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Prunus spinosa

Prunus spinosa

Il prugnolo selvatico (Prunus spinosa L.) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Rosaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Rosales,
Famiglia Rosaceae,
Genere Prunus,
Specie P. spinosa.
Sono sinonimi i seguenti termini:
– Druparia spinosa Clairv.;
– Prunus acacia Crantz ex Poir.;
– Prunus acacia-germanica Crantz;
– Prunus amygdaliformis Pau;
– Prunus communis spinosa (L.) Syme;
– Prunus domestica spinosa (L.) Kuntze;
– Prunus podolica Andrz.;
– Prunus praecox Salisb.;
– Prunus subvillosa Debeaux.

Etimologia –
Il termine Prunus viene da prunus, in Plinio, latinizzazione del greco προῦμνη proúmne susino, pruno in Teofrasto e Dioscoride, probabilmente derivato da una lingua pre-greca dell’Asia Minore, vedi anche prunum prugna, susina dal greco προῦνον proúnon in Galeno.
L’epiteto specifico spinosa viene da spina spina, riferito a specie spinose, coperte di spine.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Prunus spinosa è un arbusto deciduo, con distribuzione eurasiatico-centroeuropea, che cresce spontaneo in Eurasia, dalla Norvegia al Portogallo, ad est al Caucaso, alla Turchia e all’Iran; Nord Africa: Marocco, Algeria, Tunisia.
In Italia è presente in tutte le regioni.
Il suo habitat è quello delle siepi, ai margini dei boschi, in densi popolamenti che colonizzano i prati abbandonati, su suoli argillosi da mediamente freschi a subaridi, piuttosto ricchi in composti azotati, con optimum nella fascia sub mediterranea, a quote più frequenti tra 800 e 1.200 m. sl.m..

Descrizione –
Il prugnolo selvatico è un arbusto o piccolo albero folto, caducifoglie e latifoglie, alto tra i 2,5 e i 5 metri.
Ha una corteccia scura con presenza, talvolta, di rami contorti.
Le foglie sono di forma ovata e di colore verde scuro.
I fiori, numerosissimi e bianchissimi, compaiono in marzo o all’inizio di aprile e ricoprono completamente le branche.
Il periodo di fioritura è tra marzo e aprile.
I frutti sono delle drupe di 10-15 (20) mm, subsferiche o ovoidi, di colore azzurro scuro o nero violaceo, pruinose, con mesocarpo stretto, aspro e acidulo, endocarpo legnoso, liscio o rugoso, carenato. Contengono un unico seme duro, ricercate dalla fauna selvatica.

Coltivazione –
Il Prunus spinosa è uno dei primi arbusti a fiorire in primavera ed i suoi frutti, inizialmente molto aspri ed astringenti, diventano più gradevoli dopo l’ammezzimento che di solito avviene con i primi geli.
Questa pianta tende a formare macchie spinose impenetrabili che forniscono protezione agli uccelli ed altri animali.
È un arbusto resistente al freddo e a molti parassitati, si adatta a diversi suoli e ha una crescita lenta.
I frutti ed altre parti di questa pianta vengono utilizzati e raccolti anche allo stato naturale, per l’uso locale come cibo, medicina e fonte di materiali. A volte viene coltivato come barriera o siepe a prova di bestiame e può essere utilizzato come pioniere per il ripristino di aree boscate.
Per la sua coltivazione richiede suoli argillosi da mediamente freschi a subaridi, piuttosto ricchi in composti azotati.
Può crescere all’ombra leggera ma fruttifica meglio in posizione soleggiata.
Questa piante sono molto resistenti all’esposizione dei venti marittimi.
La propagazione avviene per seme che richiede 2 – 3 mesi di stratificazione a freddo ed è meglio seminare in un semenzaio non riscaldato non appena è maturo.
Si può propagare anche per talee o per divisione dei dei polloni durante la stagione di dormienza.

Usi e Tradizioni –
Il Prunus spinosa, comunemente Prugnolo selvatico, Strozzapreti, Pruno selvatico, Prugnolo, Vegro, ecc. è una pianta che trova largo impiego soprattutto nelle aree dove cresce spontaneo anche se può essere coltivato agevolmente.
Questa pianta viene utilizzata per scopi alimentari, medicinali o per altri fini.
Per uso alimentare si mangiano i frutti, sia crudi che cotti.
Il frutto è molto astringente, viene spesso cotto ma una volta glassato il frutto perde parte della sua astringenza.
Il frutto è più comunemente usato in gelatine, sciroppi, conserve, ecc., e come aromatizzante per alcuni liquori.
I frutti contengono molta vitamina C, tannino e acidi organici. Anche i fiori sono commestibili (tra i fiori eduli), possono essere usati in insalate o altri piatti.
I frutti sono utilizzati in alcuni paesi per produrre bevande alcoliche (in Inghilterra lo sloe gin, in Navarra, Spagna, il Pacharán, in Francia la prunelle, in Giappone l’umeshu ed in Italia il bargnolino o prunella o trignolino).
In Francia il frutto acerbo viene messo in salamoia come un’oliva.
In alcune zone le foglie sono usate come sostituto del tè.
La frutta secca può essere aggiunta alle tisane ed i fiori, che come detto, sono commestibili possono essere cristallizzati o zuccherati.
Per uso medicinale si utilizzano i fiori, la corteccia, le foglie e i frutti che sono aperienti, astringenti, depurativi, diaforetici, diuretici, febbrifughi, lassativi e stomachici.
Dai fiori si ottiene un infuso che viene utilizzato nel trattamento della diarrea (soprattutto per i bambini), disturbi della vescica e dei reni, debolezza dello stomaco ecc..
In generale questa pianta è usata come purgante, diuretico e depurativo del sangue e, quindi, come erba medicinale ed officinale. I principi attivi contenuti nei fiori sono cumarine, flavone e glucosidi dell’acido cianidrico.
Tra gli altri usi si ricordano quelli agroforestali.
Il Prunus spinosa è molto resistente all’esposizione marittima ed è alquanto pollonifero, per cui può essere utilizzato in posizioni esposte ai venti marittimi.
La pianta è una specie pioniera naturale, che invade i campi coltivati e crea le condizioni favorevoli alla rigenerazione dei boschi. Questa specie si dimostra ottimale nei progetti di stabilizzazione del suolo.
Tra gli altri sui si ricorda che la corteccia è una buona fonte di tannino ed è stata usata per produrre un inchiostro.
Il frutto maturo spolpato viene utilizzato cosmeticamente nella realizzazione di maschere facciali astringenti.
Dalle foglie si può ottenere un colorante verde e dal frutto un colorante di colore da grigio scuro a verde.
La corteccia, bollita in un mezzo alcalino, produce un colorante giallo.
La corteccia della pianta era utilizzata in passato per colorare di rosso la lana.
Il seme contiene fino al 37% di olio.
Il legno è molto duro ed è molto apprezzato per la tornitura, la fabbricazione dei denti di rastrelli, ecc.
I suoi rami spesso sono stati usati per fare bastoni da passeggio.
Infine il legno, come quello di molti alberi da frutto è un apprezzato combustibile, è duro e resistente, e può essere lucidato.

Modalità di Preparazione –
Il Il prugnolo selvatico è una pianta di cui si mangiano i frutti, sia crudi che cotti.
In alcune zone si utilizzano le foglie come sostituto del tè.
Si utilizzano anche i frutti secchi da aggiungere a tisane ed i fiori possono essere usati in insalate o altri piatti.
Per uso medicinale si utilizzano i fiori, la corteccia, le foglie e i frutti.
Dai fiori si ottiene un infuso che viene utilizzato nel trattamento della diarrea (soprattutto per i bambini), disturbi della vescica e dei reni, debolezza dello stomaco ecc..

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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