Lonicera japonica
Lonicera japonica
Il Caprifoglio giapponese (Lonicera japonica Thunb.) è una specie rampicante arbustiva appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Dipsacales,
Famiglia Caprifoliaceae,
Genere Lonicera,
Specie L. japonica
Sono sinonimi i seguenti termini:
– Caprifolium chinense S.Watson ex Loudon;
– Caprifolium japonicum (Thunb.) Dum.Cours.;
– Caprifolium roseum Lam.;
– Lonicera brachypoda Siebold;
– Lonicera chinensis P. Watson;
– Lonicera fauriei H. Lév. & Vaniot;
– Lonicera shintenensis Hayata.
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie:
– Lonicera japonica var. chinensis (P.Watson) Baker – presente in Cina a circa 800 metri;
– Lonicera japonica var. japonica – sottospecie presente ai margini delle foreste in Cina, Giappone e Corea;
– Lonicera japonica var. miyagusukiana Makino – presente in cima a scogliere calcaree esposte al vento nelle isole Ryukyus, in Giappone.[10]
Etimologia –
Il termine Lonicera del genere è stato dedicato da Linneo al medico e botanico tedesco Adam Lonitzer (latinizzato in Lonicerus, 1528-1586), autore di un trattato sulle erbe medicinali.
L’epiteto specifico japonica si riferisce a specie che hanno origine o distribuzione giapponese.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Lonicera japonica è una specie originaria dell’Asia orientale che viene spesso coltivata come pianta ornamentale, ma è diventata una specie invasiva in diversi paesi.
Questa specie è presente in diversi paesi dell’Asia del est, come Cina, Giappone, Corea ed è naturalizzata anche altrove come in Argentina, Australia, Brasile, Messico, Nuova Zelanda e in gran parte degli Stati Uniti, comprese le Hawaii, nonché in un certo numero di isole del Pacifico e dei Caraibi. È classificata come erbaccia nociva in Texas, Illinois e Virginia, ed è vietata nell’Indiana e nel New Hampshire. Inoltre viene elencata nel National Pest Plant Accord della Nuova Zelanda come specie indesiderate.
Il suo habitat naturale è quello dei boschetti delle colline e delle montagne del Giappone e dei boschi delle montagne e delle pianure della Corea.
Descrizione –
La Lonicera japonica è una specie arbustiva in forma di vite in grado di salire fino a 10 m di altezza o più sugli alberi.
Le foglie sono ovate, opposte e semplici, lunghe 3-8 cm e larghe 2-3 cm.
Quando i suoi steli sono giovani, sono di colore leggermente rosso e possono essere sfocati. Gli steli più vecchi sono marroni con la corteccia scrostata e sono spesso cavi all’interno.
I fiori sono a doppia lingua; quando si aprono sono di colore bianco ed hanno poi sfumature in giallo e profumano dolcemente di vaniglia.
Il frutto, che viene prodotto in autunno, è una bacca sferica nera di 3-4 mm di diametro contenente alcuni semi.
Si ricorda che mentre il nettare dei fiori può essere tranquillamente consumato dagli esseri umani, tutte le altre parti della pianta hanno il potenziale per essere tossiche.
Coltivazione –
Il Caprifoglio giapponese è una pianta principalmente della zona temperata, sebbene sia stata coltivata nei tropici. Le piante sono resistenti a circa -20 °C ed il fogliame può essere danneggiato in condizioni di forte vento gelido, ma la pianta di solito si riprende in primavera.
I frutti maturano solo dopo un’estate calda.
È una pianta che preferisce un buon terreno umido con le sue radici all’ombra e la parte epigea che va in cerca della luce.
Questa specie cresce in qualsiasi terreno in ombra parziale e le piante stabilizzate sono resistenti alla siccità.
La Lonicera japonica tende ad arrampicarsi, attorcigliandosi, ad altre piante e costituisce uno schermo eccellente per una recinzione esposta a nord o a est. Le piante dovrebbero essere distanziate di circa 1 metro l’una dall’altra.
Questa specie, comunque, può divenite una infestante ed invasiva ed è sfuggita alla coltivazione in Nord America dove può competere con le specie autoctone.
Esistono diverse varietà commercializzate per il loro valore ornamentale.
La propagazione avviene per seme con semina da effettuare subito dopo la raccolta. Il seme immagazzinato richiede 2 mesi di stratificazione a freddo.
Il trapianto va effettuato in tarda primavera o all’inizio dell’estate, dopo le ultime gelate previste.
Si può effettuare la propagazione anche tramite talee di legno semi maturo, di 7 – 10 cm, da fare nel mese di luglio – agosto in zona ombreggiata.
Oppure si possono preparare talee di legno maturo di 15 – 20 cm da fare nel mese di novembre in serra non riscaldata.
Usi e Tradizioni –
I fiori della Lonicera japonica sono commestibili per l’uomo e apprezzati per il loro nettare dal sapore dolce. I fiori possono anche essere una fonte significativa di cibo per cervi, conigli, colibrì e altri animali selvatici.
Nella medicina tradizionale cinese la Lonicera japonica è chiamata rěn dōng téng (忍冬藤); letteralmente “vite resistente all’inverno”) o jīn yín huā (cinese: 金銀花; letteralmente “fiore d’oro-argento” ). I nomi cinesi alternativi includono er hua (二花) e shuang hua (雙花), che significa fiori a doppio colore. In coreano, si chiama geumeunhwa.
Le foglie e i fiori essiccati sono impiegati nella medicina tradizionale cinese, essendo usati per trattare febbre, mal di testa legati al raffreddore, tosse, sete, alcune infiammazioni tra cui mal di gola, infezioni della pelle e necrosi tumorale.
Questa pianta ha un’azione antivirale legata al loniflavone, un composto presente nella Lonicera japonica, che è stato studiato in studi computazionali, in cui è stata dimostrata la capacità di questo composto di legarsi con elevata affinità alla proteina spike di SARS-CoV-2, un primo passo verso sviluppo di farmaci per la malattia causata dal virus.
La Lonicera japonica contiene, inoltre, metil caffeato, acido 3,4-di-O-caffeilchinico, metil 3,4-di-O-caffeilchinato, acido protocatechuico, acido metil clorogenico e luteolina. I due biflavonoidi, 3′-O-metil loniflavone e loniflavone, insieme a luteolina e crisina, possono essere isolati dalle foglie.
Altri composti fenolici presenti nella pianta sono l’iperoside, l’acido clorogenico e l’acido caffeico. I due glicosidi secoiridoidi, loniceracetalides A e B, possono essere isolati, insieme a 10 glicosidi iridoidi noti, dai boccioli dei fiori. La pianta contiene anche le saponine loniceroside A e B e l’antinfiammatorio loniceroside C.
Per uso medicinale, in generale, i fusti e i boccioli fiorali sono alterativi, antibatterici, antinfiammatori, antispasmodici, depurativi, diuretici, febbrifughi.
La pianta viene anche utilizzata per ridurre la pressione sanguigna.
Gli steli vengono utilizzati internamente nel trattamento dell’artrite reumatoide acuta, della parotite e dell’epatite.
Gli steli e i fiori sono usati insieme come infuso nel trattamento delle infezioni del tratto respiratorio superiore (compresa la polmonite) e della dissenteria.
L’infuso dei boccioli dei fiori viene utilizzato nel trattamento di un’ampia gamma di disturbi tra cui malattie sifilitiche della pelle e tumori, dissenteria batterica, raffreddore, enterite, dolore, gonfiore ecc..
Sperimentalmente, gli estratti di fiori hanno dimostrato di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue e sono antibatterici, antivirali e tubercolo statici.
Per via esterna i fiori vengono applicati come un lavaggio per infiammazioni della pelle, eruzioni cutanee infettive e piaghe.
La pianta ha un’azione simile alla Forsythia suspensa ed è solitamente usata in combinazione con quella specie per ottenere un’azione più forte.
Tra gli altri usi della Lonicera japonica si ricordano quelli agroforestali.
È infatti una pianta rampicante molto vigorosa, è una buona pianta tappezzante densa dove trova spazio sul terreno, anche se tende a soffocare le altre piante.
Tra gli altri usi si dice che la pianta sia insetticida e gli steli sono stati usati per fare cesti.
Modalità di Preparazione –
Gli steli della Lonicera japonica vengono raccolti in autunno e in inverno e vengono essiccati per un uso successivo.
I fiori vengono raccolti al mattino presto prima che si aprano e vengono essiccati per un uso successivo.
Per uso commestibile le foglie sbollentate sono usate come verdura anche se si consiglia una certa cautela, per la tossicità di questa pianta descritta sopra.
I fiori vengono succhiati per il loro dolce nettare e usati come verdura o trasformati in sciroppo e budini.
Dalle foglie, dai germogli e dai fiori si prepara un tè.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.