Un Mondo Ecosostenibile
Glossario Ecologico

Mimetismo mulleriano

Mimetismo mulleriano

Col termine mimetismo mulleriano, conosciuto anche come “mimetismo sinaposematico” si intende l’adozione di una stessa colorazione aposematica da parte di due o più specie protette.
Henry Walter Bates (Leicester, 8 febbraio 1825 – Londra, 16 febbraio 1892), nel corso delle sue ricerche aveva notato che, oltre a fenomeni di convergenza cromatica relativi a specie non protette verso specie protette, esistevano in natura numerosi casi di convergenza anche tra specie protette.
Bates non dette però eccessiva importanza al fenomeno ma fu lo zoologo tedesco Fritz Müller (Erfurt, 31 marzo 1821 – Blumenau, 21 maggio 1897), pochi anni dopo, a riesaminare il problema e a fornirne una interpretazione adattativa.
Il mimetismo mulleriano prende appunto il nome da quest’ultimo.
Múller partì dal presupposto che gli organismi animali debbano imparare a riconoscere quale preda sia inappetibile attraverso una serie più o meno lunga di esperienze negative; ciò significa che, in tutti i casi, la specie inappetibile deve, comunque, “sacrificare” un determinato numero di individui a spese dei quali il predatore compie le sue esperienze. Qualora in uno stesso ambiente esistano più specie inappetibili, diverse tra loro, ed un comune predatore, è evidente che quest’ultimo sara’ costretto ad imparare a riconoscerle separatamente: dovrà fare, cioè, due serie distinte di esperienze negative, sacrificando un certo numero di individui nell’una e nell’altra specie.
Se, invece, le specie inappetibili si assomigliano tra di loro, tanto da non essere distinguibili, il predatore dovrà imparare a riconoscerne una sola. In pratica il predatore, venuto a contatto con qualsivoglia delle due specie inappetibili, riceverà in ogni caso un messaggio la cui risposta lo porterà ad ignorare tutti i morfi simili a quello “assaggiato”, anche se appartenenti a specie diverse. Questo significa che il numero complessivo degli individui da “sacrificare” a ciascun predatore verrà suddiviso statisticamente tra tutte le specie facenti parte dell’anello mimetico, con conseguente diminuzione del tasso di predazione per specie; inoltre è facile rendersi conto che, quante più specie partecipano all’associazione di avvertimento, tanto minori saranno le perdite statistiche per ogni singola specie.

In molti casi gli anelli mimetici mülleriani possono comprendere anche mimi batesiani; ne rappresenta un esempio il mimetismo di Mertens.
Lo sviluppo delle caratteristiche mimetiche, sia batesiane che mulleriane, è spesso accompagnato da altri cambiamenti riguardanti la fisiogia, l’ecologia ed il comportamento.
Uno dei più spettacolari esempi di mimetismo mülleriano è quello che si riscontra in alcune farfalle della famiglia degli Eliconidi che vivono in America centrale e meridionale. In particolare le due specie Heliconius melpomene e H. erato, ambedue inappetibili, vivono in simpatria su una vasta area geografica, sono tra loro molto simili e si differenziano solo in base al numero di macchie rosse presenti sul lato ventrale delle ali posteriori: quattro in erato e tre in melpomene. Tuttavia le due specie si distinguono per il differente e forte odore che emanano e probabilmente il riconoscimento tra i membri della stessa specie avviene proprio in base a questi diversi segnali chimici. È interessante osservare che queste due specie, nonostante siano suddivise in un gran numero di varietà geografiche, si somigliano in tutta l’area geografica nella quale convivono.
Nel mimetismo mulleriano, al contrario del mimetismo criptico, il soggetto è ben visibile e i suoi colori comunicano ed avvertono i nemici della propria pericolosità.
Alcuni esempi possono essere la rana arancio acceso del Madagascar, il Dendrobates leucomelas (rana gialla e nera, foto a sinistra), le api e le vespe, il dendrobate color zaffiro, il serpente corallo, ecc.
Con pochi segnali da riconoscere, un predatore apprende rapidamente ad evitare questi animali pericolosi così colorati, e grazie all’associazione effettuata dal predatore colore-sensazione ripugnante, le prede godono di una maggiore protezione.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *