Robinia pseudoacacia
Robinia pseudoacacia
La Robinia, chiamata anche acacia (Robinia pseudoacacia L.) è una specie arborea della famiglia delle Fabaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Rosidae, Ordine Fabales, Famiglia Fabaceae, Sottofamiglia Faboideae, Tribù Robinieae e quindi al Genere Robinia ed alla Specie R. pseudoacacia.
Etimologia –
Il termine del genere Robinia è stato dedicato da Linneo ai botanici francesi Jean Robin (1550-1629) e suo figlio Vespasian (1579-1662), giardinieri ed erboristi alla corte reale francese che introdussero in Europa la Robinia pseudoacacia. L’epiteto specifico pseudoacacia proviene dal prefisso greco ψευδο- pseudo- pseudo, fallace, menzognero e dal genere Acacia, che a sua volta deriva dal nome greco ακακια acacía (raddoppiamento di ακέ ακις acé acís ago, punta, spina) con cui Teofrasto e Dioscoride indicavano una specie di Acacia egiziana; quindi falsa acacia.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Robinia pseudoacacia è una pianta originaria degli Stati Uniti centrorientali (regione dei Monti Allegheny), dove il suo habitat caratteristico è quello dei boschi mesofili misti di latifoglie. La specie fu introdotta in Europa nel XVII secolo dove ha dato origine a ecotipi differenti in grado di colonizzare dagli ambienti fresco-umidi di clima oceanico a quelli caldo-aridi di clima mediterraneo. In Italia è presente dal livello del mare fino a circa 1000 m di quota nel centro nord e fino a 1600 m nel meridione.
Descrizione –
La Robinia pseudoacacia è un albero che può raggiungere i 25 m di altezza, con chioma slanciata ed eterogenea, spesso irregolare, di colore verde opaco. Ha un fusto cilindrico, dritto, con spessa scorza grigiastra incisa da solchi verticali e profondi, che nella parte alta dello stesso e dei rami sono provvisti di robuste spine simili a quelle delle rose. Le foglie sono decidue, alterne, lunghe fino a 30 cm, composte, imparipennate, formate da 13-15 segmenti ellittici, arrotondati all’apice, lunghi fino a 4 cm, un po’ più chiari sotto.
La pianta fiorisce nel periodo di maggio con fiori dal colore bianco e molto profumati; questi sono numerosi, riuniti in racemi penduli lunghi fino a 25 cm. Il frutto è un tipico legume, di colore nerastro, appiattito, lungo 5-10 cm, persistente sull’albero fino ad inverno inoltrato, con piccoli semi bruno scuri.
Coltivazione –
La Robinia è una pianta che, pur prediligendo i luoghi luminosi e caldi, si sviluppa bene anche nelle zone ombrose, costiere, anche con forti venti e a clima rigido. Ha bisogno di un suolo profondo e ben drenato. La messa a dimora si effettua scavando buche delle dimensioni doppie del vaso, dove viene venduta, facendo attenzione a non rovinare il pane di terra.
Per quanto riguarda le irrigazioni, la pianta va annaffiata solo nei periodi di prolungata siccità in quanto si accontenta delle piogge. La concimazione va fatta all’impianto con concime organico e poi ogni 2-3 anni nel periodo autunno – inverno.
Per quanto riguarda la propagazione è una pianta che si riproduce per seme, con disseminazione spontanea o mediante separazione dei polloni basali. I semi raccolti in autunno vanno seminati in primavera. I polloni prelevati dalla pianta madre vanno messi radicare in un miscuglio di sabbia e torba in parti uguali. A radicazione avvenuta le nuove piantine vanno allevate in contenitori singoli almeno per un 2 anni.
La Robinia è una pianta che, essendo a crescita veloce, per conferire armonia alla chioma o allevarla come fitto cespuglio va potata almeno ogni 2 anni.
Usi e Tradizioni –
La Robinia pseudoacacia è stata impiegata in passato per il consolidamento dei versanti, è ormai una specie diffusissima. Oltre a fornire ottimo legno da carbone e da costruzione, veniva impiegata per la divisione dei campi e lungo le rogge e le marcite.
È una pianta utile per consolidare i versanti grazie all’apparato radicale profondo e la facilità di propagazione. Viene quindi trattata a ceduo, crea velocemente popolamenti stabili. Vista la sua velocissima diffusione a partire dal ‘900 si è dimostrata spesso come pianta infestante; in alcune zone ha completamente sostituito le specie autoctone. L’apparato radicale con l’azione azoto – fissatrice svolge anche un’ azione di miglioramento del terreno e crea in genere un sottobosco molto denso.
Introdotta, come detto in Europa (Parigi) nei primi anni del XVII secolo, rimase una curiosità da giardino e da collezionisti fino all’ultimo ventennio dell’Ottocento, quando venne impiegata per consolidare gli argini franosi lungo le nuove ferrovie. L’importazione si deve a Jean Robin, farmacista e botanico del re di Francia Enrico IV. L’esemplare proveniva dalla Virginia.
Dopo l’arrivo in Europa la pianta si diffuse spontaneamente negli ambienti più disparati, ed è ora naturalizzata in gran parte dell’Europa centrale, dal sud dell’Inghilterra e della Svezia, fino alla Grecia, Spagna e perfino Cipro. È particolarmente diffusa in Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Svizzera, Austria, Ungheria, Italia, Slovenia. È naturalizzata anche in Turchia e Israele, nonché in Australia e Nuova Zelanda. Inoltre viene diffusamente coltivata in piantagioni da legno in vari paesi europei come Ungheria, Francia ed altri Paesi extraeuropei come Cina, Corea del Sud ed è diffusa anche in Africa.
La prima introduzione in Italia della Robinia è stata nel 1662 nell’Orto botanico di Padova, cioè sessanta anni dopo la sua introduzione in Europa.
Da questo esemplare nel 1750 furono tratti i semi utilizzati per introdurre la specie in Germania, secondo le intenzioni dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Nel 1788, un esemplare derivante da un seme dell’albero padovano fu introdotto nell’orto botanico dell’Arcispedale di Santa Maria Nova di Firenze, successivamente trapiantato in quello del Giardino dei Semplici. Autore di questa introduzione in Toscana fu Ottaviano Targioni-Tozzetti.
Oggi la Robinia è presente ovunque sul territorio italiano, in particolare in Piemonte, in Lombardia, in Veneto e in Toscana.
Per quanto riguarda i suoi usi, la Robinia pseudoacacia è una pianta altamente nettarifera ed ha una grande importanza nell’apicoltura. Infatti il miele di acacia è tra i più conosciuti ed apprezzati ed è il miele monoflora più diffuso nei punti vendita; nonostante ciò la produzione nazionale è del tutto insufficiente a soddisfare le richieste, per cui l’Italia importa grandi quantitativi soprattutto dall’Europa orientale e dalla Cina. Si tratta di un miele dal colore chiaro, che rimane liquido indipendentemente dalla temperatura, con odore leggero, sapore delicato e bassissima acidità; di contro ha un basso contenuto di sali minerali e di enzimi. Il miele di acacia contiene grandi quantità di crisina, che è un potente flavonoide.
Altri usi sono legati all’impiego del suo legname che è di colore giallo, ad anelli ben distinti, duro e pesante (Peso specifico 0,75). Per queste caratteristiche può efficacemente sostituire nell’uso i legni tropicali; tra l’altro l’uso del legno di Robinia al posto delle essenze esotiche consente inoltre di rallentare la deforestazione delle aree tropicali. Per questi motivi alcune regioni italiane hanno finanziato progetti di valorizzazione delle colture legnose di robinia, ottenendo contributi dall’Unione europea.
Il legno viene utilizzato nella falegnameria pesante, per puntoni da miniera, per paleria (i tronchi lasciati in acqua per alcuni mesi in autunno e inverno acquisiscono una particolare tenacia), per mobili da esterno e per parquet.
Questo legno è inoltre un ottimo combustibile.
I fiori sono commestibili e questi in varie regioni italiane vengono consumati fritti in pastella dolce e conferiscono alla frittella un profumo soave e un sapore particolarmente squisito. Da considerare però che il resto della pianta (sia i fusti che le foglie) contiene una sostanza tossica per l’uomo. La sua tossicità d’altra parte non è universale e alcuni animali se ne cibano. Le capre ne sono ghiotte e ne consumano in quantità senza alcuna conseguenza negativa.
La Robinia però per la sua capacità di adattamento spesso va a sostituire i naturali habitat ed ecosistemi comportandosi a tutti gli effetti come una specie infestante per cui la sua introduzione va valutata in programmi di attenta pianificazione agroecologica e forestale.
Modalità di Preparazione –
Come detto la Robinia pseudoacacia trova utilizzo in cucina per alcuni usi; sicuramente il più interessante è quello del miele che potrebbe fare pensare ad un incremento della coltivazione di questa pianta per il duplice scopo di pianta mellifera e da legno. Un altro utilizzo che si può fare di questa pianta è quello dei fiori consumati fritti in pastella dolce.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.