Commiphora schimperi
Commiphora schimperi
Il sughero dalle foglie lucide (Commiphora schimperi (O.Bergman) Engl.) è una specie arbustiva o di piccolo albero appartenente alla famiglia delle Burseraceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Sapindales, Famiglia Burseraceae, Genere Commiphora e quindi alla Specie C. schimperi.
Sono sinonimi i termini:
– Balsamea schimperi Engl. ;
– Balsamodendrum schimperi O.Berg;
– Commiphora arussensis Engl. ;
– Commiphora betschuanica Engl. ;
– Commiphora buraensis Engl. ;
– Commiphora flabellulifera Chiov. ;
– Commiphora neumannii Engl.;
– Commiphora resiniflua Martelli;
– Commiphora trothae Engl..
Etimologia –
Il termine Commiphora proviene dal greco κόμμι cómmi gomma, resina e da φορέω phoréo portare: che produce resina.
L’epiteto specifico schimperi prende il nome da George Wilhelm Schimper (1804-1878) che trascorse più di 40 anni in Etiopia da dove proviene l’esemplare tipo.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Commiphora schimperi è una pianta originaria della Namibia, dello Zimbabwe e del Sud Africa settentrionale. È presente in un areale che comprende l’Africa orientale, il Sud Africa a nord dell’Etiopia e in Arabia.
Il suo habitat è di solito sui pendii rocciosi o sugli affioramenti nei boschi di Brachystegia o nei boschi misti, ad altitudini di 225 – 1.800 m. s.l.m..
Descrizione –
La Commiphora schimperi è una pianta in forma di arbusto o piccolo albero.
La corteccia è di colore da verde scuro a verde giallastro che si sfalda in larghe strisce da marrone dorato a giallastre; rami a punta dorsale.
Le foglie sono raggruppate su piccole ramificazioni laterali, 3-foliolate o raramente imparipennate con 2-4 paia di foglioline; foglioline obovate, fino a 5 × 3,5 cm, foglioline laterali grandi circa la metà della fogliolina terminale, di colore verde più o meno lucido, glabre; margine grossolanamente dentato; picciolo sottile, lungo fino a 3 cm.
I fiori sono raccolti in piccoli grappoli ascellari sessili, rossi, a forma di coppa, che compaiono prima delle foglie.
I frutti sono ovoidali, lunghi circa 1,3 cm, appuntiti, rosa pallido, che si sdoppiano per rivelare un seme nero quasi interamente nascosto da uno pseudo-arillo quadrilobato rosso vivo.
Coltivazione –
La Commiphora schimperi è una pianta spontanea che cresce nelle aree più secche dei tropici e subtropicali, caratterizzate da basse precipitazioni ed umidità relativa bassa.
La pianta viene raccolta in natura per la sua gomma.
Usi e Tradizioni –
Molto simile alla mirra africana (Commiphora africana (A.Rich.) Endl.).
La pianta viene utilizzata come altre specie del suo genere e dai suoi steli si raccoglie una gomma-resina.
Da questa pianta si ricava, altresì, la mirra.
Le parti della pianta vengono utilizzate per trattare una vasta gamma di disturbi: frutta per febbre tifoide e problemi di stomaco, corteccia per la malaria, resina per convulsioni e per coprire e disinfettare le ferite e resina bruciata come insetticida e afrodisiaco. Il legno morbido e resistente alle termiti viene utilizzato per intagliare utensili domestici, strumenti musicali e oggetti di uso generale.
Viene estratto anche un olio commestibile e parti dell’albero mostrano forti proprietà fungicide.
Modalità di Preparazione –
Le modalità di utilizzo di questa pianta sono del tutto simili a quelle di altre specie del suo genere ed in particolar modo della Commiphora africana.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.