Cypripedium pubescens
Cypripedium pubescens
La Scarpetta di Venere (Cypripedium pubescens Willd.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Orchidaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Liliopsida, Sottoclasse Liliidae, Ordine Orchidales, Famiglia Orchidaceae, Sottofamiglia Cypripedioideae e quindi al Genere Cypripedium ed alla Specie C. pubescens.
Sono sinonimi i termini:
– Cypripedium flavescens DC. 1803;
– Cypripedium luteum var. pubescens (Willd.) Raf. 1828;
– Cypripedium luteum var. angustifolium Raf. 1828;
– Cypripedium luteum var. biflorum Raf. 1828;
– Cypripedium luteum var. concolor Raf. 1828;
– Cypripedium luteum var. glabrum Raf. 1828;
– Cypripedium luteum var. grandiflorum Raf. 1828;
– Cypripedium luteum var. maculatum Raf. 1828;
– Cypripedium furcatum Raf. 1833;
– Cypripedium undatum Raf. 1833;
– Cypripedium assurgens Raf. 1833;
– Cypripedium aureum Raf. 1833;
– Cypripedium calceolus var. pubescens (Willd.) Correll 1938;
– Cypripedium veganum Cockerell & Barker 1900;
– Cypripedium parviflorum var. pubescens (Willd.) O.W.Knight 1906;
– Cypripedium parviflorum var. planipetalum Fernald 1926;
– Cypripedium planipetalum (Fernald) F.J.A.Morris 1929;
– Cypripedium calceolus var. planipetalum (Fernald) Vict. & J.Rousseau.
Etimologia –
Il termine del genere Cypripedium proviene dal greco da Κύπρις Cýpris Ciprea o Ciprigna, uno degli attributi di Artemide (Venere), e da πἑδῑλον pédilon sandali: scarpetta di Venere.
L’epiteto specifico pubescens viene da pubes -is lanugine adolescenziale del mento: coperto di lanugine, peloso, pubescente, lanuginoso.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Cypripedium pubescens è una pianta originaria del nord degli Stati Uniti, con una distribuzione che va dal Nord America, al Asia orientale e al Giappone.
Il suo habitat è quello della foresta mesica di latifoglie e conifere, radure, boschetti, praterie, prati e paludi a quote comprese tra 0 e 2900 metri.
Descrizione –
Il Cypripedium pubescens è una orchidea perenne che cresce fino a 0,6 m per 0,3 m.
La radice presenta un rizoma tipicamente orizzontale, che si espande ampliamente. La pianta è costituita da 3 o 4 foglie oblunghe, di color verde brillante, avvolgenti il caule, dalle quali dipartono 2 fiori grandi e magnifici.
I fiori presentano due sepali color brunastro localizzati alla medesima altezza, i quali scendono su petali color nocciola e terminano con un labello distintivo (da cui prende il nome); si tratta di un petalo particolarissimo – tipico delle orchidee – dalla conformazione a fungo, una sorta di conca che funge da richiamo per gli insetti adibiti all’impollinazione (l’insetto, imprigionato nel labello, raccoglie il polline favorendone la dispersione).
La specie è ermafrodita (ha organi sia maschili che femminili).
Fiorisce da aprile a maggio.
Coltivazione –
La Scarpetta di Venere è una pianta che cresce bene all’ombra o al pieno sole se c’è una umidità adeguata. Predilige giardini boschivi ed esposizioni a nord o nord-ovest per rallentare la crescita iniziale. Richiede un terreno ricco di humus con molta umidità nella stagione di crescita ma riesce anche in terreni calcarei.
La pianta non deve essere piantata troppo in profondità.
È una specie molto ornamentale e longeva una volta stabilita, sebbene sia molto difficile far affrancare la pianta.
I fiori hanno un aroma morbido, simile alla rosa.
Anche se originaria dell’America del nord, il Cypripedium pubescens può crescere potenzialmente in tutte le aree dell’emisfero settentrionale, malgrado la sua coltivazione non sia sempre così semplice. In Italia si può ammirare, in particolare, nell’arco Alpino.
Si tratta di un’orchidea che come le piante della stessa famiglia ha radici con relazione simbiotica con dei funghi che nel terreno consentono loro di ottenere nutrienti sufficienti e di poter competere con successo con altre piante. Sono molto sensibili all’aggiunta di fertilizzanti o fungicidi poiché possono danneggiare il fungo simbiotico e quindi uccidere l’orchidea.
La propagazione di questa orchidea può avvenire per seme, che deve essere seminato in superficie, preferibilmente appena maturo, in serra, senza far asciugare il substrato.
Nella semina si consiglia di usare parte del terreno che cresce intorno a piante consolidate per introdurre il fungo, che ben presto stabilisce la relazione simbiotica, o seminare il seme attorno a una pianta della stessa specie e lasciare che le piantine crescano fino a quando non sono abbastanza grandi da essere trapiantate. In questo caso le piantine vanno divise con attenzione all’inizio della primavera, facendo molta attenzione perché risentono del disturbo. La divisione è meglio eseguirla verso la fine della stagione di crescita, poiché le riserve di cibo sono distribuite in modo abbastanza uniforme attraverso il rizoma.
È, comunque, una pianta rustica che sopporta temperature fino a -30°C.
Usi e Tradizioni –
La scarpetta di Venere viene chiamata anche pantofola di signora o pianella (o scarpetta) della Madonna.
Questa pianta, a differenza di quanto si possa pensare, non è coltivata solamente per il suo aspetto estetico particolare: trova infatti impiego anche in ambito omeopatico e fitoterapico.
Purtroppo questa pianta sta diventando molto rara in natura a causa della raccolta eccessiva per uso medicinale. Tra l’altro alcuni rapporti che la pianta è coltivata per i suoi usi medicinali sono in gran parte falsi e, a meno che non si possa essere certi che la radice provenga da una fonte coltivata, è preferibile non utilizzare questa pianta in medicina, ma utilizzare sostituti idonei come la Scutellaria laterifolia e la Lavendula angustifolia.
La pianta, comunque, contiene tannini, glucosidi amari, fenantrachinoni non terpenoidi e un olio essenziale (estratto in particolare da radici e rizoma) che conferiscono alla pianta funzioni antispasmodiche, toniche ed eupeptiche, oltre a renderla utile come blando sedativo. Tant’è che l’azione sedativa conferitale sembra essere paragonabile a quella della valeriana: a tal proposito, l’estratto di radice e rizoma della scarpetta di Venere viene consigliato in particolare per il trattamento di alcune forme di isterismo e di ansia negli infanti.
In omeopatia per indurre l’addormentamento.
Sembra, inoltre, che la pianta sia utile per contrastare irritazione gastrica e bruciore di stomaco dovuti all’abuso di sostanze pseudo-irritanti, quali caffè o tè.
Le proprietà di questa pianta sono dovute soprattutto alle radici.
Le radici posseggono un effetto sedativo e rilassante sul sistema nervoso.
La radice è un’erba agrodolce pungente con un odore sgradevole. Era molto usata dagli Indiani del Nord America che la usavano come sedativo e antispasmodico per alleviare i dolori mestruali e del travaglio e per contrastare l’insonnia e la tensione nervosa.
La radice è antispasmodica, diaforetica, ipnotica, nervina, sedativa, tonica e viene assunta internamente nel trattamento di ansia, tensione nervosa, insonnia, depressione e mal di testa da tensione.
I principi attivi non sono solubili in acqua e quindi è meglio assumere la radice sotto forma di tintura.
Per quanto riguarda controindicazioni ed effetti tossici si ricorda che:
– l’estratto ottenuto dalla radice, in dosi eccessive, può indurre allucinazioni ottiche, eccitazione mentale e reazioni psichedeliche; inoltre, i peli ghiandolari del fusto possono creare irritazione a livello cutaneo.
– il contatto con la pianta fresca può causare dermatiti nelle persone sensibili
In generale la Scarpetta di Venere va evitata per chi soffre di allergie e durante la gravidanza.
Modalità di Preparazione –
Per gli impieghi descritti sopra si utilizzano le radici che vengono raccolte in autunno ed essiccate per un uso successivo.
Tuttavia, nell’interesse della conservazione di questa pianta, è meglio non usare questa erba a meno che non si possa essere certi che sia stata ottenuta da una fonte coltivata.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.