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Solanum melongena

Solanum melongena

La melanzana (Solanum melongena L.) è una specie della famiglia delle Solanaceae molto coltivata in orticoltura per i suoi frutti.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Solanales, Famiglia Solanaceae e quindi al Genere Solanum ed alla Specie S. melongena.

Etimologia –
Il termine Solanaceae deriva da sólor = consolare, alleviare, lenire: per le proprietà medicamentose di alcune piante di questo genere. L’epiteto specifico melongena proviene dal greco μῆλον = mélon pomo, frutto e da γεννάω gennáo = generare, produrre: quindi pianta che produce frutti tondeggianti.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Solanum melongena è una specie annuale di origine del continente asiatico e più precisamente dall’India, anche se esistono innumerevoli documenti che dimostrano la coltivazione della melanzana nell’area del sudest asiatico sin dalla preistoria; successivamente fu importata in Medio oriente ed arrivò nel Mediterraneo introno al VII secolo. La diffusione in Europa di nomi derivati dall’arabo e soprattutto la mancanza di nomi di origine latina e greca indicano che fu portata nell’area mediterranea dagli arabi agli inizi del Medioevo.

Descrizione –
La melanzana è una pianta erbacea, eretta, che può raggiungere uno sviluppo in altezza variabile tra 30 cm ed un metro, con fiori grandi, solitari, di colore violacei o bianchi. I frutti sono delle bacche piuttosto grandi, allungate o rotonde, normalmente nere, ma anche bianche, commestibili solo dopo cottura. Questa specie è caratterizzata da molte varietà tra cui citiamo: Violetta lunga palermitana, a frutto allungato viola scuro; Violetta lunga delle cascine con frutto violetto; Violetta nana precoce a frutto piccolo; Melanzana di Murcia con foglie e fusto spinosi, frutto violetto, rotondo; Mostruosa di New York con frutto violetto enorme e Tonda comune di Firenze, con frutto violetto pallido, ibrida, con pochi semi, polpa tenera e compatta.

Coltivazione –
Solanum melongena è una pianta coltivata in molti Paesi; tra questi i maggiori produttori in ordine di importanza sono la Cina, l’India e l’Iran. In Europa, i principali produttori sono l’Italia, la Spagna e la Romania. Per la tecnica di coltivazione puoi consultare la scheda seguente.

Usi e Tradizioni –
La melanzana è originaria dell’India anche se esistono innumerevoli documenti che dimostrano la coltivazione di questa pianta nell’area del sudest asiatico sin dalla preistoria. Pare che che in Europa era praticamente sconosciuta fino al sedicesimo secolo. Il primo riferimento scritto alla melanzana si trova nel Qimin Yaoshu, un antico trattato agricolo cinese completato nel 544. La diffusione in Europa di nomi derivati dall’arabo e la mancanza di nomi antichi latini e greci indicano che fu portata nell’area mediterranea dagli arabi agli inizi del Medioevo. Uno dei primi riferimenti all’Europa si trova infatti in un trattato di agricoltura di Ibn Al-Awwam agronomo della Spagna araba del XII secolo ed esistono testimonianze tardo medievali anche in spagnolo e catalano.
La Solanum melongena venne inizialmente chiamata in Italia petonciana o anche petronciano; per evitare fraintendimenti sulle sue proprietà, successivamente la prima parte del nome venne mutata in mela dando così origine al termine melangiana e poi melanzana, termine interpretato dal popolo anche come mela non sana, perché non commestibile da cruda. Dalla lingua araba (con l’articolo, al-badingian) derivano i termini catalani (albergínia) e francesi (aubergine). Da cruda la melanzana ha un sapore amaro che diminuisce con la cottura, la quale la rende inoltre più digeribile, esaltandone il sapore. Per questo motivo la melanzana viene consumata preferibilmente cotta. Come per altre solanacee la cottura non elimina del tutto la solanina, (temperatura di degradazione a circa 243 °C) ma il contenuto nella melanzana è ben al di sotto della quantità ritenuta accettabile per gli ortaggi (20–25 mg/100 g di peso fresco).
La melanzana ha la proprietà di assorbire molto bene i grassi alimentari, tra cui l’olio, consentendo la preparazione di piatti molto ricchi e saporiti. Per questi motivi la melanzana viene consumata preferibilmente cotta.
Anche se è una pianta che viene coltivata per il suo uso alimentare trova applicazione anche in campo medicinale che la rendono una preziosa aggiunta alla dieta. In particolare il frutto aiuta ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue ed è indicato come parte di una dieta per aiutare a regolare la pressione alta.
In alcune zone la pasta riscaldata del frutto viene applicata sulle articolazioni doloranti.
Il frutto è antiemorroidario e ipotensivo e viene usato anche come antidoto in caso di ingestione di funghi velenosi.
Viene fatto in poltiglia con aceto e usato come cataplasma ascessi, emorroidi, ecc.
Le foglie sono narcotiche.
Un decotto si applica per piaghe ed emorragie interne.
Dalle foglie si può ricavare un impiastro lenitivo ed emolliente per il trattamento di ustioni, ascessi, herpes labiale, emorroidi e condizioni simili.
Si ricorda, comunque, che le foglie sono tossiche e dovrebbero essere utilizzate solo esternamente.
Le ceneri del peduncolo sono utilizzate nel trattamento di emorragie intestinali, emorroidi e mal di denti.
Un decotto ricavato dalle radici è antiasmatico, astringente e stimolante generale. Si trasforma in polvere e si applica sia internamente che esternamente come rimedio in casi di emorragie.
Il succo della radice è usato nel trattamento di otiti e mal di denti.

Modalità di Preparazione –
Le melanzane si consumano fritte, al forno o grigliate o conservate sott’olio o sott’aceto; alcune preparazioni tipiche, risentono notevolmente delle tradizioni culinarie locali; tra queste ricordiamo la parmigiana di melanzane, la moussakà, la ratatouille, la pasta alla Norma e la caponata.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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