Il ruolo ecologico degli Uccelli
Il ruolo ecologico degli Uccelli
Gli uccelli (Aves, Linnaeus, 1758) sono una classe di dinosauri teropodi altamente specializzati e caratterizzati dalla presenza di becchi sdentati e forcule, code corte con pigostilo, corpi ricoperti di piumaggio e ripieni di sacchi aeriferi, dita anteriori fuse, uova dai gusci duri, metabolismi alti e ossa cave ma robuste.
In base a diversi criteri di classificazione, il numero di specie di uccelli conosciute oscilla fra le 9 000 e le 10 500, delle quali almeno 120 si sono estinte in tempi storici.
Gli uccelli occupano tutti gli ambienti disponibili sulle terre emerse, anche i più inospitali, come nei ghiacciai dell’Artide e dell’Antartide, le più alte montagne, le steppe più aride.
Gli uccelli, come tutti gli esseri viventi, ricoprono un ruolo ecologico fondamentale soprattutto se relazionato al loro numero ed alla caratteristica migratoria presente in numerose specie.
Tra i ruoli più importanti ricordiamo quello del controllo degli insetti che catturano al volo o sulle piante o a terra, anche allo stato larvale.
Questa antichissima competizione ha modellato sia le strutture e il comportamento degli uccelli, che l’aspetto e la commestibilità degli insetti.
Altro ruolo molto importante è quello che svolgono nelle grandi foreste dei paesi equatoriali come impollinatori ma anche, in vari ambienti, per la dispersione dei semi. A questo proposito si osserva che il lunghissimo periodo di coevoluzione ha fatto sì che le piante offrono loro frutti dai colori vistosi nelle stagioni più adatte e che certi semi possano germinare solo se hanno attraversato l’intestino di una data specie di uccelli.
Ecco perché in questi casi estremi la scomparsa di un uccello può coinvolgere la estinzione di una specie vegetale.
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Tra i ruoli ecologici degli insetti va poi ricordato quello di riportare sulla terraferma parte delle sostanze nutrienti per i vegetali – fosfati e composti azotati – che siano giunte nell’acqua.
In questo ciclo, tanto le spoglie dei vegetali, quanto gli escrementi e le spoglie degli animali terrestri danno origine, per decomposizione, a tali composti che, in buona parte, finiscono nelle acque interne. Qui giunti vengono utilizzati dalle alghe e dalle piante acquatiche e, attraverso i vari anelli della catena alimentare, entrano a far parte dei tessuti dei pesci.
Molti uccelli, pelicaniformi e caradriformi in particolare, si scaglionano lungo le rive e le spiagge a predare i pesci; quando li hanno digeriti, i loro escrementi, che costituiscono il guano, riportano a terra i composti nutrienti per le piante, e il ciclo così si ripete.
Quando però queste sostanze sono trascinate con i corsi d’acqua impetuosi e rapidi, esse finiscono in mare e qui, attraverso un’altra catena trofica, vengono assimilate dai pesci. La moltitudine di uccelli marini che si nutre di pesce si inserisce in questa catena; successivamente attraverso il guano restituiscono fosfati e composti azotati alla terraferma. Questa è una operazione che coinvolge quantità immense di materiali che contribuiscono poi ai bilanci nutrizionali delle foreste, della vegetazione naturale ed agraria del pianeta.
In particolare, nei paesi aridi il guano non viene dilavato dall’acqua, o viene dilavato in maniera minore, e restituito al terreno; qui si accumula e l’uomo ha imparato a sfruttarlo come concime e (purtroppo) per preparare esplosivi.
Guido Bissanti
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