Grindelia robusta
Grindelia robusta
La grindelia robusta (Grindelia robusta Nutt.) è una specie erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Asteridae,
Ordine Asterales,
Famiglia Asteraceae,
Genere Grindelia,
Specie G. hirsutula.
Sono sinonimi i seguenti termini:
– Grindelia camporum var. camporum Greene;
– Grindelia camporum var. parviflora Steyerm.;
– Grindelia paludosa Greene;
– Grindelia procera Greene.
Etimologia –
Il termine Grindelia del genere è stato dedicato al lettone David Hieronymus Grindel (1776-1836), farmacista, medico e professore di botanica a Tartu in Estonia.
L’epiteto specifico robusta viene da robur, forza gagliardia, vigore: robusta, gagliarda, vigorosa.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Grindelia robusta è una pianta originaria del Nord America occidentale e presente nelle regioni paludose della California e del Messico del Nord. In Europa fu introdotta da alcuni missionari e da allora viene ampiamente coltivata a scopo medico-fitoterapici e come pianta ornamentale. In Italia è presente come pianta spontanea in Sardegna.
Il suo habitat è Habitat è quello delle rive marine, in zone soleggiate e ben drenate, dove prospera nelle zone aride e nelle pianure salate.
Descrizione –
La Grindelia robusta è un’erba perenne, a portamento cespugliodo, alta fino a 1 metro.
Ha una robusta radice a fittone con varie radici secondarie o avventizie a sezione capillare. La parte aerea della pianta è formata da fusti cilindrici, lisci variamente ramificati che da erbacei tendono a lignificare con l’invecchiamento.
Le foglie sono amplessicauli e hanno forma diversa: quelli inferiori sono a forma di spatola, ovali e appuntite alla base; quelle superiori sono alterne, ascendenti ed hanno basi larghe. Entrambe sono coriacee, di colore verde chiaro con margini dentellati e ruvidi.
Le infiorescenze sono formate da capolini a due tipi di fiori: quelli periferici grandi e gialli sono ligulati, ed esclusivamente femminili, quelli centrali numerosi ed ermafroditi sono tubulosi. Il ricettacolo è resinoso e rivestito di brattee lanceolate. Durante la prima fase della fioritura le brattee spinose e ricurve secernono una sostanza gommosa balsamica di colore marrone che si addensa sui fiori ancora in boccio.
L’antesi è da Luglio a Settembre.
I frutti sono degli acheni lisci, oblunghi e leggermente quadrangolari, dotati di un caratteristico pappo.
I semi sono oblunghi e scuri.
Coltivazione –
La Grindelia robusta è una pianta che ama il pieno sole. Se esposta all’ombra totale cresce in maniera stentata e difficilmente produce fiori. Non teme il freddo.
Dal punto di vista pedologico è una pianta rustica che cresce bene anche nei terreni difficili, aridi e sabbiosi, purché ben drenati.
È una pianta che tende a concentrare il selenio nelle foglie e negli steli, questo è particolarmente evidente nei terreni che sono relativamente ricchi di quell’elemento.
Per quanto riguarda gli apporti idrici si accontenta dell’acqua piovana e generalmente va irrigata solo dopo la messa a dimora, saltuariamente in estate e in caso di siccità prolungata.
Non ha particolare esigenze di nutrienti ma per favorire la produzione dei fiori, in primavera una somministrazione di un fertilizzante per piante fiorite da buoni risultati.
La pianta si riproduce per seme.
La semina si effettua in semenzaio protette alla fine dell’inverno, da Febbraio a Marzo oppure in tarda primavera direttamente in pieno campo.
Il terriccio deve essere sciolto e mantenuto umido fino a quando le piantine non saranno ben sviluppate.
Le nuove piante di Grindelia si trapiantano in pieno campo in primavera, preferibilmente quando il rischio delle gelate notturne è definitivamente scongiurato. Dopo la messa a dimora, le piante vanno annaffiate regolarmente per favorire l’attecchimento delle radici. Successivamente le annaffiature vanno praticate in estate o se il clima locale è molto siccitoso
I capolini della Grindelia, che sono le parti utilizzabili della pianta, ricche di principi attivi benefici, si raccolgono in estate, all’inizio della fioritura. Si raccolgono i fiori, per lo più ancora chiusi, perché più ricchi di principi attivi.
Usi e Tradizioni –
La Grindelia robusta è una pianta dagli utilizzi, oltre che ornamentali, per uso medicinale mentre tra gli usi commestibili si annovera l’utilizzo delle foglie in alcune parti.
Per quanto riguarda le proprietà medicinali si evidenzia che le foglie e le sommità fiorite sono antiflogistiche, antispasmodiche, balsamiche, emollienti, espettoranti, sedative, gastriche e un tonico vascolare.
La pianta ha capacità di purificare il sangue e viene applicata esternamente come impacco sulle zone della pelle infiammate o irritate.
Se viene usata internamente, rallenta il battito cardiaco e riduce la stimolazione delle terminazioni nervose nelle vie aeree che provoca la tosse, per cui è estremamente efficace come agente calmante nel trattamento dell’asma.
Questa pianta viene utilizzata nell’America centrale, come a Cuba, usa questa pianta con l’erba di Jimson per combattere l’asma sotto forma di fischietti.
Questa pianta, a piccole dosi, è diuretica ed è utilizzata per le infezioni del tratto urinario.
È un rimedio antinfiammatorio indicato per artriti e reumatismi.
I principi attivi sono:
– Acidi diterpenici (acido grindelico), flavonoidi (quercetina, crisocriolo, canfora), saponine triterpeniche, olio essenziale (0,5%).
Tra gli altri usi si ricorda che dai capolini e dai baccelli si ottengono coloranti gialli e verdi.
Modalità di Preparazione –
Di questa pianta si raccolgono i capolini, per lo più ancora chiusi, perché più ricchi di principi attivi, nel periodo estivo, all’inizio della fioritura.
Dai capolini, che secernono la resina balsamica, si ricavano preparazioni farmaceutiche sotto forma di sciroppi, compresse per il trattamento dei disturbi del tratto respiratorio: asma, bronchite e tosse, con proprietà mucolitiche, antitosse, antinfiammatorie e antibatteriche.
Si prepara un estratto fluido mettendo le foglie e i fiori appena raccolti in una piccola quantità di acqua bollente per circa 15 minuti.
Dalle radici si prepara un decotto che viene usato come shampoo per capelli per uccidere i pidocchi.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.