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Boletus impolitus

Boletus impolitus

Il Boleto a cappello granuloso o Boleto elegante (Boletus impolitus Fr.) o (Hemileccinum impolitum (Fr.) Šutara 2008) è un fungo simbionte appartenente alla famiglia delle Boletaceae. Nel 2008 è stato inserito nel genere Hemileccinum per le sue caratteristiche diverse da Boletus.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Fungi, Divisione Basidiomycota, Classe Basidiomycetes, Ordine Boletales, Famiglia Boletaceae e quindi al Genere Hemileccinum ed alla Specie H. impolitus.
È sinonimo il termine Xerocomus impolitus (Fr.) Quél. 1888.

Etimologia –
Il termine Boletus è di etimologia controversa: secondo alcuni autori deriverebbe dal greco βωλήτης bolétes, con cui i Greci chiamavano una sorta di fungo (da βωλος bólos col significato di gleba, zolla, cespuglio, perché crescenti fra le zolle o luoghi cespugliosi); altri invece ritengono che il significato di βωλος sia da estendere a palla, poiché il cappello della maggior parte dei funghi è globoso; per altri autori ancora deriva da Bolites, nome con il quale i romani indicavano i migliori funghi eduli, anche se in origine riferito ai soli ovuli (Amanita cesarea), ma ben presto utilizzato per chiamare così anche i porcini. L’epiteto specifico impolitus proviene dal prefisso avversativo in- e da politus elegante: inelegante, non liscio, rozzo, ruvido.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Boletus impolitus è un fungo simbionte che cresce solitario o in piccoli gruppi nel periodo tra l’estate e l’autunno; lo si ritrova dall’estate all’inizio dell’autunno nei boschi di latifoglia del mediterraneo con preferenza nei terreni umidi e argillosi.

Riconoscimento –
Il Boletus impolitus si riconsce per il cappello di 5–18 cm di diametro, prima emisferico e poi convesso, per divenire infine spianato, con cuticola vellutata, poi liscia negli esemplari adulti, di un caratteristico colore giallo ocra o camoscio chiaro. I pori sono minuti e concolori ai tubuli che sono lunghi, arrotondati al gambo, prima gialli e poi giallo-verde. Il gambo è di 6-15 x 2–6 cm, sodo, pieno, lievemente ventricoso, di colore bianco crema con sfumature giallo chiaro e privo di reticolo. La carne è soda, giallastra, immutabile, con odore di fenolo più marcato alla base del gambo e con sapore dolce. All’analisi microscopica si notano delle spore di 9-15 x 4,5-6 µm, da ellissoidali a fusiformi, lisce, guttulate, bruno-oliva in massa e basidi tetrasporici di 22-30 x 8-10 µm.

Coltivazione –
Il Boleto a cappello granuloso non è un fungo coltivato.

Usi e Tradizioni –
Il Boletus impolitus viene considerato un fungo di buona commestibilità anche se si consiglia di eliminare la base del gambo che emana un caratteristico odore di fenolo.
È una specie che può essere confusa con il B. appendiculatus o B. fechtneri, entrambi commestibili, ma si differenzia da questi per la mancanza di reticolo sul gambo e per la carne non virante. Spesso anche se l’aspetto esteriore è bello e il fungo sembra giovane, quando si va a tagliare la carne si vede che è ampiamente segnata dai passaggi di larve.

Modalità di Preparazione –
Il Boletus impolitus in cucina si dimostra forse migliore del più conosciuto porcino appartenente al gruppo dell’edulis. Si può usare per preparare minestre. C’è chi consiglia di consumare la specie preferibilmente mista ad altri boletus di maggior pregio per risultare più gradevole. In ogni caso può essere conservato secco o sott’olio anche in miscela con altri funghi.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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