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Riproduzione del Gelso

Riproduzione del Gelso

Il Gelso è una pianta che appartiene al genere Morus L. ed alla famiglia delle Moracee.
Si tratta di piante in gran parte originarie dell’Asia, ma anche diffuso, allo stato naturale, in Africa e in Nord America.

Habitat idoneo di riproduzione –
Il Gelso è una pianta con diverse sottospecie. Alcune diffuse in Eurasia ed Africa ed altre anche in Nord America. In Europa sono diffusi il Morus alba e il Morus nigra.
Il Gelso bianco (Morus alba L.) è una specie originaria dell’Asia centrale e orientale.
Albero alto fino a 15 m, è stato importato in Europa con il baco da seta che si nutre delle sue foglie. Fino a metà del ‘900 ha avuto un’enorme diffusione; poi, con l’affermarsi delle fibre sintetiche, l’allevamento del baco da seta è andato scomparendo e con esso anche il gelso bianco, degradando il relativo habitat di diffusione.
Il Gelso nero (Morus nigra L.) è molto simile alla specie precedente; è originario dell’Asia Minore e Iran ed introdotto in Europa probabilmente nel Cinquecento.
Il Gelso rosso (Morus rubra L.) è invece presente in Nord America.

Propagazione –
Il gelso è un albero da frutto molto rustico, la cui coltivazione non presenta particolari difficoltà; è una pianta molto resistente alla variabilità climatica. Soprattutto le diverse varietà di gelso riescono a resistere a temperature anche di -15 °C. Può quindi essere coltivato da nord a sud, senza particolari difficoltà.
Anche a livello di terreno l’albero di gelso può essere coltivato un po’ dappertutto. La pianta cresce bene persino in terreni poveri e aridi, anche se condizioni più favorevoli possono aumentare la produttività in termini di frutti.
L’ideale è, comunque, prediligere terreni con pH neutro, con una buona lavorazione di fondo e una discreta dotazione di sostanza organica.
La propagazione di questa pianta può avvenire per seme.
Il seme germina meglio se sottoposto a 2 – 3 mesi di stratificazione a freddo. Si consiglia di seminare comunque il seme non appena è maturo; di solito germina nella prima primavera, anche se a volte ci vogliono altri 12 mesi.
Le giovani piantine vanno fatte crescere in vasi singoli e trapiantate in primavera in pieno campo.
La propagazione può avvenire anche per talea, operando tagli di legno mezzo maturo di 7 – 10 cm. l’attecchimento raggiunge una buona percentuale, anche se a volte non riescono poi a svilupparsi.
In alternativa si possono preparare talee di legno maturo della crescita della stagione in corso, di 25 – 30 cm con una porzione basale di legno di 2 anni.

Ecologia –
Il paesaggio agrario italiano ed europeo del passato era molto differente da quello attuale.
In questo si inseriva la coltivazione del gelso bianco (Morus alba) per l’allevamento del baco da seta, un insetto strettamente monofago che si nutre solo della foglia di questa pianta.
La scomparsa della bachicoltura e l’abbandono della coltivazione del gelso ha influito su interi habitat tanto che il ruolo ecologico, di salvaguardia del suolo, ha generato, in molte aree, insieme all’avvento dell’agricoltura intensiva, un elevato dissesto idrogeologico e fenomeni di progressiva erosione e desertificazione dei suoli, che sono connessi, da un lato, all’abbandono di alcuni territori marginali da parte degli agricoltori, dall’altro, alla pratica di un’agricoltura poco conservativa in termini di sostanza organica del terreno, oltre che ai cambiamenti climatici, i cui effetti cominciano a farsi via via più rilevanti anche in Europa.
Il gelso è infatti dotato di un apparato radicale che si approfondisce sia verticalmente che orizzontalmente, creando un fitto intreccio di radici. Queste imbrigliano il terreno e anche in zone declivi rallentano l’azione di vento e acqua che scorrono sulla superficie del pendio, asportando particelle di suolo e facendole accumulare a valle. La rapida capacità di crescita del gelso fa in modo che la pianta riesca a creare una fitta copertura vegetale durante la stagione estiva, contrapponendosi alla forza con cui le goccioline di pioggia impattano sul terreno e, pertanto, riducendo i movimenti franosi. Sperimentazioni condotte in Cina hanno evidenziato come l’impianto di gelsi sia essenziale nel consolidare i terreni declivi, sia che questi siano naturali, sia soggetti a terrazzamento da parte dell’uomo. Si è inoltre verificato che sempre in questi ambienti, in caso di prolungati periodi di siccità, la chioma del gelso crea un microclima più fresco di alcuni gradi rispetto al territorio circostante, non coperto da vegetazione. Ciò che rende, però, interessante questa essenza vegetale rispetto ad altre, è la capacità di produrre foglia per la bachicoltura e biomassa vegetale o legnosa per scopi diversi, anche in terreni poveri di elementi nutritivi, con quantità limitate di acqua e persino, per alcune varietà di gelso, in terreni salini o calcarei. Per queste sue eccellenti caratteristiche, la pianta è stata anche impiegata in recuperi di ambienti desertici, con forti anomalie di reazione (pH), o inquinati da metalli pesanti (discariche).




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