Quando si pota il Pero
Quando si pota il Pero
Il pero comune (Pyrus communis L.) è una pianta originaria delle zone centrali ed orientali d’Europa, e delle aree sud-occidentali dell’Asia. Si tratta di una pianta che può raggiungere un’altezza di 20 metri, di forma piramidale nei primi anni e tendenzialmente globosa a maturità.
Il pero presenta gemme a legno e miste portate da diversi rami fruttiferi, cioè da dardi, lamburde, brindilli e rami misti ed il frutto è un falso frutto detto pomo.
Il pero è una pianta piuttosto plastica nelle forme di allevamento sebbene si tenga presente che la produzione passi dai brindelli e rami misti i primi anni, alle lamburde. L’evoluzione delle forme di allevamento nel pero è passata da forme in volume come il vaso alla palmetta anticipata e irregolare, al fusetto, quindi un asse principale con branchette di sfruttamento, al col cordone verticale e la forma a V.
Epoca di potatura del Pero –
Il pero, come gran parte delle piante da frutto anche, va potato nel periodo che corrisponde al riposo vegetativo, per cui nella stagione autunnale e invernale. Inoltre siccome è bene non lasciare che le parti appena tagliate sia soggette a danni dovuti alle gelate dell’inverno, sarebbe opportuno potare appena prima della stagione vegetativa che corrisponde all’incirca nel mese di febbraio. I peri sono comunque alberi resistenti e si può anche tagliare in autunno, da novembre fino ai primi di marzo.
In questo periodo si opera la cosiddetta potatura di allevamento e produzione; la potatura verde invece in cui si tagliano polloni e succhioni si realizza invece in primavera inoltrata o in estate.
La potatura di allevamento è quella che serve a indirizzare la pianta verso la forma scelta, si esegue a partire dal momento del trapianto per il primo periodo, mentre dopo tre o quattro anni la pianta sarà formata e si passerà a potature che hanno lo scopo di regolare la produzione e non solo di mantenere la forma della pianta.
Ovviamente, come detto sulle forme di allevamento, la potatura di formazione del pero dipende dalla forma scelta.
La potatura verde ha, invece, il compito di equilibrare il rapporto tra vegetazione e fruttificazione della pianta per cui questa tecnica consiste soprattutto nell’eliminare parti che assorbono energie della pianta senza portare frutto. Inoltre consente di riordinare l’equilibrio della chioma, asportando i succhioni e togliendo rami in esubero.
È evidente che non tutte le varietà e le forme d’allevamento richiedono questo intervento, che si effettua durante l’estate e che prevede in prevalenza l’eliminazione dei polloni dalla base del tronco e dei succhioni verticali dai rami della pianta.
La potatura di produzione è quella che si esegue invece ogni anno tra l’autunno e l’inverno per avere una miglior produzione. Per i dettagli della tecnica di potatura si rimanda alla seguente scheda. Inoltre per poter potare bene una pianta di pero bisogna conoscere i diversi tipi di rami e come la pianta forma su di essi gemme, fiori e quindi frutti. In dettaglio è bene sapere che questa pianta ha vari tipi di rami:
– Brindilli o Spur; questi sono rami misti, sottili, di un anno di età che hanno gemme a legno sul ramo e gemme a fiore apicali. Per molte varietà di pere le gemme apicali dei brindilli sono importantissime per la fruttificazione;
– Lamburde; si tratta di rami molto corti, di circa 5 cm, con gemme apicali. Inoltre ci sono varietà di pero che fruttificano in prevalenza sulle lamburde. Dopo la fruttificazione al principio della lamburda si forma un ingrossamento legnoso chiamato borsa, in seguito alla borsa si forma la “zampa di gallo” che è un ripetersi di borse.
Questo significa che per comprendere come e quali rami tagliare è necessario un minimo di conoscenza della pianta; capire cioè, tramite la conoscenza o l’osservazione della pianta, se fruttifica più sui brindilli, più sulle lamburde o su entrambe.
Per il pero non esiste quindi una regola generale; bisogna conoscere la varietà o andare ad osservare i rami e la formazione dei fiori.
Infine un accenno su varietà e portinnesti del Pero.
Fra le principali varietà si ricordano:
– Etrusca, Coscia, Santa Maria, William, Highland, Conference, Abate fetel, Harrow sweet, resistente al colpo di fuoco batterico, Decana del comizio, Kaiser e Passacrassana. Tra le citate ci sono le più utilizzate cui si aggiungono anche la Butirra precoce Morettini, la William Rossa, abbastanza diffuse;
– Per quanto riguarda i portinnesti si distinguono i franchi, quali Franco comune, Fox e Farrold, resistenti all’OHF, e le selezioni di cotogno, quali Ba29, EMC, EMA, Sydo e Adams; queste ultime sono poco adatte a terreni siccitosi e calcarei, eccetto il primo.