questa pianta si consumano sia i frutti che i boccioli.
I frutti maturi sono molto apprezzati, soprattutto se raffreddati e tagliati a metà in modo che la polpa possa essere mangiata con un cucchiaio. Il succo è gustato come bevanda fresca. Uno sciroppo a base di frutta intera viene utilizzato per colorare pasticcini e caramelle.
Il bocciolo non aperto può essere cucinato e mangiato come verdura.
Esistono comunque usi anche medicinali. In questo caso si utilizza la linfa degli steli come vermifuga anche se pare che sia caustica e pericolosa.
Il frutto è utile nella lotta contro l’anemia. I gambi della specie sono venduti in omeopatia. Gli steli essiccati all’aria e in polvere contengono B-sitosterolo.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/168154859/original.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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