Stachys recta
Stachys recta
La Stregona gialla o Siderite o Catiorà (Stachys recta L.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Asteridae,
Ordine Lamiales,
Famiglia Lamiaceae,
Genere Stachys,
Specie S. recta.
Sono sinonimi i termini:
– Betonica adscendens Walther, 1802;
– Betonica hirta Gouan, 1762;
– Betonica recta (L.) Baill.;
– Ortostachys recta (L.) Fourr.;
– Prasium stachys E.H.L.Krause;
– Sideritis hirsuta Gouan, 1764;
– Stachys czernjaevii Schost., 1940.
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie:
– Stachys recta subsp. baldaccii (K.Malý) Hayek;
– Stachys recta subsp. doerfleri (Hayek) Hayek;
– Stachys recta subsp. grandiflora (Caruel) Arcang.;
– Stachys recta subsp. labiosa (Bertol.) Briq.;
– Stachys recta subsp. olympica Stoj. & Jordanov;
– Stachys recta subsp. recta;
– Stachys recta subsp. rhodopaea (Velen.) Chrtek;
– Stachys recta subsp. subcrenata (Vis.) Briq.;
– Stachys recta subsp. tenoreana Bornm..
Etimologia –
Il termine Stachys proviene dal greco στᾰχυϛ stáchys spiga: per la disposizione dei fiori lungo il fusto.
L’epiteto specifico recta viene da rego reggere, governare, guidare: diritto, ritto, naturale, senza difetti.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La stregona gialla è una specie originaria dell’Europa, nel Caucaso, e presente anche nell’Europa meridionale, con diverse sottospecie.
In Italia è presente con quattro sottospecie distribuite nella zona continentale mentre è asente in Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Calabria, Puglia e Isole maggiori.
Il suo habitat è quello dei prati aridi, sassosi, da cui passa spesso in siti ruderali su suoli carbonatici o marnoso-arenacei purché ricchi in basi, da neutri a subacidi, aridi d’estate, dal livello del mare ai 2.100 m circa.
Descrizione –
La Stachys recta è una pianta erbacea perenne alta dai 20 ai 40 cm a base legnosa.
Il fusto è eretto ed a sezione quadrangolare, 2 sezioni opposte ricoperte da pelosità larga e alterne agli internodi, 2 con indumento molto denso.
Le foglie sono di colore verde, picciolate, di forma lanceolata, mucronate, con denti antrorsi e frequentemente smussati, con nervature reticolate e tutte ricoperte da peluria. L’infiorescenza è formata da 5-12 verticillastri ognuno con 6-14 fiori ravvicinati; i fiori sono portati da corti pedicelli e hanno il calice campanulato con 5 denti uguali pelosi, la corolla è di colore giallo col labbro superiore intero, diritto e leggermente concavo e quello inferiore ha due lobi laterali con linee longitudinali rossicce. Gli stami fuoriescono dal tubo e hanno filamenti basali pelosi e stigma bifido.
L’antesi è da maggio ad ottobre.
Il frutto è una nucula di forma ovoide subtrigona.
Coltivazione –
La Stachys recta è una pianta che, allo stato naturale, cresce su pascoli aridi, sassosi, su substrati preferibilmente secchi, perlopiù calcarei e caldi d’estate.
La pianta cresce dal livello del mare fino a 2.100 m. sl.m.. e viene raccolta prevalentemente per usi medicinali.
La propagazione avviene prevalentemente per seme.
Usi e Tradizioni –
La Stachys recta è una pianta conosciuta fin dall’antichità per la sua azione febbrifuga e vulneraria. In Italia, nella Lessinia veronese, veniva utilizzata dalla popolazione Cimbra per effettuare suffumigi e liberare le vie respiratorie nei malanni invernali.
Questa pianta è stata usata, soprattutto in passato, anche in Toscana, dove è conosciuta come “Erba della paura”, perché si riteneva che potesse lavare via le paure ai bambini aggiungendo il decotto all’acqua del bagno.
Un’altra tradizione popolare era quella del “Sendà”, tale pratica consisteva nel realizzare il decotto dell’erba raccolta nel giorno di S. Giovanni e versarlo in 2 bacinelle nelle quali si doveva immergere le mani. Se si formava sul fondo una certa torbidezza allora significava che il malocchio e la paura si erano allontanati.
In generale è una pianta famosa sin dall’antichità come erba medicinale utile per abbassare la febbre e guarire le ferite.
La pianta contiene diversi olii essenziali; contiene inoltre: Polifenoli, Iridoidi, Betaina, Tannini, Stachidrina e Stachirene.
Un tempo era usata nella medicina popolare come stimolante, vulneraria, tonica e purgativa; sembra però che sia tossica se assunta in alte dosi.
Di questa pianta si utilizza il decotto (portato a temperatura ambiente) per impacchi sugli occhi, per decongestionare e sfiammare le mucose in caso di congiuntivite, orzaiolo, occhi gonfi e occhiaie.
Modalità di Preparazione –
La Stachys recta è un’erba medicinale di cui si utilizza l’intera pianta.
Va raccolta nei mesi estivi (giugno-luglio). Raccolta in mazzi ed essiccata all’ombra e in un ambiente areato. Successivamente si conserva in sacchetti o vasi di vetro o sacchetti di carta. In Lessinia (nelle Prealpi Vicentine) la tradizione vuole che la pianta venga raccolta nel periodo “tra le due Madonne” ovvero tra il 15 agosto (Madonna Assunta) e l’8 settembre (Natività della Madonna).
Tra gli utilizzi si ricordano i suffumigi. In questo caso si prepara un decotto con 2-3 cucchiai da tavola di erba in 1 litro di acqua a temperatura ambiente, portando ad ebollizione e lasciando in infusione per almeno 10 minuti. Appena la temperatura lo consente si respira il vapore emanato coprendosi la testa con un asciugamano.
Il decotto invece che veniva utilizzato “contro la paura” veniva preparato utilizzando un pugno di erba (detto “pugno che colpisce”), in 4-5 litri di acqua con l’aggiunta di un pizzico di sale, foglie d’olivo e un pezzo di pane. Questa si portava lentamente ad ebollizione per circa 45 min. Si lasciava raffreddare fino a temperatura ambiente e successivamente si effettuavano dei lavaggi per “purificarsi dalla paura”.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
– https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/124159069/original.jpeg
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.