Barbarea vulgaris
Barbarea vulgaris
L’erba di santa Barbara (Barbarea vulgaris R. Br., 1812) è una specie erbacea, perenne appartenente alla famiglia delle Brassicaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Dilleniidae, Ordine Capparales, Famiglia Brassicaceae e quindi al Genere Barbarea ed alla Specie B. vulgaris.
All’interno di questa specie esiste un’alta variabilità con numerose sottospecie ed ibridi.
Tra le sottospecie si ricordano:
– Barbarea vulgaris R.Br. formato hirsuta (Weihe) Fernald (1943);
– Barbarea vulgaris R.Br. formato plena Fernald (1943);
– Barbarea vulgaris R.Br. formato vulgaris;
– Barbarea vulgaris R.Br. proles arcuata (Opiz) Rouy & Foucaud in Rouy (1893) (sinonimo della subsp. arcuata);
– Barbarea vulgaris R.Br. proles rivularis (Martrin-Donos) Rouy & Foucaud in Rouy (1893) (sinonimo della subsp. vulgaris var. rivularis);
– Barbarea vulgaris R.Br. subsp. arcuata (Opiz.) Fries.;
– Barbarea vulgaris R.Br. subsp. arcuata (Opiz) Neuman (1901);
– Barbarea vulgaris R.Br. subsp. intermedia (Boreau) Bonnier (1912) (sinonimo = B. intermedia);
– Barbarea vulgaris R.Br. subsp. intermedia (Boreau) Maire (1932);
– Barbarea vulgaris R.Br. subsp. pinnata (Lebel ex Rouy & Foucaud) Bonnier (1912) (sinonimo = B. intermedia);
– Barbarea vulgaris R.Br. subsp. praecox (Sm.) Bonnier (1912) (sinonimo = B. verna);
– Barbarea vulgaris R.Br. subsp. pyrenaica (Jordan) Bonnier (1912) (sinonimo = B. intermedia);
– Barbarea vulgaris R.Br. subsp. rivularis (Martrin-Donos) Sudre (1907) (sinonimo della var. rivularis);
– Barbarea vulgaris R.Br. subsp. silvestris (Jordan) Bonnier (1912);
– Barbarea vulgaris R.Br. subsp. stricta (Andrz.) Arcangeli (1882) (sinonimo = B. stricta);
– Barbarea vulgaris R.Br. subsp. taurica (DC.) Arcangeli (1882) (sinonimo della subsp. arcuata);
– Barbarea vulgaris R.Br. subsp. vulgaris;
– Barbarea vulgaris R.Br. var. arcuata (Opiz ex J. & C. Presl) Fries. : presenta silique arcuate;
– Barbarea vulgaris R.Br. var. brachycarpa Rouy & Foucaud (1893) (sinonimo della subsp. arcuata);
– Barbarea vulgaris R.Br. var. gracilis DC. (1824);
– Barbarea vulgaris R.Br. var. hirsuta Fernald (1909);
– Barbarea vulgaris R.Br. var. longisiliquosa Carion (sinonimo della var. rivularis);
– Barbarea vulgaris R.Br. var. orthoceras (Ledeb.) Regel;
– Barbarea vulgaris R.Br. var. pinnatifida Regel (1861);
– Barbarea vulgaris R.Br. var. plantaginea (DC.) Regel (1861);
– Barbarea vulgaris R.Br. var. rivularis (Martrin-Donos) P. Fourn. (1936);
– Barbarea vulgaris R.Br. var. stricta (Andrz.) Coss.;
– Barbarea vulgaris R.Br. var. sibirica (Regel) Kom. (1904);
– Barbarea vulgaris R.Br. var. sicula (C. Presl) Hook. f. & T. Anderson (1872);
– Barbarea vulgaris R.Br. var. sylvestris Fries;
– Barbarea vulgaris R.Br. var. taurica (DC.) Hook. f. & T. Anderson (1872);
– Barbarea vulgaris R.Br. var. tenella Regel (1861);
– Barbarea vulgaris R.Br. var. transiens Pau & Font Quer (1931);
– Barbarea vulgaris R.Br. var. vulgaris.
Di seguito si riportano, inoltre, alcuni ibridi interspecifici:
– Barbarea × abortiva Hausskn. (1886) – Ibrido fra: B. vulgaris subsp. arcuata e B. vulgaris subsp. vulgaris;
– Barbarea × krausei P. Fourn. (1936) – Ibrido fra: B. intermedia e B. vulgaris subsp. vulgaris;
– Barbarea × schulzeana Hausskn. (1886) – Ibrido fra: B. stricta e B. vulgaris;
– Barbarea × subarcuata P. Fourn. (1936) – Ibrido fra: B. intermedia e B. vulgaris subsp. arcuata.
Inoltre sono sinonimi i seguenti termini:
– Barbarea arcuata (Opiz ex J. & C. Presl) Rchb (sinonimo della var. arcuata);
– Barbarea australis Hooker fil. (1867), non Jordan;
– Barbarea barbarea (L.) MacMill.;
– Barbarea hirsuta Weihe (1830);
– Barbarea iberica (Willd.) DC. (1821);
– Barbarea kayseri Schur (1853);
– Barbarea lyrata Ascherson (1866);
– Barbarea macrophylla Halácsy;
– Barbarea pseudostricta Brendes (sinonimo della var. rivularis);
– Barbarea rivularis Martrin-Donos (1864), non Loret (sinonimo della var. rivularis);
– Barbarea stricta auct. non Andrz.;
– Barbarea silvestris Jordan (1860);
– Barbarea stolonifera Pomel (1875);
– Barbarea taurica DC. (1821) (sinonimo della subsp. arcuata);
– Campe barbarea (L.) W. Wight ex Piper.;
– Campe stricta auct. non (Andrz.) W. Wight Ex Piper;
– Crucifera barbarea (L.) E.H.L. Krause;
– Erysimum arcuatum Opiz ex J. & C. Presl;
– Erysimum barbarea L..
Etimologia –
Il termine Barbarea del genere è dedicato a Santa Barbara, protettrice di artiglieri, minatori e pompieri, viene invocata per scongiurare fulmini ed esplosioni. Rembert Dodoens nel suo Cruydeboeck (1564) chiamò una di queste piante Herba Sanctae Barbarae, nome tradotto in Barbarea da Henry Lyte nel suo A niewe Herball del 1578 e venne ripreso dal botanico scozzese William Townsend Aiton nel 1812.
L’epiteto specifico vulgaris proviene da vúlgus volgo: molto comune, ordinario per la grande diffusione, banale.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’erba di santa Barbara è una specie presente in quasi tutte le zone del mondo soprattutto delle aree fredde e temperato-fredde dell’Eurasia.
In Italia l’erba di Santa Barbara è presente, con due sottospecie, in tutte le regioni, tranne che in Sardegna. La distribuzione regionale si estende su tutto il territorio, dalle coste ai fondovalle del settore alpino; in Carso la specie è sparsa e incostante.
Il suo habitat è quello dei bordi delle strade, prati umidi drenati, dove gradisce terreni neutri o acidi.
Descrizione –
La Barbarea vulgaris è una pianta erbacea perenne alta fino a 90 cm., con portamento eretto.
Le foglie superiori sono poco divise, contrariamente a quelle inferiori.
I fiori sono crociformi, di colore giallo e sono riuniti in densi e grandi racemi che vanno a formare una pannocchia.
Fiorisce da aprile a luglio
I frutti sono delle silique dritte, eretto-patenti, di 1-1,5 X 20-25 mm, attenuate all’apice, a sezione subtetragona, con stilo di 2-3 mm, su peduncoli eretto-patenti di 3-5 mm. Semi di 1,3-1,5 mm, ovoidi o ellissoidi, brunastri.
Coltivazione –
L’erba di santa Barbara è una pianta che cresce allo stato spontaneo ma che può essere coltivata tenendo conto che predilige terreni umidi e terreni a tessitura argilloso-limosa.
Può essere propagata tramite seme e va tenuta comunque sottocontrollo perché tende, soprattutto in suoli con buona dotazione di sostanza organica, e quindi di azoto, a prendere il sopravvento.
In generale è comunque una pianta di facile coltivazione che, oltre per seme, si moltiplica per “divisione del piede” nelle varietà a petali doppi.
Usi e Tradizioni –
Il nome di questa pianta è dedicato a Santa Barbara che è la patrona di artiglieri, minatori e cavatori, cioè di quei lavoratori che risultano esposti ai pericoli di esplosioni. La Barbarea vulgaris era dedicata a questa santa perché le sue foglie venivano ampiamente usate nella cura delle ferite subite nel corso di tali attività. Quasi per corrispondere a questo onore, la pianta è sempre di un verde splendente il giorno di Santa Barbara, cioè il 4 dicembre.
Le foglie di Barbarea vulgaris, verdi e lucide, assomigliano a quelle del crescione (Nasturtium officinale) e in passato venivano usate per le insalate, costituendo una ricca fonte di vitamina C. Il sapore alquanto amaro, però, la fece sostituire da nuove varietà di crescione. In alcune regioni geografiche, per esempio in Scandinavia e nell’America del Nord, B. vulgaris è ancora usata come verdura.
Questa pianta viene chiamata “crescione dei prati”, nome abbastanza appropriato poiché il suo ambiente di vita sono i cigli delle strade e i margini delle siepi, oltre che le rive dei torrenti e dei fossi.
La pianta possiede proprietà farmaceutiche: antiscorbutiche, diuretiche, vulnerarie. Comunque alcuni testi sconsigliano un uso prolungato delle foglie in quanto potrebbero essere dannose per i reni. La pianta fresca è ricca di vitamina C e perciò antiscorbutica e depurativa. Le foglie fresche hanno proprietà detergenti e cicatrizzanti.
In cucina si usano le foglie che vengono consumate cotte o crude in insalata; i gambi giovani vengono raccolti prima che si aprano i fiori e cucinati come i broccoli.
Anche se la Barbarea vulgaris non è una pianta di grande decorazione, viene ugualmente usata nel giardinaggio soprattutto come pianta da mosaico e bordure. Esistono delle varietà da coltivazione (o cultivar) con più ordini di petali.
A livello dei pascoli non tutti gli animali si cibano di questa pianta (mentre i bovini la brucano regolarmente, i cavalli la rifiutano).
Modalità di Preparazione –
Oltre che per usi farmaceutici dove viene utilizzata con infusi e decotti questa pianta viene consumata per uso alimentare dove si utilizzano sia le foglie che i fiori e i gambi teneri.
Come detto, le foglie, insieme ai fiori, vengono mangiate cotte o crude in insalata ed i gambi giovani vengono raccolti prima che si aprano i fiori e cucinati come i broccoli.
In diverse parti dell’Europa (come in Inghilterra e Svezia) vengono raccolte le foglie dell’Erba di Santa Barbara, bollite in acqua e quindi mangiate come ortaggio.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.