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Aculops lycopersici

Aculops lycopersici

L’ Eriofide rugginoso del pomodoro o acaro rugginoso del pomodoro (Aculops lycopersici (Massee)) è un piccolo acaro appartenente alla famiglia Eriophydae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Phylum Arthropoda, Classe Arachnida, Ordine Acarina, Famiglia Eriophydae e quindi al Genere Aculops ed alla Specie A. lycopersici.
È sinonimo il termine: Vasates lycopersici (Massee).

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Aculops lycopersici è un acaro descritto per la prima volta in Australia da Massee nel 1937, ma ora è comune in tutto il mondo. È infatti diffuso anche in Europea e soprattutto nell’Italia meridionale, nelle isole ma avvistamenti si sono avuti in altre regioni.

Morfologia –
Le femmine dell’ Aculops lycopersici hanno un aspetto vermiforme di colore giallo-ocra. Le dimensioni dell’eriofide rugginoso (come di tutti gli eriofidi in generale) sono alquanto ridotte: le femmine sono lunghe appena 0,15-0,18 millimetri. Le uova di questo acaro sono di forma sferica irregolare, ialine appena deposte per poi divenire giallognole in seguito.

Attitudine e Ciclo biologico –
L’Aculops lycopersici è un parassita particolarmente importante nelle coltivazioni di pomodoro. Nei climi freddi questo eriofide sopravvive solo in ambiente protetto dove le generazioni si susseguono passando dalle piante spontanee a quelle coltivate e viceversa. Le femmine depongono soprattutto sulle foglie di pomodoro circa 50 uova, collocandole in prossimità delle nervature o alla base dei peli. Quando si verificano condizioni favorevoli (intorno a 27°C e 30% di umidità relativa) una generazione può completarsi anche in una settimana, passando attraverso gli stadi di uovo, ninfa di I età, ninfa di II età e adulto.

Ruolo Ecologico –
L’attacco dell’Aculops lycopersici determina sul fusto alterazioni dei tessuti epidermici che assumono dapprima un colore verde-bronzeo e successivamente con colorazioni tendente al marrone. Le foglie si deformano accartocciandosi ai bordi e ripiegandosi verso il basso; il colore vira dal verde, al bruno-verdognolo, al bronzeo. Oltre a questi sintomi, nella fase di produzione si può avere: fessurazione longitudinale dei fusti, caduta anticipata delle foglie, caduta o irregolare fruttificazione delle infiorescenze, formazione sui frutti di aree suberificate percorse da screpolature. Come per altri acari la sua proliferazione può essere determinata da errate concimazioni, soprattutto con azoto nitrico, o dalla squilibrio delle biocenosi dei suoi predatori provocato da trattamenti insetticidi o uso di diserbanti irrazionali ed inopportuni. Per questo motivo bisogna sempre operare una indagine preliminare prima di qualunque intervento, regolamentare i sistemi di concimazioni e ostacolare, ove possibile, la sua proliferazione con gli eventuali trattamenti con zolfo per il controllo dell’oidio. Soprattutto nelle serre un’alternativa alla lotta chimica, sempre pericolosa e portatrice di squilibri ecologici, è costituita dall’introduzione dell’acaro predatore Amblyseius andersoni.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Laffi f., 1983. Acari di interesse agrario. Cooperativa Libraria Universitaria Editrice. Bologna.




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