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Felis silvestris

Felis silvestris

Il gatto selvatico (Felis silvestris Schreber, 1777) è un mammifero appartenente alla famiglia dei Felidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Phylum Chordata, Classe Mammalia, Ordine Carnivora, Sottordine Feliformia, Famiglia Felidae, Sottofamiglia Felinae e quindi al Genere Felis ed alla Specie F. silvestris
Sono riconosciute attualmente cinque sottospecie:
– F. s. silvestris Schreber, 1777 – gatto selvatico europeo, che era diffuso in passato in tutto l’Europa e assente unicamente dalle regioni nordiche europee corrispondenti, all’incirca, ad un areale tra Finlandia, Norvegia e Svezia;
– F. s. bieti Milne-Edwards, 1892 – gatto del deserto della Cina, presente in Cina occidentale, prevalentemente nel Qinghai e forse anche nel Sichuan nord-occidentale;
– F. s. cafra Desmarest, 1822 – gatto selvatico sudafricano, diffuso nell’Africa meridionale;
– F. s. lybica Forster, 1780 – gatto selvatico africano, diffuso in tutto il Nord Africa fino alla penisola arabica e al mar Caspio;
– F. s. ornata Gray, 1832 – gatto selvatico asiatico, diffuso dalle rive orientali del Caspio fino all’India occidentale e, a nord, fino al Kazakistan, alla Cina occidentale e alla Mongolia meridionale.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Gatto selvatico è un mammifero con una distribuzione alquanto ampia, anche per via delle sue sottospecie, e rappresenta il felino con l’areale di diffusione più vasto.
L’areale va dall’ Eurasia all’ Africa dove è diffuso su gran parte dei continenti ad eccezione delle aree più a nord dell’Eurasia.
In Italia è presente in tutta l’area centro-meridionale, in Sicilia ed in Sardegna. Il limite settentrionale della sua distribuzione è rappresentato da parte della Toscana, dall’Umbria e dalle Marche. Nell’Italia settentrionale la specie è segnalata al confine tra Liguria e Piemonte ed in Friuli, mentre è assente dall’Appennino settentrionale e dalla maggior parte delle Alpi.
All’interno della sua specie è presente comunque nelle varie aree con le diverse sottospecie.
Il gatto selvatico europeo è diffuso dal sud al nord dell’Europa, con eccezione delle aree più a nord, fino in Italia ma con distribuzione frammentata per via della distruzione di molti suoi habitat.
Il gatto selvatico africano è diffuso in gran parte dell’Africa, con eccezione delle foreste pluviali equatoriali e, soprattutto, i deserti veri e propri; è presente, inoltre, nella penisola arabica e in Medio Oriente, fino al mar Caspio.
Il gatto selvatico asiatico si incontra dalle sponde orientali del mar Caspio fino all’India occidentale, al Kazakistan, alla Mongolia meridionale e alla Cina occidentale.
L’habitat di questa specie è alquanto vario anche se è generalmente assente dalle aree coltivate e dalle foreste pluviali tropicali e si spinge solo raramente all’interno delle aree desertiche.

Descrizione –
Il Felis silvestris è un felino più massiccio del gatto domestico, con una lunghezza testa-corpo di 45-80 cm, una lunghezza della coda di 29-40 cm, con un’altezza alla spalla è di 25–45 cm. ed un peso di 3,5-8 kg e con un dimorfismo sessuale poco evidente, con il maschio più grosso della femmina e con la testa più massiccia.
Si riconosce per il pelo relativamente lungo, soffice e sottile; superiormente grigio-giallastro con stretta striscia nera sulla schiena; fianchi e altre porzioni corporee striati di nero; inferiormente bianco-giallastro.
La testa è tonda, il naso carnicino, con occhi relativamente grandi e di colore giallo-verdi.
Le zampe sono di media lunghezza, con le anteriori con 5 unghie e le posteriori con 4.
La coda è lunga, uniformemente folta, con anelli e apice neri.
All’interno della specie esistono poi delle differenziazioni morfologiche che le caratterizzano.

Biologia –
Il gatto selvatico, raggiunge la maturità sessuale nell’anno seguente alla nascita.
Questa specie si accoppia in un periodo variabile anche a seconda delle sottospecie, con quello europeo nel periodo tra febbraio e marzo e quello sudafricano nel corso della stagione umida, quando le prede sono più abbondanti. Il gatto selvatico nordafricano, invece, è stato visto riprodursi in ogni periodo dell’anno, senza nessuna preferenza per una particolare stagione.
Generalmente, comunque, si riproducono un’unica volta all’anno, sebbene possa essere partorita una seconda nidiata se tutti i componenti della prima muoiono.
Prima di partorire la femmina prepara una tana nel sottosuolo o in un altro luogo riparato.
La nidiata comprende da uno a cinque piccoli, ma quelle composte da tre-quattro piccoli sono le più frequenti.
L’estro dura da due a otto giorni e la gestazione oscilla tra 56 e 69 giorni, sebbene nelle sottospecie africane tenda a essere un po’ più breve che in quella europea.
Alla nascita i gattini pesano 75-150 g e sono ciechi e inermi.
All’inizio hanno una pelliccia maculata che successivamente, durante la crescita, assume quella definitiva a strisce.
I piccoli aprono gli occhi dopo sette-dodici giorni e iniziano a procurarsi il cibo da soli a dieci-dodici settimane di età.
Verso i due mesi sono pienamente sviluppati e iniziano a condurre vita indipendente dopo il terzo mese; entro il primo anno di vita, quando raggiungono la maturità sessuale, sono già in grado di occupare e difendere il proprio territorio.
In cattività i gatti selvatici vivono fino a sedici anni.

Ruolo Ecologico –
Il Felis silvestris è un animale è estremamente cauto nei confronti dell’uomo e cerca sempre di non avvicinarsi alle zone abitate e prove genetiche, morfologiche e archeologiche indicano che il gatto domestico sia stato addomesticato a partire dal gatto selvatico africano, probabilmente tra 9000 e 10.000 anni fa, nella Mezzaluna Fertile, in coincidenza con la nascita dell’agricoltura e del bisogno di proteggere i raccolti dai roditori granivori.
Svolge vita solitaria e ogni esemplare difende un territorio di 1,5 – 12 km², a seconda dell’ambiente locale, ed ha abitudini soprattutto crepuscolari-notturne; solitario, in coppia o in gruppi familiari, dove vive in aree boscate o cespugliate.
I maschi tendono a possedere territori più estesi delle femmine, e il loro areale si sovrappone a quello di tre-sei femmine vicine.
I gatti selvatici di ambo i sessi marcano i propri territori depositando feci in luoghi esposti e rilasciando marcature odorose spruzzando urina, strofinando le guance e grattando il terreno.
Gli antagonisti naturali del gatto selvatico sono le volpi, le martore, gli sciacalli dorati e i gatti della giungla.
Infatti, per queste due ultime specie, dove gli areali delle due specie si sovrappongono, come nel Caucaso, i gatti della giungla abitano le pianure, mentre i gatti selvatici vivono nelle foreste di faggi che crescono sulle pendici dei monti; inoltre, nei luoghi ove è presente una delle due specie, l’altra è del tutto assente o è presente solo con pochi esemplari inoltre nell’Europa centrale le martore uccidono i piccoli di gatto selvatico, e occasionalmente assalgono anche esemplari adulti.
Dal punto di vista alimentare il gatto selvatico è essenzialmente carnivoro; si ciba infatti di insetti, piccoli mammiferi, in particolare roditori e conigli, con le lucertole che costituiscono la terza preda principale in Portogallo, e gli uccelli la meno comune. È, tuttavia, un predatore opportunista, che in vari casi è stato visto anche divorare anfibi, pesci, mustelidi, scorpioni e perfino piccoli di capriolo o antilope.
L’alimentazione vegetale costituisce solo una piccolissima parte della sua dieta.
Per quanto riguarda il suo ruolo ecologico ed i suoi rapporti con gli habitat, il gatto selvatico è legato agli habitat forestali, in particolare di latifoglie, soprattutto per la protezione offerta dalla vegetazione.
In generale tende ad evitare le aree di altitudine elevata, probabilmente in relazione all’ innevamento che può costituire un ostacolo alle attività di spostamento e di caccia.
Le principali minacce per questa specie sono rappresentate dalla frammentazione degli habitat forestali, la competizione e l’ibridazione con il gatto domestico, le malattie trasmesse dal gatto domestico, la persecuzione diretta da parte dell’ uomo. Ibridi tra gatto domestico e selvatico sono stati osservati in buona parte dell’areale europeo ed extraeuropeo, e sono stati ottenuti in cattività, anche se le difficoltà di identificazione del livello di purezza basato sui caratteri morfologici rendono impossibile determinare il grado esatto di ibridazione delle popolazioni (P. Genovesi in Spagnesi & Toso 1999).
Per quanto riguarda le misure di protezione e conservazione, la specie è inclusa nell’appendice II della CITES, nell’appendice IV della direttiva Habitat e nell’appendice II della Convenzione di Berna. In Italia il gatto selvatico è protetto dalla legge 157/92 sulla caccia ed è inserito tra le specie di interesse comunitario che richiedono protezione rigorosa dal D.P.R. 357/97. È presente in aree protette.
Inoltre è valutata Least Concern dallo European Mammal Assessment (Temple & Terry 2007).

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Gordon Corbet, Denys Ovenden, 2012. Guida dei mammiferi d’Europa. Franco Muzzio Editore.
– John Woodward, Kim Dennis-Bryan, 2018. La grande enciclopedia degli animali. Gribaudo Editore.




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