Coptis trifolia
Coptis trifolia
Il Filetto d’oro a tre foglie (Coptis trifolia Salisb.) è una specie erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Magnoliidae, Ordine Ranunculales, Famiglia Ranunculaceae, Sottofamiglia Coptoideae e quindi al Genere Coptis ed alla Specie C. trifolia.
È sinonimo il termine:
– Coptis groenlandica. (Oeder.) Fern.
Etimologia –
Il termine Coptis proviene dal latino moderno, a sua volta dal greco koptein, da troncare, per le foglie divise.
L’epiteto specifico trifolia viene dal prefisso tri- tre e da fólium foglia: con foglie composte di tre foglioline.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Coptis trifolia è una pianta di un areale che comprende l’intero Nord America fino all’Asia settentrionale e al Giappone.
La pianta è elencata come minacciata di estinzione nel Maryland e classificata come sensibile nello Stato di Washington.
Il suo habitat è nelle foreste da umide a mesiche, di conifere e miste, torbiere, macchia di salici e tundra, spesso associate a muschi, dal livello del mare a 1500 metri.
Gli alberi dominanti in questo habitat sono l’abete rosso , l’acero da zucchero, il faggio americano, la betulla gialla e l’acero rosso, con abete balsamico sparso.
Descrizione –
La Coptis trifolia è una pianta perenne sempreverde che cresce fino a dimensioni di 0,2 m per 0,5 m..
La radice è rizomatosa con fusti sotterranei che inviano radici e germogli lungo la loro lunghezza. Il lungo fusto sotterraneo è giallo dorato e dà il nome alla pianta.
Le foglie sono piccole, sempreverdi, profondamente trilobate, che si alza dal terreno.
I sepali sono bianchi e vengono facilmente scambiati per petali. I quattro-sette petali sono di colore giallo e simili a mazze, e sono più piccoli degli stami che sono numerosi e simili a fili con antere delicate.
Il frutto è una serie di quattro o sette baccelli, ciascuno lungo circa 1/3 di pollice. Il frutto a forma di capsula cambia da verde a marrone chiaro o marrone chiaro e si apre per esporre i semi.
Coltivazione –
La Coptis trifolia, per poter crescere richiede un terreno leggermente umido ricco di humus leggermente acido con esposizione a settentrione e una leggera ombra.
La pianta resiste alle basse temperature invernali; per quanto riguarda le tolleranza al caldo a 30 °C inizia a soffrire il caldo.
La pianta si diffonde indefinitamente da rizomi o stoloni.
Per la propagazione si può partire comunque da seme; in questo caso meglio seminare in serra non appena questo è maturo in un compost a base di erica.
Si consiglia di sigillare il vaso in un sacchetto di polietilene fino a quando non avviene la germinazione, che di solito è entro 1 – 6 mesi a 10 °C. I semi immagazzinati dovrebbero essere seminati il più presto possibile durante l’anno. La stratificazione a freddo di quattro settimane può essere utile. Una volta che le giovani piante sono abbastanza grandi vanno messe in vasi individuali e fatte crescere in una zona ombreggiata della serra, almeno per il loro primo inverno. Il trapianto va effettuato a metà autunno o in primavera. La divisione invece nel periodo primaverile.
Usi e Tradizioni –
La parte rizomatosa della pianta è stata masticata dai nativi americani per alleviare le afte; inoltre è stata usata per preparare un tè impiegato come collirio.
La Coptis trifolia è un’erba dal sapore molto amaro che nel passato era molto apprezzata e ampiamente utilizzata, come detto, in Nord America dagli indiani nativi e dai coloni bianchi allo stesso modo, sebbene sia poco usata nell’erboristeria moderna. È stata impiegata principalmente per trattare qualsiasi dolore alla bocca. Le radici, i gambi e le foglie essiccate sono antiflogistiche, altamente astringenti, sedative, gastriche, toniche.
La pianta è apprezzata come applicazione locale nel trattamento del mughetto nei bambini. Viene anche utilizzata nel trattamento delle bocche ulcerate e come gargarismi per il mal di gola o la bocca. Si dice che sia utile nel trattamento della dispepsia e utile nel combattere l’abitudine all’alcol. La pianta contiene l’alcaloide “berberina”,che è un blando sedativo, antinfiammatorio e antibatterico.
Dalle foglie e dai gambi dalla pianta si ottiene un colorante giallo.
Può essere coltivata come pianta tappezzante nei giardini torbosi.
Anche se non è stata trovata alcuna menzione specifica di tossicità per questa specie, appartiene a una famiglia che contiene molte specie che sono leggermente tossiche e quindi è saggio trattare questa pianta con una certa cautela.
Modalità di Preparazione –
Per l’utilizzo di questa pianta le radici vengono raccolte in autunno ed essiccate per un uso successivo.
Si dice che l’intera pianta venga mangiata, oppure può essere mescolata con corteccia di radice di sassofrasso e muschio irlandese e fatta fermentare in una specie di birra di radice di erbe. Questa pianta conferisce un sapore amaro e un colore giallo alla bevanda.
Un tempo alcuni gruppi di nativi americani usavano le radici anche come colorante giallo.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.