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Ibogaina

Ibogaina

L’ibogaina, il cui termine nella nomenclatura ufficiale IUPAC è: 12-metossi-ibogamina è un’alcaloide con formula bruta o molecolare C20H26N2O.
L’ibogaina è una alcaloide psicoattivo presente in natura in alcune piante come nell’Iboga (Tabernanthe iboga Baill., 1889), pianta usata soprattutto nella medicina tradizionale di alcuni Paesi come Congo, Camerun e Gabon.
Ibogaina si estrae dalla corteccia delle radici della pianta africana Iboga, ben nota ad alcune popolazioni indigene da molto tempo. Le popolazioni del Bwiti sono probabilmente i custodi più gelosi della tradizione dei rituali a base di Ibogaina. Il loro rapporto con la pianta è stato multidimensionale, comprendente spirituale, politico e medicinale.
Molti altri gruppi in terra africana hanno utilizzato la pianta per cerimoniali e usi terapeutici, portando il numero di utilizzatori abituali a 3.000.000.
La produzione tradizionale di Ibogaina (essenzialmente la stessa nel corso dei secoli), consiste nel macinare la corteccia delle radici delle piante e masticarla.
Questa cerimonia segna il passaggio dall’adolescenza a età adulta promuovendo una più profonda identificazione con la cultura tribale e lo sviluppo dell’ “adulto” persona.
L’ibogaina possiede effetti dissociativi. Le sue carrateristiche furono scoperte casualmente nei primi anni ’60 quando si vide che la somministrazione della molecola poteva causare un’interruzione della dipendenza da eroina, senza crisi d’astinenza.

Tuttavia, a causa delle sue proprietà allucinogene e per via di rischi associati all’assunzione da parte di pazienti con determinati problemi di salute, l’ibogaina è stata inserita nella lista delle sostanze controllate ed è illegale in diverse nazioni: Stati Uniti, Svezia, Danimarca, Belgio e Svizzera.
L’ibogaina non è legale in alcuni Paesi come in Italia.
Anche se tali aspetti hanno rallentato la ricerca scientifica sulle sue proprietà terapeutiche, l’uso dell’ibogaina per il trattamento della tossicodipendenza è aumentato in varie parti del mondo ed è somministrata in cliniche presenti in 12 paesi distribuiti tra 6 continenti. L’alcaloide viene usato per trattare la dipendenza da eroina, alcol, cocaina in polvere, crack e metanfetamina.
L’ibogaina sembra catalizzare una parziale o completa interruzione della dipendenza da oppioidi. Ciò comprende un alleviamento dei sintomi d’astinenza. La ricerca suggerisce anche che l’ibogaina possa essere utile nel trattamento della dipendenza da altre sostanze come alcol, metanfetamina e nicotina. essendo un farmaco multirecettore, ovvero che possiede molti bersagli molecolari, essa viene classificata come un dirty drug.

Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.




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