Eroina
Eroina
L’eroina, il cui termine nella nomenclatura ufficiale IUPAC è: (5α,6α)-7,8-dideidro-4,5-epossi-17-metilmorfina-3,6-diol diacetato è un alcaloide.
Questa sostanza ha formula bruta o molecolare: C21H23NO5.
L’eroina è un derivato della morfina, alcaloide principale dell’oppio (assieme a tebaina e codeina), nota anche come diacetilmorfina o diamorfina.
L’eroina è un composto semisintetico che si ottiene per reazione della morfina con l’anidride acetica.
Dal punto di vista fisico l’eroina, allo stato puro, si può trovare di colore bianco cristallino, che è il sale cloridrato diamorfina, oppure marrone scuro e molto appiccicosa (brown sugar).
L’eroina trovava, in passato, applicazione in medicina per le sue proprietà sedative e analgesiche, prima di essere proibita a causa dei forti effetti collaterali, allo sviluppo di tolleranza e l’instaurarsi di dipendenza con crisi da astinenza al momento della sospensione della terapia.
L’eroina provoca una dipendenza identica a quella della morfina, ma in maniera più rapida e con quantitativi di sostanza più bassi.
Anche le dosi letali sono più basse, per cui il rischio di overdose è maggiore che per la morfina. 1 mg di eroina può equivalere da 2,5 mg a 4,9 mg di morfina.
L’eroina poco dopo l’assunzione arriva dal sangue al cervello. Nel cervello, attraversata la barriera ematoencefalica, perde i gruppi acetili, si trasforma in morfina e rapidamente si lega ai recettori degli oppioidi.
Gli effetti immediati dell’assunzione di questa sostanza sono quelli di percepire un’ondata di sensazioni piacevoli, uno “slancio” (rush) o “flash euforico” nell’arco di pochi secondi dall’assunzione. L’intensità dipende dalla quantità di droga che si è assunta e dalla rapidità con cui entra in circolo e ha una durata di pochi minuti.
L’eroina, oltre ad una serie di effetti negativi sulla salute di chi la assume comporta una dipendenza; la dipendenza dall’eroina spinge a cercare di assumere una nuova dose appena finisce l’effetto della precedente; ma in conseguenza dell’assuefazione, ben presto le sensazioni di artificiale benessere non si si presentano più, e si deve assumere la droga semplicemente per restare normali ed evitando le crisi di astinenza.
Una volta instaurato un legame di dipendenza dalla sostanza, la mancata assunzione può provocare una più o meno grave sindrome di astinenza. Questa si presenta dopo poche ore dall’ultima assunzione con l’insorgere di uno stato di agitazione, seguito da dolori diffusi, crampi, naso gocciolante, tremori, panico, sudorazioni, brividi, diarrea, nausea e vomito. La manifestazione massima dei sintomi si raggiunge fra le 48 e le 72 ore dopo l’ultima assunzione, e possono durare anche fino ad una settimana.
L’assunzione di eroina, oltre ai danni fisici diretti, comporta altre conseguenze per la salute e la vita sociale.
Fisici –
A livello fisico si va incontro alle seguenti patologie:
– esposizione al contagio di malattie infettive come HIV/AIDS ed epatiti B e C, dovute alla pratica, comune tra gli assuntori attraverso iniezione, di utilizzare la stessa siringa fra più persone;
– polmoniti, come conseguenza del deterioramento dell’apparato respiratorio;
– infezioni ai vasi circolatori e alle valvole cardiache, dovute alla presenza di batteri all’interno dell’eroina, che viene lavorata senza il minimo controllo igienico.
Sociali –
L’assunzione di eroina comporta inoltre ripercussioni gravi a livello sociale come:
– compromissione dei legami famigliari, amicali e lavorativi;
– il desiderio incontrollabile e costante di ricercare una nuova dose compromette inevitabilmente i legami personali, poiché ogni rapporto diventa funzionale a procurarsi denaro per acquistare altra eroina;
– la costante necessità di denaro, spinge i dipendenti verso l’illegalità, arrivando a procurarsi i soldi attraverso prostituzione, spaccio e furti.
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