Uso dell’Asfodelo
Uso dell’Asfodelo
Nome scientifico: Asphodelus ramosus L.
Sinonimo: Asphodelus microcarpus Salzm. & Viv.
Famiglia: Liliaceae
Nome dialettale: cannileri, purrazzu
Pianta alta fino a 80-100 cm presenta radici tuberose e fusiformi.
Le foglie sono tutte basali, lunghe 25-45 cm e larghe 1-4 cm, appiattite e leggermente carenate.
L’ infiorescenza è riccamente ramificata, piramidale, a fiori bianchi con linea centrale rossastra e robusto scapo, con brattee membranose color verde-pallido e fiori pedicellati.
Il frutto è una capsula da obovoide a sferica.
Pianta di origine mediterranea tipica dei climi secchi, è propria delle zone prive di copertura arborea, dei terreni sassosi e troppo pascolati; la sua presenza indica un terreno degradato.
In Italia è comune delle regioni centro-merdionali che si affacciano sul mare; fiorisce da marzo a maggio sino a 1.200 mt di altitudine.
Principi attivi –
I principi attivi sono contenuti nelle porzioni ipogee della pianta (parti basali e tuberi).
Si raccoglie in estate.
Proprietà –
Detergenti, vulnerarie, emollienti. (Uno studio recente ha messo in evidenza l’attività antimicrobica di un derivato dei suoi componenti).
Uso interno –
Il carbone ottenuto dagli scapi della pianta essiccata presenta proprietà assorbenti, utili nelle terapie tossicologiche (F.O.I.)
Uso esterno –
Per lenire dermatiti, dermatosi e scottature si utilizzano i tuberi raccolti in estate, tagliati in fette e posti a seccare all’ombra; si prepara poi un decotto usandone 5 g/100 ml acqua e applicando il filtrato con garze sulle zone da lenire. Serve soprattutto per lenire l’infiammazione dovuta ai morsi di serpente o di scorpione.
I tuberi dell’asfodelo sono commestibili: durante la prima guerra mondiale pare abbiano costituito un’importante fonte di cibo; infatti per il contenuto in amido possono essere usati per la panificazione.
Altrettanto diffuso è l’Asfodelo giallo -Asphodeline lutea (L.) Rchb.- detto in dialetto “bafalupo” la cui utilizzazione è prettamente culinaria.
Maria Canzoneri