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Correlazione tra pesticidi e malattie

Correlazione tra pesticidi e malattie

Che ci fosse una ricaduta negativa sulla salute umana e dell’ecosistema da parte degli insetticidi non ci voleva molto ad ipotizzarlo, e più che gli effetti diretti di questi sulla salute umana stanno provvedendo gli studi statistici a togliere ogni possibile dubbio. Sono infatti sempre più numerosi gli studi scientifici che rilevano iperattività, disordini comportamentali, disabilità dell’apprendimento, ritardi dello sviluppo e disfunzioni motorie negli animali cui vengono somministrati fitofarmaci. In Australia un gruppo di scienziati ha recentemente suggerito una teoria ecogenica delle patologie neurovegetative come il morbo di Parkinson. Si ipotizza che la genesi di questa malattia sia da attribuire all’esposizione prolungata a dosi massicce di pesticidi usati in agricoltura; questo determinarebbe, in età adulta, la comparsa. Per di più, una forte esposizione ai pesticidi sembra essere la causa dell’elevata incidenza di linfomi, tumori prostatici e cerebrali, oltre che di disturbi neurologici, negli addetti alla manutenzione dei campi da golf (notevolmente sottoposti a trattamenti diserbanti, concimazioni di sintesi ed insetticidi per mantenerli netti e verdi).

 

A questi dati bisogna aggiungere un recente studio, finanziato dalla Comunità Europea e pubblicato sulla rivista New Scientist, che ha dimostrato che i giardinieri amatoriali che fanno uso di pesticidi hanno maggiori probabilità (il 9% in più) di contrarre il Morbo di Parkinson, rispetto a coloro che non usano tali sostanze; tale percentuale sale addirittura al 43% in più per gli agricoltori esposti a pesticidi durante il loro lavoro.
I dati statistici poi entrano in un altro tipo di patologie. È oramai dimostrato che molti pesticidi simulano l’azione degli ormoni femminili e sono pertanto sospettati di essere all’origine di casi di ipofertilità e sterilità, sia maschile che femminile, di carcinoma mammario e della prostata, di danni generali all’apparato riproduttivo, nonché in quello che genericamente viene indicato come “stress metabolico”, con un impatto negativo sulle difese immunitarie del nostro organismo.
Lo scenario più inquietante è quello sulla malattia del secolo. Molti dei pesticidi attualmente in uso sono risultati, da indagini condotte dallo IARC (il più importante istituto mondiale per la ricerca sul cancro), cancerogeni, mutageni (causano mutazioni o alterazioni a carico del materiale genetico, quell’insieme codificato di informazioni che è presente in ogni cellula ed è responsabile dei vari processi biochimici e della trasmissione dei caratteri ereditari, portando all’insorgenza di difetti ereditari e tumori) e teratogeni (possono portare alla nascita di bambini con gravi malformazioni e difetti congeniti qualora la madre venga esposta a queste sostanze durante la gravidanza o, in alcuni casi, anche prima di essa).
Non comprendiamo come ancora tutta questa materia sfugga completamente al dibattito politico che sembra oramai inadeguato a “gestire” le sorti di una società che si muove in un mondo globale e a massima condivisione delle questioni e dei problemi.
Forse siamo di fronte alla caduta delle democrazie, come le abbiamo concepite nell’ultimo secolo. Così come le monarchie ad un certo punto della storia si dimostrarono inadeguate a risolvere i problemi sociali allo stesso modo sta avvenendo oggi per le “moderne” democrazie.

Guido Bissanti




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