Sempervivum tectorum
Sempervivum tectorum
Il semprevivo maggiore o barba di Giove (Sempervivum tectorum L., 1753) è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Crassulaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Rosidae,
Ordine Rosales,
Famiglia Crassulaceae,
Genere Sempervivum,
Specie S. tectorum.
Questa specie è stata classificata nel tempo con vari nomi; di seguito si riportano i principali sinonimi:
– Sedum tectorum Scop.;
– Sempervivum acuminatum Schott;
– Sempervivum alpinum Griseb. & Schenk;
– Sempervivum andreanum Wale;
– Sempervivum arvernense Lecoq & Lamotte;
– Sempervivum boutignyanum Billot & Gren.;
– Sempervivum cantalicum Jord. & Fourr.;
– Sempervivum clusianum (Ten.) Ten.;
– Sempervivum glaucum Ten.;
– Sempervivum lamottei Boreau;
– Sempervivum schottii Baker;
– Sempervivum spectabile C.B.Lehm. & Schnittsp.;
– Sempervivum cebennense Lamotte.
All’interno di questa specie si riconoscono, inoltre, le seguenti sottospecie e varietà:
– Sempervivum tectorum subsp. tectorum L., 1753;
– Sempervivum tectorum var. arvernense (Lecoq & Lamotte) Zonn.;
– Sempervivum tectorum var. tectorum L., 1753.
Etimologia –
Il termine Sempervivum viene da sémper sempre e da vívo vivere: che è sempre vivo malgrado l’ambiente di crescita apparentemente privo di nutrimenti e soggiacente a lunghi periodi di siccità.
L’epiteto specifico tectorum è in riferimento ai tetti, genitivo plurale di téctum tetto: per la sua capacità di cresce sui tetti.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Sempervivum tectorum è una pianta originaria dell’Europa centro-occidentale, in particolar modo delle montagne dell’Europa meridionale. È diffusa in una vasta parte dell’Europa occidentale.
In Italia è presente sulle Alpi e sugli Appennini.
Il suo habitat è quello dei luoghi rocciosi, rupi, pendii aridi, soprattutto su calcare, e muri soleggiati, tetti, fino ai 2800 m di altitudine.
Descrizione –
Il Sempervivum tectorum è una pianta erbacea perenne, succulenta, stolonifera, con fusto alto 20–50 cm.
Le foglie sono distribuite in forma di rosetta, sono di colore grigio-verdi, sessili, di 4–10 cm di diametro, con sfumature spesso di colore rosa-rosso.
Le foglie cauline superiori sono alterne, lanceolate, pubescenti su entrambe le facce e leggermente più lunghe.
L’infiorescenza è un denso corimbo apicale, che porta 10-40 fiori larghi circa 3 cm. La corolla è formata da 12-15 petali.
L’antesi è tra giugno ed agosto.
I frutti sono dei follicoli eretti.
È una specie molto variabile, in parte perché centinaia di cultivar sono state propagate, vendute e scambiate per quasi 200 anni.
Coltivazione –
Il semprevivo maggiore è una pianta grassa perenne sempreverde che viene raccolta anche allo stato naturale per uso locale come alimento e pianta medicinale.
È una pianta di facile coltivazione che preferisce un terreno granuloso ben drenato in pieno sole e cresce in qualsiasi terreno sabbioso popolando in poco tempo fessure rocciose, muri, sentieri ecc, purché vi sia sufficiente humus. Una volta attecchite queste piante sono molto resistenti alla siccità ma tollerano male l’umidità invernale.
La propagazione può avvenire per seme e la semina va effettuata in superficie all’inizio della primavera. Di solito germina in 2 – 6 settimane a 10 °C. il trapianto va effettuato in estate se le piante hanno raggiunto una dimensione sufficiente, altrimenti si consiglia di farle accrescere ancora in vaso per un altro anno.
Si può propagare bene per divisione sia in primavera o all’inizio dell’estate. Le divisioni più grandi possono essere piantate direttamente in pieno campo o, comunque, nella postazione definitiva.
Si può propagare anche per talea ricavata dagli steli.
Usi e Tradizioni –
Il semprevivo maggiore, conosciuto anche come barba di Giove, guardacasa o semprevivo dei tetti, è una pianta utilizzata da parecchio tempo per vari scopi.
Una tradizione romana che afferma che protegge gli edifici dai fulmini.
Infatti la pianta è stata tradizionalmente pensata per proteggere dai temporali e per questo motivo coltivata sui tetti delle case.
Molti dei suoi nomi popolari in diverse lingue riflettono un’associazione con il dio del tuono romano Giove, in particolare il latino barba Jovis a cui si fa riferimento nel Floridus tradizionalmente attribuito ad Emilio Macer, e il suo derivato francese joubarbe, che ha a sua volta dato origine a jubard e jo-barb in inglese; o con il dio del tuono norvegese Thor come nel tedesco Donnerbart.
Viene anche chiamata semplicemente pianta del tuono. Tuttavia, l’associazione con Giove è stata derivata anche da una somiglianza tra i fiori e la barba del dio; in epoca moderna è stata chiamata anche barba di San Giorgio.
La storia racconta che un botanico tentò per diciotto mesi di essiccare una pianta per il suo erbario, ma fallì in questo scopo. In seguito lo riportò al suo primo luogo, dopo di ché crebbe di nuovo come se nulla fosse successo.
In alcune tradizioni si ritiene che questa pianta protegga più in generale dal decadimento e dalla stregoneria.
Nel suo Capitulare de villis vel curtis imperii, Carlo Magno ne raccomandava la coltivazione in cima alle case. In alcuni luoghi, infatti, il S. tectorum è ancora tradizionalmente coltivato sui tetti delle case.
Tuttavia questa pianta ha anche altri utilizzi, sia in campo medicinale che alimentare.
Le foglie e il loro succo sono usati per il loro effetto rinfrescante e astringente, essendo applicati esternamente per lenire molte malattie della pelle. Come con molti altri rimedi che sono sia astringenti che lenitivi, questa pianta rassoda e allo stesso tempo ammorbidisce la pelle.
Le foglie fresche sono astringenti, diuretiche, odontalgiche, refrigeranti e vulnerarie.
Il succo del Sempervivum tectorum è stato utilizzato in erboristeria come astringente e curativo per malattie della pelle e degli occhi, tra cui Galeno e Dioscoride, per alleviare le infiammazioni e, mescolato al miele, per curare il mughetto; tuttavia, dosi elevate hanno un effetto emetico. Citazioni si trovano anche in Plinio e Marcello Empirico la elencò come componente nei trattamenti esterni per contusioni, disturbi nervosi, problemi intestinali e dolori addominali, e mischiata al miele, come parte dell’antidotum Hadriani (antidoto di Adriano), un palliativo ad ampio spettro per uso interno.
I romani coltivavano la pianta in contenitori davanti alle finestre e la associavano alla medicina dell’amore.
Tra gli usi alimentari si utilizzano le foglie e i giovani germogli che si possono consumare in insalata.
Il succo delle foglie è usato come bevanda rinfrescante.
Modalità di Preparazione –
Le foglie del Sempervivum tectorum vengono raccolte secondo necessità e utilizzate fresche. Vengono usate come cataplasma più o meno allo stesso modo dell’Aloe vera nel trattamento di una vasta gamma di malattie della pelle, ustioni, scottature, morsi e punture ecc. e sono state anche usate per eliminare verruche e calli.
La pianta è talvolta utilizzata anche internamente nel trattamento del fuoco di Sant’Antonio, dei disturbi della pelle e delle emorroidi, sebbene siano necessarie alcune cautele poiché, se utilizzata in eccesso, la pianta è emetica e purgativa.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
– https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/125393275/original.jpeg
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.