Symphytum officinale
Symphytum officinale
La Consolida maggiore o Orecchia d’asino (Symphytum officinale L. 1753) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Boraginaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Asteridae,
Ordine Lamiales,
Famiglia Boraginaceae,
Genere Symphytum,
Specie S. officinale.
Sono sinonimi i termini:
– Consolida major Garsault;
– Consolida major Gilib.;
– Symphytum album hort.;
– Symphytum album hort. ex Steud.;
– Symphytum ambiguum Pau;
– Symphytum coccineum Schltdl.;
– Symphytum commune Faegri;
– Symphytum consolida Gueldenst.;
– Symphytum elatum Tausch;
– Symphytum majus Bubani;
– Symphytum molle Janka;
– Symphytum officinale var. glabrescens Nicklès;
– Symphytum officinale var. rectiflorum Touss. & Hoschedé, 1898;
– Symphytum patens Sibth.;
– Symphytum stenophyllum Beck;
– Symphytum variegatum Hort..
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti varietà:
– Symphytum officinale var. ochroleucum;
– Symphytum officinale var. officinale L.;
– Symphytum officinale var. purpureum.
Inoltre sono noti di versi ibridi interspecifici:
– Symphytum ×coeruleum Petitmengin – Ibrido fra: S. officinale e S. peregrinum;
– Symphytum ×foliosum Rehman (1868) – Ibrido fra: S. officinale e S. tuberosum;
– Symphytum ×hyerense Pawlowski (1971) – Ibrido fra: S. floribundum e S. officinale;
– Symphytum ×uplandicum Nyman (1854) – Ibrido fra: S. asperum e S. officinale.
Etimologia –
Il termine Symphytum proviene dal greco συν syn con, insieme e da φυτόν phytόn pianta: piante che crescono in gruppo.
L’epiteto specifico officinale viene da offícina laboratorio medioevale: in quanto pianta usabile in farmaceutica, erboristeria, liquoristica, profumeria e simili.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Symphytum officinale è una pianta erbacea perenne con origine Europea e del Caucaso ma si è naturalizzata in America ed in Asia mentre in Australia viene ampiamente coltivata.
In Italia è presente ovunque, anche sull’arco alpino, a parte alcune zone del sud e centrali sul versante adriatico.
Il suo habitat è quello dei luoghi paludosi, nei fossi, nei canali e torbiere; ma anche nei prati umidi e margini dei boschi. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro e valori medi di umidità, dove cresce fino a 1300 m s.l.m..
Descrizione –
Il Symphytum officinale è una pianta erbacea perenne che cresce normalmente tra 30 e 60 cm ma può arrivare fino a 120 cm.
Ha la superficie ricoperta da peli rigidi (patenti o deflessi) bianchi.
Le radici sono secondarie da rizoma ma molto robuste; vanno in profondità e consentono la crescita di un abbondante fogliame. A volte le radici di questa pianta si presentano come rizomi tuberizzati. Il rizoma è orizzontale, grosso, a volte suddiviso in più parti. La parte esterna è scura, mentre il centro è più chiaro.
La parte epigea è eretta, carnosa e ramosa; per tutta la sua lunghezza sono presenti delle ali prodotte dal prolungamento della parte basale delle foglie cauline. Il fusto può avere un andamento zigzagante e la sua sezione è angolosa (quadrangolare) e la superficie è ricoperta di peli.
Le foglie in genere sono ampie e ruvide, spesse, robuste e tomentose. Hanno una certa consistenza al tatto e il loro colore è verde forte sulla pagina superiore e quasi argenteo su quella inferiore. Il bordo della lamina è crenato e la pagina inferiore si presenta con dei nervi sporgenti.
Le foglie basali sono a forma ovale-allungata o lanceolata di dimensioni mediamente grandi; sono inoltre lungamente picciolate e l’apice è acuto. Dimensione delle foglie basali: larghezza 10 – 20 cm, lunghezza 30 – 80 cm.
Quelle cauline sono alterne, e perlopiù sessili (solo quelle inferiori sono picciolate). La forma è strettamente lanceolata con apice acuminato. Spesso sono inoltre lungamente decorrenti, fino alla foglia sottostante, per cui sembrano quasi opposte. Dimensione media delle foglie cauline: larghezza 2 – 7 cm, lunghezza 8 – 18 cm; dimensione del picciolo delle foglie inferiori: 2 – 4 cm.
I fiori sono riuniti in una infiorescenza che è una pseudo pannocchia composta da gruppi densi di fiori riuniti in cime bifide (una o due volte bifide) e unilaterali (racemi scorpioidi, ossia sviluppati solo da una parte); l’infiorescenza è posta all’ascella delle foglie superiori.
I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, tetraciclici (formati dai 4 verticilli fondamentali della angiosperme: calice – corolla – androceo – gineceo), pentameri (i fiori sono formati da 5 parti). I fiori sono inoltre regolari e senza brattee, sono portati da lunghi peduncoli arcuati per cui i fiori sono pendenti, la loro forma è tubulosa. Il colore può essere molto vario: bianco-sporco o giallastro oppure verdastro; ma anche rosa, purpureo fino al violetto.
L’impollinazione è entomogama, per mezzo di api, l’antesi è tra maggio e luglio mentre i semi maturano da giugno a luglio
Il frutto è un microbasario (tetranucula) con mericarpi (nucule) monospermi di 3,5-4 x 2,4-3,4 mm, ovoidi, lisci e lucidi, con anello basale di circa 0,5 mm, liscio e dentato alla base.
Coltivazione –
Il Symphytum officinale è una pianta perenne spesso viene raccolta allo stato naturale per uso locale come cibo, medicina e fonte di materiali.
È una pianta che può essere coltivata in gran parte di substrati ma preferisce un terreno umido e con un certo ombreggiamento.
Le piante possono essere invasive, spesso diffondendosi liberamente per mezzo di semi auto-seminati. L’apparato radicale è molto profondo e difficile da estirpare, anche piccoli frammenti di radice lasciati nel terreno possono produrre nuove piante.
La propagazione avviene per seme; la semina è primaverile o autunnale in semenzaio protetto.
Le giovani piantine vanno trapiantate, se provenienti da semenzaio, in primavera o all’inizio dell’estate; comunque si può seminare direttamente in pieno campo in primavera.
Si può propagare anche per divisione in qualsiasi momento dell’anno; basta usare una vanga per tagliare i 7 cm superiori di radice appena sotto il livello del suolo. Si possono ottenere un certo numero di radici, ognuna delle quali farà una nuova pianta. Queste possono essere messe in vaso o piantate direttamente in pieno campo.
Usi e Tradizioni –
Il Symphytum officinale è una pianta che nel corso dei secoli è stato coltivato in Asia ed in Europa come pianta medicinale e per uso erboristico.
Veniva usata per impacchi di foglie e radici per trattare distorsioni, lividi o fratture ossee. Anche le radici potevano essere schiacciate e poi avvolte attorno a un arto rotto, una volta essiccate formavano un “calco in gesso” indurito.
Questa pianta, ancora oggi ed in certe zone viene usata dalla medicina popolare per le sue proprietà vulnerarie (guarisce le ferite); pare inoltre che stimoli la formazione del callo osseo in caso di fratture. Quando la pianta è secca si grattugiano le sue parti più consistenti sulle ferite, piaghe o bruciature: sembra che il sollievo sia assicurato (il processo di guarigione è dato da una sostanza chiamata allantoina, sostanza usata in sintesi anche dall’industria farmaceutica per gli stessi scopi). Le mucillagini vengono usate come un espettorante (funzione che favorisce l’espulsione delle secrezioni bronchiali) e sembrano valide anche per la tosse. Le foglie sono inoltre astringenti (limitano la secrezione dei liquidi).
Tra le altre proprietà si ricordano quelle: decongestionanti (diminuisce l’apporto sanguigno in una data parte del corpo), astringenti (limita la secrezione dei liquidi), emollienti (risolve uno stato infiammatorio) e analgesiche (attenua il dolore). Esternamente sembra che sia molto utile per varie affezioni della pelle come ustioni, infiammazioni, piaghe e ulcere.
Tra le controindicazioni si ricorda che più testi ne sconsigliano l’uso prolungato o abbondante perché potrebbero insorgere affezioni epatiche a causa di alcune sostanze epatotossiche come gli alcaloidi pirrolizidinici. Inoltre nella pianta è presente, in forma per fortuna molto esigua, un alcaloide (la “simfito-cianoglossina”) tossico in quanto paralizza il sistema nervoso. In diversi stati se n’è vietato l’uso alimentare, come negli Stati Uniti d’America e in Italia (è nella lista del Ministero della salute delle piante non ammesse come integratori alimentari).
Le sostanze presenti sono: mucillagine, resina, tannino, acido clorogenico, gomma, colina, amido e asparagina. È presente anche la consolidina (si tratta di un glucoalcaloide).
Tra gli altri usi si riporta che le foglie di queste piante sono valide per la produzione di un ottimo macerato per fertirrigazione, e vengono utilizzate direttamente come elemento verde (cioè ricco d’azoto) nella concimaia (ovvero per il compostaggio e la produzione di humus).
Un’altra caratteristica interessante del Symphytum officinale è quella di poter essere utilizzato per arricchire i terreni poveri con la pratica del sovescio, in quanto è una pianta rustica, vigorosa, dalla biomassa abbondante e può crescere anche in terreni molto poveri – dunque è una pianta di elevato interesse per l’agricoltura biologica per arricchire i terreni con metodi biologici. Ad esempio le foglie lasciate macerare per una settimana in un po’ d’acqua formano un preparato ottimo per le colture esigenti di potassio come i pomodori.
Infine può essere utilizzata come erba da foraggio, e in passato è anche stata coltivata a questo scopo.
È, inoltre, una pianta visitata dalle api per il suo nettare.
Si hanno anche utilizzi industriali. In Ungheria (e non solo), da alcune parti della pianta, trattate con bismuto, si ricava una tintura corposa di colore bruno con la quale si producono diversi cosmetici.
Si ricorda però che essendo piante che si autoseminano facilmente diventano invasive ed essendo il sistema radicale molto profondo risultano poi di difficile sradicamento. Nel sottosuolo rimangono inoltre sempre alcuni piccoli frammenti della radice che sono ancora in grado di produrre nuovi impianti.
Modalità di Preparazione –
Del Symphytum officinale si utilizza soprattutto la radice ma anche le foglie. La raccolta delle radici viene fatta in autunno-inverno, mentre le foglie in primavera prima della fioritura.
In cucina si può produrre un buon tè dalle foglie trattate opportunamente, mentre le radici possono essere usate come dolcificanti (contiene zuccheri oltre all’amido e altro). In certe località, si fa uso alimentare delle parti superiori della pianta come fossero asparagi. In altre zone le foglie vengono bollite e mangiate come gli spinaci. Oppure le radici se sbucciate e tagliate finemente si possono aggiungere nelle zuppe di verdura. Le foglie se tostate possono produrre un surrogato del caffè. Comunque è da tenere presente che questa pianta presenta una certa tossicità, come sottolineato nelle controindicazioni del paragrafo precedente.
Le radici tostate vengono utilizzate con le radici di tarassaco e cicoria per fare un succedano del caffè.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
– https://observation.org/photos/47579265.jpg
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.