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Dianthus caryophyllus

Dianthus caryophyllus

Il Garofano comune (Dianthus caryophyllus L.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Caryophyllaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Angiosperme, Ordine Caryophyllales, Famiglia Caryophyllaceae e quindi al Genere Dianthus, Specie D. caryophyllus.

Etimologia –
Il termine Dianthus proviene dal greco Ζιός Ziós genitivo di Ζεύς Zeús Giove (Jupiter per i Romani) e da ἄνϑοϛ ánthos fiore; pianta citata da Teofrasto. L’epiteto specifico caryophyllus, secondo alcuni autori da Carya, proveniente dal greco κᾰρύα carya il noce Juglans regia (i cui frutti erano chiamati κάρυον cáryon) e da φυλλον phyllon foglia, perché profuma come le foglie di noce.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Garofano comune è una pianta originaria della zona compresa tra la Grecia e l’Iran, anche se, la sua esatta origine non è nota a causa della coltivazione estensiva che se ne è fatta negli ultimi 2.000 anni; da questa specie si sono originate poi le numerose varietà ottenute per mezzo del miglioramento genetico.

Descrizione –
Il Dianthus caryophyllus è una specie erbacea perenne che può raggiungere l’ altezza di 80 cm. La pianta è caratterizzata da un apparato radicale che si sviluppa dapprima dalla radice primaria che cessa presto il suo sviluppo e sostituita da radici secondarie laterali avventizie. Il fusto è semilegnoso, con portamento semiprostrato sul quale sono inserite le foglie che partono da nodi ingrossati che si presentano opposte, lineari, appuntite, ricoperte da pruina cerosa. Queste sono di colore grigio-verde, tendente al verde-blu, sottili e lunghe fino a 15 cm.
I fiori sono singoli o raggruppati in una inflorescenza fino a cinque; hanno un diametro di 3–5 cm e sono delicatamente profumati. Il colore originale del fiore è un naturale e brillante rosa-porpora, anche se esistono altri cultivar di colori diversi, tra cui rosso, bianco, giallo e verde.
I fiori sono caratterizzati da un calicetto (parte anatomica posta al di sotto del calice) che è costituito da 5 o 6 parti mentre il calice è saldato e quindi gamosepalo. La corolla è gamopetala, con 5 petali saldati tra loro formaando il bordo frastagliato caratteristico del fiore del garofano. Gli stami sono 10 anche se questi sono assenti spesso a dipendenza del periodo di fioritura che induce queste parti a trasformarli in petali o ad una riduzione del numero. Gli stili sono due con stigmi papillosi; l’ovario è subero. Il frutto del Garofano è una capsula che va a contenere i semi, di forma triangolare e in numero variabile tra 70 e 90.

Coltivazione –
I Dianthus caryophyllus amano posizioni abbastanza soleggiate, ma dove possano godere del refrigerio dell’ombra nelle ore più calde del giorno; in aree con temperature più calde i garofani hanno bisogno di maggiore ombra. Si tratta di piante che non hanno grandi esigenze per quanto riguarda il substrato di coltivazione, è sufficiente che sia un terreno leggermente alcalino, e molto ben drenato, anche sabbioso.
Per ottenere buone fioriture necessitano di annaffiature regolari nelle settimane primaverili, con clima mite. La fioritura si protrae per alcune settimane, in seguito è necessario asportare gli steli che portavano i fiori, per mantenere la pianta compatta; dopo la fioritura possiamo annaffiare i garofani anche soltanto sporadicamente. Per i dettagli della tecnica di coltivazione si rimanda alla seguente scheda.

Usi e Tradizioni –
Il garofano è una pianta di antica storia; viene menzionato nella letteratura greca di 2000 anni addietro. Il nome “Dianthus” gli fu attribuito dal botanico greco Theophrastus. Alcuni studiosi ritengono che il nome “garofano” derivi da “incoronazione” o “corona” (ghirlanda di fiori), in quanto era uno dei fiori usati per le corone cerimoniali in Grecia. Per altri il nome deriverebbe dal latino “caro” (genitivo “carnis”) (carne), che si riferisce al colore originale del fiore, o incarnatio (incarnazione), che si riferisce all’incarnazione di Dio fatto carne.
Al garofano però non sono legate solo leggende mitologiche ma anche nella storia esistono molti racconti legati a questo straordinario fiore, ad esempio si narra che nel 1270 la morte di numerosissimi soldati di Luigi IX, Re di Francia, per via di un’epidemia di peste durante la crociata di Tunisi, venne arrestata grazie ad un un distillato di garofano. Sempre nell’ambito storico, in riferimento ai grandi personaggi, si dice che quando Maria Antonietta, durante la Rivoluzione Francese venne imprigionata, continuasse a ricevere messaggi che le consegnati dopo averli accuratamente arrotolati in mazzi di garofani.
Inoltre, sempre Francia, nell’ottocento il garofano rosso divenne il simbolo che Napoleone adoperò per decorare i nastri della Legion d’Onore, e veniva portato all’occhiello dei nobili che dovevano essere ghigliottinati, mentre in quello stesso periodo il garofano bianco era il fiore simbolo della monarchia. Nella seconda metà dell’ottocento, invece, il garofano rosso divenne il simbolo del movimento socialista.
Nelle tradizione Italiana il garofano è considerato a Bologna il fiore di San Pietro ed a Roma il fiore di San Giovanni Battista.
Il nome garofano, anche se originariamente applicata alla specie Dianthus caryophyllus, viene spesso riferito ad alcune delle altre specie di Dianthus, e più in particolare a ibridi realizzati fra D. caryophyllus ed altre specie nel genere.
Nei giardini italiani i garofani non vengono molto utilizzati, nonostante non siano di difficile coltivazione; si prediligono le specie annuali, o da coltivare come tali, come il garofano dei poeti o i garofanini, di piccole dimensioni, tappezzanti, dalla fioritura prolungata.
Nel tempo sono stati selezionati numerosi cultivar come piante da giardino. Esempi tipici sono le varietà denominate ‘Gina Porto’, ‘Helen’, ‘Laced Romeo’, ‘Red Rocket’.
I caratteri colturali più significativi sono la rifiorenza, ovvero la capacità emettere fiore più volte durante l’anno (7-10 fiori).

Modalità di Preparazione –
Il Dianthus caryophyllus è una pianta molto coltivata in tutto il mondo per fiore reciso o per la formazione di aiole o aree tappezzate fiorite. Oltre a questi usi non ha particolari impieghi di natura farmaceutica o alimentare.
I cosiddetti chiodi di garofano non derivano da questa pianta ma sono una spezia di origine asiatica che si ricava dai boccioli essiccati della pianta di Eugenia caryophyllata.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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