Ciuta
Ciuta
La Ciuta è una pecora (Ovis aries Linnaeus, 1758) italiana, originaria della Valtellina e dell’Alto Lario, con attitudine principale alla produzione di carne.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Phylum Chordata,
Classe Mammalia,
Ordine Artiodactyla,
Sottordine Ruminantia,
Famiglia Bovidae,
Sottofamiglia Caprinae,
Genere Ovis,
Specie O. aries,
Razza Ciuta.
Distribuzione Geografica ed Areale –
La ciuta è una razza ovina autoctona originaria della Valtellina e dell’Alto Lario dove si è conservata ed allevata in aree marginali come la Val Masino, piccola valle laterale alla Valtellina, dove l’agricoltura era legata a logiche di sussistenza anziché commerciali.
La ciuta è una razza robusta e frugale che viene allevata in un habitat molto duro; durante quasi tutto l’anno gli animali vivono su pascoli ripidi ad altezze che vanno dai 500 ai 2700 mt e soltanto nei mesi invernali vengono foraggiati con fieno e foglie secche.
Origini e Storia –
La ciuta è una razza ovina autoctona ed il termine “ciuta” significa “piccola pecora” e deriva dalla lingua romancia, parlata nel confinante Cantone svizzero dei Grigioni.
Le uniche informazioni ufficiali sono quelle riportate sull’atlante CNR del 1983.
Una caratteristica tipica della popolazione è la presenza di corna, nel montone di forma elicoidale e nelle femmine, quando presenti simili a quelle delle capre, questa caratteristica si ritrova solo in alcune razze primordiali, come la ormai estinta pecora la pecora Tujetsch dell’Oberland Grigionese o la Montafon austriaca allevata nel Vorarlberg, che potrebbero discendere dall’antica pecora delle Torbiere (ovis aries palustris). È interessante notare che tutte e tre le razze vengono chiamate, ognuna nella propria lingua locale, “Tschüt”, che significa piccola pecora.
Testimonianze locali e il ritrovamento di capi dalle ottime caratteristiche, ne certificano la presenza anche in alcuni areali dell’antica contea di Bormio, in special modo nel comune di Sondalo, dove popolarmente veniva chiamata “cirula” e l’agnello “ciutin”.
La Ciuta veniva definita come una popolazione ovina autoctona con probabili origini comuni con la Ciavenasca, ed è originaria della provincia di Sondrio.
Si riteneva che questa razza fosse estinta, ma pochi anni fa, nel 2001, sono stati individuati ovini (nell’estremo Nord della provincia di Como, al confine con la Valchiavenna) che presentavano i tratti morfologici riconducibili a questa popolazione ovina.
Fino a un recente passato, infatti, questa razza era a gravissimo rischio di estinzione, dovuto all’abbandono delle campagne. Contestualmente, essendo divenuti disponibili anche i pascoli prima in uso ai bovini e venuta meno la necessità di sfruttare le aree più impervie e marginali, sono stati introdotti ovini di altre razze più pesanti, come la pecora bergamasca o la merinos, che hanno contribuito all’ibridamento della ciuta e alla quasi scomparsa della razza autoctona. Negli ultimi anni, l’associazione Pro Patrimonio Montano, insieme a un gruppo di allevatori locali, ha avviato un progetto di recupero, formando alcuni nuovi nuclei di animali allevati in purezza e raccogliendo tutta la documentazione necessaria per il riconoscimento della razza. Grazie a questo lavoro, la popolazione della razza Ciuta, pur non ancora in sicurezza, è in graduale ripresa. Ad oggi, si contano circa 400 capi, in parte iscritti nei libri genealogici, in parte non ancora registrati ma conosciuti e seguiti dalla rete Patrimont.
Morfologia –
La Ciuta è una pecora con un vello per lo più bianco paglierino ma si trovano anche altre varianti di colore, marrone, nero e maculato; è semiaperto, formato da bioccoli corti.
Una caratteristica tipica della popolazione è la presenza di corna, nel montone di forma elicoidale e nelle femmine, quando presenti, simili a quelle delle capre. Questa caratteristica si ritrova solo in alcune razze primordiali, come la ormai estinta pecora Tujtsch dell’Oberland Grigionese o la Montafon austriaca allevata nel Vorarlberg, che potrebbero discendere dall’antica pecora delle Torbiere (Ovis aries palustris). È interessante notare che tutte e tre le razze vengono chiamate, ognuna nella propria lingua locale, “Tschüt”, che significa piccola pecora.
È una pecora di piccola taglia con testa tozza a profilo pressochè rettilineo; le orecchie sono di media lunghezza, portate orizzontalmente.
Il tronco è corto, tondeggiante, voluminoso nella regione addominale.
L’altezza media al garrese è di 45-50 cm nei maschi e di 40-45 cm nelle femmine.
Il peso medio oscilla tra i 35-40 Kg nei maschi e 30-35 nelle femmine.
Attitudine produttiva –
La Ciuta è una razza ovina utilizzata prevalentemente per la produzione di carne che si ottiene da agnelli macellati ad un peso di 12-15 kg; in effetti scritture di fine 800 la ricordano come animale a triplice attitudine col cui latte, sempre in Val Masino, veniva prodotto un formaggio a 3 latti: Vaccino Caprino e Ovino.
Oggi il latte è destinato esclusivamente per l’alimentazione dell’agnello.
Per quanto riguarda la produzione annuale di lana per capo questa si aggira intorno a circa 1 kg, di qualità scadente.
La lana storicamente veniva filata e lavorata a maglia per la realizzazione di indumenti e trapunte, o cardata per imbottire materassi, attualmente sono in corso studi al fine di conoscerne le caratteristiche ed individuare la miglior destinazione. Progetti territoriali stanno cercando di riattivare la filiera riguardo la lavorazione della lana, si intende valorizzare al meglio i prodotti che verranno poi realizzati col vello di questo animale presumibilmente abbigliamento esterno o elementi d’arredo, utilizzando le tecniche dell’infeltrimento, filati a maglia o a telaio.
Per quanto riguarda la riproduzione si ottengono tre parti in due anni, con un tasso di gemellarità molto basso
Dal punto di vista della sua adattabilità ecologica la Ciuta è robusta e frugale e il suo habitat, come detto, è molto duro in quanto durante quasi tutto l’anno gli animali vivono su pascoli ripidi ad altezze che vanno dai 500 ai 2700 mt, e foraggiati con fieno e foglie secche soltanto nei mesi invernali.
Questa razza si caratterizza per la sua agilità e per l’avere mantenuto quelle caratteristiche che gli consentono di potersi difendere meglio dai predatori, come l’aver mantenuto la muscolatura delle orecchie che porta orizzontalmente e riesce ad orientare riuscendo cosi a captare prima eventuali pericoli.
Guido Bissanti
Fonti-
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Daniele Bigi, Alessio Zanon , 2010. Atlante delle razze autoctone. Bovini, equini, ovicaprini, suini allevati in Italia, Edagricole-New Business Media, Bologna.