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Cassida vittata

Cassida vittata

La Cassida (Cassida vittata Villers, 1789) è un coleottero appartenente alla famiglia dei Chrysomelidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Ramo Bilateria, Phylum Arthropoda, Subphylum Tracheata, Superclasse Hexapoda, Classe Insecta, Sottoclasse Pterygota, Coorte Endopterygota, Superordine Oligoneoptera, Sezione Coleopteroidea, Ordine Coleoptera, Sottordine Polyphaga, Infraordine Cucujiformia, Superfamiglia Chrysomeloidea, Famiglia Chrysomelidae e quindi al Genere Cassida ed alla Specie C. vittata.
È sinonimo il termine Cassiduella vittata.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La cassida vittata è uno scarabeo diffuso in Europa e che in Italia è particolarmente diffuso nelle regioni centrali e meridionali. È diffuso, inoltre nel vicino Oriente e nell’Africa del Nord.
Questo insetto vive su piante di barbabietola, su spinacio, Atriplex halimus, Chenopodium album ed altre Chenopodiacee.

Morfologia –
La Cassida è un coleottero lungo, allo stadio adulto, circa 5-6 mm, con corpo di forma tipicamente ovale e convessa.
Il protorace e le elitre ricoprono interamente tutte le parti del corpo; le elitre sono di colore verde più o meno scuro, punteggiate, presentano due bande parallele di color verde metallico, mentre la parte inferiore del capo e il corpo sono neri.
Le larve sono di colore verdognolo, con tendenza all’azzurrognolo, di forma ovoidale e depressa dorso-ventralmente e con corpo ornato di tipiche formazioni spinose.
Le uova sono di colore giallo, di forma ovale con corion liscio deposte in gruppi che possono arrivare fino a una decina.

Attitudine e Ciclo biologico –
La Cassida vittata sverna allo stato adulto in vari ricoveri, quali fossi, vegetazione erbacea e arbustiva disseccata, sassi, pietre, cumuli di foglie ecc..
Arrivati nel periodo di aprile si iniziano a vedere gli adulti che colonizzano in un primo momento le colture interessate lungo i bordi o aree limitrofe.
Trascorsa circa una settimana, hanno inizio gli accoppiamenti che sono seguiti dalle ovodeposizioni sulla pagina inferiore delle foglie.
La schiusura delle uova avviene dopo un periodo di incubazione che va da alcuni giorni ad una settimana circa; da queste fuoriescono le larve che, dapprima vivono sulla pagina inferiore e, compiuta una prima muta, passano su quella superiore.
Le larve, dopo 4 stadi di sviluppo, si impupano sulle foglie per dare i primi adulti dopo una settimana circa.
In condizioni ambientali ordinarie l’insetto compie 2-3 generazioni all’anno e talvolta, con condizioni più favorevoli, è in grado di compierne una quarta.

Ruolo Ecologico –
La Cassida vittata, come detto, vive a spese dell’apparato fogliare del quale gli adulti divorano zone irregolarmente rotondeggianti all’interno del lembo. Le larve compiono delle erosioni sulla pagina inferiore e in seguito perforano ripetutamente le parti comprese fra le nervature secondarie.
Nel periodo iniziale delle infestazioni questi insetti possono interessare aree limitate, all’interno o sui bordi delle coltivazioni, allargandosi successivamente, col passare della stagione e delle generazioni, a macchia d’olio.
La cassida può provocare pertanto dei danni, con entrambi gli stadi che si nutrono del parenchima fogliare provocandovi dei fori, conseguenti alla lacerazione di una delle due epidermidi lasciata intatta.
Per il contenimento di questo insetto bisogna intervenire in presenza effettiva di infestazione, limitando gli interventi ai focolai iniziali. Questi interventi vanno di norma effettuati, attraverso interventi fogliari, eventualmente abbinati al controllo contemporaneo di altri fitofagi come l’Altica.
Di norma fino ad oggi si è operato con eventuali interventi chimici o per contenere i focolai d’infestazione o per limitare i danni quando l’attacco è ormai generalizzato su tutta la coltivazione.
L’uso di tecniche agro ecologiche, quali la diminuzione delle specializzazioni colturali, la consociazione con specie non appetite dall’altica, la diminuzione delle concimazioni nitriche ed altri accorgimenti possono contribuire notevolmente al miglioramento delle biocenosi.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.



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