Come si coltiva la Stevia
Come si coltiva la Stevia
La Stevia (Stevia rebaudiana Bertoni) è una pianta erbacea della famiglia delle Asteraceae.
Questa pianta è originaria della valle del Rio Monday nel Nord-est del Paraguay. Le prime notizie sull’esistenza di questa pianta risalgono al suo uso da parte degli indigeni Guaranì che la chiamavano caà-ehe (erba dolce) e la utilizzavano per coprire il gusto amaro dell’Ilex paraguayensis con cui si preparava un infuso chiamato: “Mate” (il the del Paraguay) leggermente eccitante per un basso contenuto di caffeina.
È nota per essere utilizzata come dolcificante ipocalorico naturale.
Questa pianta si riproduce solitamente per seme, e si moltiplica per talea con una buona percentuale di successo. I semi sono minuscoli, e prima della semina vengono solitamente mescolati con della sabbia per evitare una distribuzione troppo fitta. La percentuale di germinazione è modesta. Si consiglia di non far seccare il terriccio durante la germinazione. Le piantine vengono trapiantate individualmente quando hanno messo il secondo paio di vere foglie, mettendole a dimora all’esterno dopo le ultime gelate, e fornendo loro una certa protezione fin quando la pianta è ben avviata.
Coltivazione –
La Stevia è una pianta con poche esigenze in termini di substrato. È infatti una pianta che, allo stato naturale, cresce su terreni poveri, sabbiosi, con falda idrica superficiale, soprattutto, in zone come i margini delle paludi e le praterie.
La Stevia cresce, inoltre, in un ampio range di temperature con un optimum di 23°C e resiste bene a valori prossimi allo 0°C.
Per quanto riguarda la fertilità del terreno è una pianta che si avvantaggia di elevate disponibilità di potassio e azoto tra i macroelementi e per il ferro e manganese tra i microelementi.
Normalmente per una produzione di biomassa di circa 7500 kg (ca 40-50% di foglie) vengono asportati 180 kg/ha di potassio, 105 kg/ha di azoto e 23 kg/ha di fosforo.
La pianta ha poi bisogno delle giuste condizioni di umidità dopo il trapianto e prima della raccolta delle foglie. Dove il clima permette un secondo raccolto è indispensabile un’irrigazione post-raccolta per favorire l’emissione di ricacci. Durante la stagione secca bisogna intervenire, inoltre, con irrigazioni di soccorso.
Dopo avere ottenuto le piantine il periodo migliore per il trapianto (nel territorio italiano) ricade nel mese di aprile per le temperature miti e le frequenti piogge che assicurano un buon attecchimento delle piantine ed uno sviluppo uniforme.
Si consiglia di porre le piantine con una densità di 5-6 piante per metro quadrato con interfila di 60 cm.
Dal punto di vista nutrizionale è importante che la pianta trovi una buona dotazione di elementi, come sopra riportato, soprattutto nei 30 giorni seguenti il trapianto e solo per l’azoto anche in prossimità della fioritura.
Per quanto riguarda la raccolta, di norma si ottengono 2 raccolti di cui il primo nel mese di luglio ed il secondo generalmente più abbondante in settembre-ottobre.