Justicia adhatoda
Justicia adhatoda
L’ Adatoda (Justicia adhatoda L., 1753) è una specie arbustiva sempreverde appartenente alla famiglia Acanthaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Asteridae, Ordine Scrophulariales, Famiglia Acanthaceae e quindi al Genere Justiciaed alla Specie J. Adhatoda.
Sono sinonimi i termini:
– Adatoda arborea Raf.;
– Adhatoda adhatoda (L.) Huth;
– Adhatoda pubescens Moench;
– Adhatoda vasica Nees;
– Adhatoda zeylanica Medic.;
– Dianthera latifolia Salisb.;
– Ecbolium adhatoda (L.) Druce;
– Gendarussa adhatoda (L.) Steud.;
– Justicia caracasana Sieber ex Nees.
Etimologia –
Il termine Justicia è stato dedicato in ricordo del coltivatore scozzese Giacomo Justice che scrisse nel 1754 il Giardiniere Scozzese e nel 1767 il Giardiniere Inglese.
L’epiteto specifico adhatoda è la forma latinizzata di adathodai, nome nativo indiano o dello Sri Lanka di questa pianta, formato da ada capra e da thodai non toccare: evitato dalle capre.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Adatoda è una pianta originaria del continente asiatico dove cresce spontaneamente ed in abbondanza in tutto il Nepal, nell’India e nella regione del Pakistan del Pothohar, in particolare nella zona di Pharwala e cresce altresì in Cina, nello Sri Lanka, nel Vietnam, in Indonesia (Giava) ed in Malaysia.
Inoltre questa pianta è diffusa e coltivata in alcune aree a clima idoneo dell’America.
Il suo habitat è quello delle aree umide tropicali dove cresce in suoli umidi ed in aree con presenza di alberi che la riparano dai raggi diretti del sole; cresce dal livello del mare fino ad arrivare ai 1300 m. s.l.m. in Pakistan.
Descrizione –
La Justicia adhatoda è una pianta arbustiva sempreverde, con rami ramificati che cresce fino ad un’altezza di 2-2,5 metri.
Le foglie sono di forma lanceolata, lunghe 10-15 centimetri e larghe 4 centimetri; sono disposte in modo opposto, hanno bordi smussati e portate da breve piccioli. Queste una volta essiccate assumono un colore opaco marrone verde e se ingerite hanno un sapore amaro.
I fiori sono di colore bianco della lunghezza di 3 cm circa, quasi sessili, nel terminale e picchi ascellare, fino a 10 cm di lunghezza e 2,5–3 cm di larghezza; le brattee a foglia verde sono orientate in senso lato-ellittiche di 1,5-2,5 x (0,8) 1-1.5 (-1,8) cm, pubescenti; le bratteole sono di forma ellittico-oblunghe e lanceolate, 1-1,5 (-2) x 0,3-0,5 cm, acute, minutamente pubescenti.
Il calice è a 5 lobi, lobi lineari-lanceolate, 6-10 x circa 2 mm, acuto, puberulous, embricate. La corolla è di colore pallido-bianco, tubo di 1,2-1,5 cm di lunghezza, al di fuori pubescente, villoso gola, agli arti 2-labbra, labbro superiore eretto, poco bifido, galeate, il labbro inferiore con 3 ellittica, lobi ottusi.
Sono presenti due stami con filamenti di 1-1,5 cm di lunghezza, antere oblunghe, basale apiculati. L’ovaio è oblungo di circa 3 mm di lunghezza e stile di 2-2,5 cm di lunghezza. Le capsule sono stipitate, largamente clavate di circa 2,5 centimetri di lunghezza, 4 teste di serie, pubescenti.
L’antesi avviene tra novembre ed aprile nelle aree più basse e luglio-ottobre in aree collinari.
I semi sono orbicolari di 2–3 mm e glabri.
Coltivazione –
L’ Adatoda è una pianta che può crescere anche in climi con inverni miti (come alcune aree del sud Italia) con temperature minime che raramente scendano sotto gli 0° C, anche se può reggere anche qualche grado in meno, per poco tempo.
L’esposizione ideale è abbastanza ombrosa, con l’ideale collocazione alla base di grandi alberi, affinché possa essere colpita solo dai raggi filtrati dalle chiome sovrastanti. Se esposta al Sole di mezzogiorno, le foglie possono subire danni, bruciature ed afflosciarsi.
Contrariamente alla maggior parte delle piante che amano l’ombra, la Justicia adhatoda è piuttosto resistente alla siccità estiva, anche perché, nei luoghi nativi, le piogge sono governate dai Monsoni, la cui alternanza fa si che ci siano lunghi periodi di siccità.
Il substrato ideale è quello umido, senza ristagni, ricco di sostanza organica, fertile e con un pH che può variare da neutro a leggermente alcalino (pH 7-8); inoltre la specie ha una discreta tolleranza alla salinità del suolo.
Per la gestione di questa pianta è necessario intervenire con periodiche concimazioni e potature di sfoltimento dell’arbusto, da attuarsi a fine inverno per consentire una crescita più folta ed ordinata.
Usi e Tradizioni –
La Justicia adhatoda è una pianta officinale che vanta una serie di usi medicinali tradizionali.
La conoscenza delle proprietà di questa specie risale a circa 3000 anni fa, quando veniva usata per il trattamento della tubercolosi, nelle infezioni respiratorie in genere e nell’asma; inoltre, essa veniva usata per migliorare la broncodilatazione e l’espettorazione. Inoltre la medicina moderna utilizza gli ingredienti di questa pianta anche contro la febbre da fieno.
Nelle sue foglie sono contenuti diversi Alcaloidi, tra cui il più importante è la Vasicina, da cui si ricava la Bromexina ed un alcaloide, la chinazolina, anch’essa responsabile dell’attività medicinale della pianta.
Per quanto riguarda la presenza della vasicina nella pianta è stata misurata pari allo 0,541 – 1,1% in peso secco.
La vasicina è stata paragonata alla teofillina sia in vitro che in vivo. Un altro principio attivo, il vasicinone, ha mostrato in vitro un’attività broncodilatatore ma attività bronco costrittrice in vivo; entrambi gli alcaloidi in combinazione, in rapporto 1:1, hanno mostrato marcata attività broncodilatatore sia in vivo che in vitro.
Inoltre la vasicina mostra anche una forte attività stimolante il sistema respiratorio (analettica) ed ha moderata attività ipotensiva; mentre il vasicinone è privo di queste attività.
Gli studi clinici di un farmaco commerciale contenente vasicinone e vasicinone non hanno rivelato alcun effetto collaterale durante il trattamento dell’asma bronchiale.
Da sottolineare, inoltre, come la presenza dei due principi attivi varia a seconda del periodo di raccolta della pianta.
Estratti da queste foglie vengono utilizzati in ambito terapeutico nelle patologie riguardanti l’apparato respiratorio (tosse, mal di gola, catarro etc.).
I principi attivi presenti in questo estratto hanno una funzione mucolitica, dilatano i bronchi ed inoltre, in caso di allergie, hanno anche un effetto antistaminico; infine rallentano la crescita del Mycobacterium tuberculosis.
In generale la pianta possiede proprietà anti-infiammatorie, analgesiche, espettorante, diuretica, anti-asma, proprietà abortive, antisettiche e antiprotozoaria ed insetticide, oltre ad azione sedativa ed antispasmodica.
Il suo estratto naturale agisce in vasta specie di affezioni allergiche ed è, inoltre, efficace contro l’eccessivo sanguinamento dell’epistassi, è usato contro l’epatite, febbre in generale e patologie oculari (glaucoma).
Questa pianta viene utilizzata anche nella medicina omeopatica dove il rimedio è costituito dalle foglie e viene utilizzato per la febbre da fieno.
Studi recenti, effettati nel 2011, hanno constatato che due principi attivi, contenuti nella pianta, inibiscono la crescita dello stafilococco, streptococco, del bacillo della difterite e del bacillo della tubercolosi, e anche le infezioni da protozoi; questo grazie ai composti: vasicina acetato e la 2-acetil benzilamina presenti nell’estratto della pianta ottenuto con la distillazione con esano, con l’etilacetato e il metanolo.
Altre applicazioni utili, degli estratti di questa pianta, si hanno nelle emorragie a ulcera peptica, nelle emorroidi, nella menorragia, così anche con l’applicazione topica nelle gengive sanguinanti (piorrea).
Infine studi sperimentali dimostrerebbero che estratti della Justicia adhatoda sono in grado di proteggere le cellule dal danno da radiazioni.
Un ultimo utilizzo interessante è quello legato alla possibilità di ottenere insetticidi dagli estratti delle foglie.
Modalità di Preparazione –
L’ Adatoda rientra nelle piante officinali con molteplici utilizzi ed applicazioni. Ovviamente la preparazione di estratti, soprattutto per uso medicinale e curativo, va eseguito da personale con competenze mediche e farmacologiche.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.